Approfondimenti

Le parole della politica, dopo il 4 marzo

Le parole della politica di oggi attraverso i ragionamenti di un gruppo di ricercatori universitari, comunicatori, attivisti politici, giornalisti, blogger. Tutti sotto i quarant’anni di età. Vivono e/o lavorano tra Milano e Cosenza, Bari e Parigi, Venezia e Londra, Roma. Alcuni di loro sono interlocutori noti, anche per le nostre frequenze. Altri, invece, sono inediti e sempre graditi ospiti di Rp.

Ho chiesto loro di raccontare cosa ha significato il voto del 4 marzo, cosa abbiamo scoperto che non sapevamo e quali conferme sono invece arrivate; i bisogni che hanno trovato risposte e quelli che sono rimasti inascoltati, quale idea di futuro si esprime nella politica.

Messe in fila, le parole raccolte in queste conversazioni (cinque puntate di Memos) rappresentano un lessico ricco e plurale sulla politica.

L’operazione di filtro, e la conseguente parzialità nella raccolta delle parole, ovviamente è tutta da addebitare al sottoscritto.

Prima puntata, 22 marzo 2018 (Di Giacomo, Mazzolini):

giovani, senso comune, populismi, oligarchie, sogni, seduzione

Seconda puntata, 29 marzo 2018 (Fana, Ventura)

protesta, disagio, disillusione, lavoro, malcontento, giovani, futuro, alleanze, cooperazione, sfruttati

Terza puntata, 5 aprile 2018 (Amenduni, Marsili)

interregno, vecchio e nuovo, destra e sinistra; emozioni, paura, bisogni; partito, territorio, marketing, comunicazione

Quarta puntata, 12 aprile 2018 (Farina, Garofalo)

democrazia, giustizia, sinistra; casa, partecipazione, territorio; immobilismo, mafie

Quinta puntata, 19 aprile 2018 (Bianchi, Meli)

futuro, presente, visione, generazioni; classe dirigente, soluzioni; sinistra, uguaglianza, giustizia; sicurezza, mafia, corruzione, immigrazione; risentimento, rivalsa, protesta, casta, lavoro, malessere

Ecco una presentazione degli ospiti:

Dino Amenduni, comunicatore politico e pianificatore strategico di Proforma, agenzia di comunicazione di Bari. Insegna Comunicazione politica ed elettorale all’Università di Bari

Leonardo Bianchi, giornalista e blogger, caporedattore di Vice Italia. E’ autore di “La Gente. Viaggio nell’Italia del risentimento” (Minimum fax, 2017)

Michelangela Di Giacomo, dottorato in Storia contemporanea, ha curato uno dei saggi che compongono il volume “I giovani salveranno l’Italia (Imprimatur, 2018)

Marta Fana, economista, dottoressa di ricerca all’Istituto di Studi Politici di SciencesPo a Parigi, autrice di “Non è lavoro, è sfruttamento” (Laterza, 2017)

Pierpaolo Farina, sociologo, dottorando in Studi sulla Criminalità Organizzata all’Università degli Studi di Milano. Fondatore di Wikimafia, la libera enciclopedia online sulle mafie, e curatore del blog “Qualcosa di sinistra”

Sabrina Garofalo, sociologa, ricercatrice presso il Centro di Women and Gender Studies “Milly Villa” dell’università della Calabria di Cosenza, autrice insieme a Ludovica Ioppolo di “Onore e dignitudine. Storie di donne e uomini in terra di ‘ndrangheta” (Falco Editore, 2015)

Lorenzo Marsili, scrittore e attivista politico. E’ tra i fondatori del Movimento “Democrazia in Europa”, DiEM25. E’ autore, insieme a Yanis Varoufakis, di “Il terzo spazio” (Laterza, 2017)

Samuele Mazzolini, ricercatore in Teoria politica alla University of Essex, ha scritto l’introduzione al libro “I giovani salveranno l’Italia” (Imprimatur, 2018)

Ilaria Meli, dottoranda in sociologia all’Università La Sapienza di Roma. E’ stata ricercatrice presso l’Osservatorio sulla criminalità organizzata dell’Università Statale di Milano

Raffaele Alberto Ventura, autore di “La teoria della classe disagiata” (Minimum Fax, 2017), scrive su Linus e Eschaton.it, lavora a Parigi nell’industria culturale

  • Autore articolo
    Raffaele Liguori
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    Un percorso attraverso la stratificazione sociale italiana, un viaggio nell’ascensore sociale del Belpaese, spesso rotto da anni e in attesa di manutenzione, che parte dal sottoscala con l’ambizione di arrivare al roof top con l’obiettivo dichiarato di trovare scorciatoie per entrare nelle stanze del lusso più sfrenato e dell’abbienza. Ma anche uno spazio per arricchirsi culturalmente e sfondare le porte dei salotti buoni, per sdraiarci sui loro divani e mettere i piedi sul tavolo. A cura di Alessandro Diegoli e Disma Pestalozza

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    Teatro. La rivoluzione delle "piscinine" milanesi vista da due piccioni in crisi esistenziale

    Teatro. La rivoluzione delle "piscinine" milanesi vista da due piccioni in crisi esistenziale Al Teatro della Cooperativa, a Milano ha debuttato in prima nazionale "Lo sciopero delle bambine", in scena Rita Pelusio e Rossana Mola di PEM Habitat Teatrali, compagnia che porta avanti una ricerca artista che declina contenuti civili e ironia. Lo spettacolo, con la regia di Enrico Messina, racconta una storia avvenuta a Milano nel 1902, quando le “piscinine”, che in dialetto meneghino significa “piccoline”, bambine, tra i sei e i tredici anni, che lavoravano senza diritti, sfruttate e sottopagate, ebbero la forza di scioperare e, per cinque giorni, fermare l’industria della moda della città. A raccontare la vicenda delle piscinine in scena sono due piccioni, due creature che abitano le piazze, le cui parole rispecchiano lo sguardo dei contemporanei, spesso stanchi e disillusi davanti alle sfide della storia. Nella trasmissione Cult Ira Rubini ha intervistato l’attrice Rita Pelusio.

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    Pubblica di mercoledì 10/12/2025

    Da che parte sta il papa statunitense, Leone XIV? Con l’Europa di von der Leyen e Merz, ma anche di Macron, Meloni e Sanchez? Oppure con gli Stati Uniti di Trump, JD Vance, Musk e Peter Thiel. Oppure con nessuna di queste identità così identificate? Dopo l’attacco della Casa Bianca all’Europa con il «National Security Strategy» viene facile polarizzare lo scontro tra le due sponde dell’Atlantico. Anche se i due poli sono orientati entrambi prevalentemente a destra, con inquietanti sfumature che arrivano all’autoritarismo di stampo fascista (C.Bottis, Trumpismo. Un mito politico, Castelvecchi 2025). Dunque, gli Stati Uniti aggrediscono l’Europa con il NSS, e papa Prevost con chi si schiera? Pubblica ha ospitato oggi Stefano Zamagni (ex presidente della Pontificia Accademia delle scienze sociali, economista) e Paolo Naso (scienziato della politica).

    Pubblica - 10-12-2025

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    Piazza Fontana: ricordiamo la strage e la risposta democratica

    Anniversario numero 56 per la Strage di Piazza Fontana, quest’anno oltre alle istituzioni nella celebrazione del pomeriggio parleranno una studentessa di un liceo milanese e uno dei vigili del fuoco che entrarono per primi dopo lo scoppio della bomba, ci spiega Federico Sinicato, presidente dell’Associazione dei Familiari delle vittime di Piazza Fontana. “L’importanza del 12 dicembre va al di là della celebrazione e del ricordo che si fa in piazza, è una data storica per l’intero Paese perché è l’inizio della strategia della tensione che produce effetti devastanti e blocca di fatto il grande movimento di riforma del Paese nato dalle lotte dei lavoratori e degli studenti, basta pensare che l’approvazione del Senato dello Statuto dei lavoratori è del 11 dicembre, il giorno prima, il momento fu scelto come risposta all’avanzata dei diritti e se pensiamo che oggi questi valori vengono rimessi in discussione. E’ una data sacra per il Paese”, In Piazza dopo le celebrazioni istituzionali ci sarà il corteo dei movimenti con partenza alle 18.30 da Piazza XXIV Maggio. E ci sarà anche l’inaugurazione del memoriale “Non dimenticarmi“, un’installazione permanente nata dal basso che ricorda le vittime delle stragi, donata al Comune di Milano e installata in Piazza Fontana. L'intervista di Cinzia Poli e Claudio Jampaglia.

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    A come Asia di mercoledì 10/12/2025

    Nella tempesta dei dazi, i record di Pechino nelle esportazioni, con Gabriele Battaglia. Al confine tra Cambogia e Tailandia si riaccende un conflitto decennale, tra scam city e nuovi nazionalismi, con Paola Morselli, ricercatrice Ispi. A cura di Diana Santini.

    A come Atlante – Geopolitica e materie prime - 10-12-2025

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