
Nella prima giornata di apertura dei seggi della primarie del centrosinistra hanno votato in 7.750. Un buon risultato, secondo gli organizzatori, pari a circa il 12 per cento delle scorse consultazioni, quando però si votò solo la domenica.
Ma c’è stata una immediata polemica sulla partecipazione al voto di cittadini cinesi. Nei giorni scorsi la comunità si era espressa a favore di Giuseppe Sala, esplicitando su un sito web in cinese l’appoggio al manager dopo un incontro organizzato dalla deputata Milena Santerini, eletta con Scelta Civica. L’endorsement è stato ribadito da Francesco Wu, presidente dell’Unione imprenditori Italia – Cina.
Nella prima giornata di voto ci sono state diverse segnalazioni di modalità di voto poco consone. In via Confalonieri i rappresentanti dei comitati hanno fatto mettere a verbale che le persone arrivavano al seggio in gruppo, con moduli prestampati, cercavano di entrare al seggio in coppia, alcune non parlavano italiano. Testimoni hanno riferito di persone che hanno fotografato la propria carta d’identità con il certificato di avvenuto voto con cellulari o tablet, oppure di selfie scattati davanti ai manifesti elettorali. Al termine della giornata al seggio di zona 9 su 697 votanti 70 erano stranieri, pari al 10 per cento del totale, di questi 53 cinesi, pari al 7,6 per cento.
Abbiamo assistito alla richiesta di una ragazza cinese di farsi spiegare come poteva esprimere il suo voto, dato che non aveva mai partecipato ad alcuna elezione.
In zona 2, al circolo Luciano Lama di viale Monza, nel pomeriggio il segretario del Pd Pietro Bussolati è stato chiamato per verifiche, dopo che alcuni rappresentanti del comitato per Francesca Balzani hanno segnalato cinesi che non erano in grado di parlare con gli scrutatori e votare il proprio candidato, con moduli già compilati e che mostravano biglietti con il nome di Giuseppe Sala, oltre alla presenza fuori dal seggio di connazionali che indirizzavano gruppi di persone a votare.Un voto organizzato, secondo i rappresentanti dei comitati, in maniera poco chiara. In rete critiche come queste sono state bollate come razziste dai comitati per l’ad di Expo.
Giuseppe Sala ha raccolto il supporto legittimo della comunità cinese, stringendo abilmente un accordo con la componente straniera più coesa ed affidabile del vasto mondo di cittadini residenti con permesso di soggiorno. Una coesione testimoniata dalla presenza in via Paolo Sarpi, cuore di Chinatown, di volontari cinesi e italiani che ad un gazebo spiegavano modalità di voto e ubicazione dei seggi, con volantini scritti in cinese ed italiano. Sull’appoggio degli stranieri, Sala ha ironizzato durante la fila per votare nel proprio seggio in zona 1: “Qui in coda vedo solo due cinesi”, ha dichiarato.
La presenza di stranieri farà parlare di sé più di quella dei giovani. Secondo il comitato organizzatore, gli elettori sotto i 30 anni sono stati il 7 per cento. Una cifra non esaltante, ma che ha raccolto il plauso di presidenti e scrutatori, che tra gli iscritti annoverano percentuali ancora più basse.
Si vota anche domenica, dalle 8 alle 20.