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Piazza Fontana, Beppe Sala: “Era il momento di ricordare Pinelli”

Il sindaco di Milano Beppe Sala

Per i 50 anni dalla strage di Piazza Fontana il sindaco di Milano Beppe Sala dedicherà una serie di riflessioni durante il Consiglio comunale straordinario che vedrà la partecipazione del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e che sarà proiettato su un maxi schermo all’Ottagono della Galleria Vittorio Emanuele II.

Il Comune di Milano ha organizzato una serie di eventi per l’intera settimana fino al 15 dicembre e per la prima volta ha voluto ufficialmente ricordare l’anarchico Giuseppe Pinelli e le persone ingiustamente accusate di aver piazzato quella bomba.

Abbiamo parlato con Beppe Sala a Prisma. L’intervista di Lorenza Ghidini e Roberto Maggioni.

Una riflessione sui 50 anni che sono passai dallo scoppio della bomba in Piazza Fontana.

Obiettivamente, come spesso è successo nella storia di Milano, dalla tragedia si è passi alla rinascita. Quello è stato un momento bruttissimo, ma è stato anche un momento di mobilitazione. In quei momenti Milano c’è. E poi è anche una storia di ingiustizie e di persone che hanno subìto accuse ingiuste, anche di questo dobbiamo rendercene conto, ed è pure una storia di non-giustizia, perché alla fine giustizia non è stata fatta.

A proposito di chi è stato accusato ingiustamente ricordiamo Pietro Valpreda, ma anche Giuseppe Pinelli che è morto cinquant’anni fa. Insieme alla famiglia di Pinelli lei ha piantato un albero nella zona di San Siro, non lontano da dove abitava Pinelli. È la prima volta che Milano ricorda ufficialmente Pinelli. Come è nata questa iniziativa?

Era il momento. A volte le ricorrenze particolari possono anche indurre ad un certo tipo di approfondimento e di riflessione. A me sembra giusto e, al di là dell’albero, troverò anche il modo di ricordare Pinelli anche in presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Anche per la sua presenza è normale dare per scontato che siccome è il cinquantenario della strage il Presidente venga a Milano. Niente è normale oggi, bisogna aver dentro alcune cose e per questo voglio ringraziarlo preventivamente.

Dal Comune di Milano arriva anche un messaggio che riguarda i responsabili della bomba di piazza Fontana. È stata posata una formella nella piazza che indica in Ordine Nuovo, il gruppo terroristico di estrema destra, i responsabili della collocazione della bomba. Anche questa è una prima volta.

Giustizia non è mai stata fatta. Noi vogliamo dare il nostro senso della giustizia. E oggi, seppur formalmente giustizia non è stata fatta, ambiti per fare giustizia sulla memoria ci sono. E questo era il momento perfetto per farlo.

È soddisfatto delle belle immagini e le belle parole di ieri a Milano con Liliana Segre?

Sono soddisfattissimo. Al di là delle ovvie ragioni che ci hanno portato ieri in piazza, io ho in testa una cosa particolare.
Oggi viviamo un momento in cui i cittadini si mobilitano, dalle Sardine in giù. E dall’altra parte sembra ci sia la politica. Se ci riflettete, alla fine il messaggio delle Sardine è che non vogliono politici, mentre i politici fanno fatica a trovare il popolo in piazza. Forse i sindaci hanno la capacità di garantire questa cerniera ed è proprio quello che mi rimane di ieri. I sindaci possono avere questa immagine un po’ più positiva, l’immagine di persone vicine alla gente di cui ci si possa fidare. Mi auguro che i 600 sindaci che sono venuti ieri tornino a casa e dimostrino di essere capaci di rifiutare l’odio.

Cosa dovrebbero fare i partiti di fronte alle piazze che fanno richiami alla politica?

I partiti devono mostrarsi vicini alla vita dei cittadini e ai problemi dei cittadini. Sembra banale, ma è così. Secondo voi i temi di cui si dibatte in televisione sono i temi che il cittadino sente quando esce di casa? Io ho l’impressione che oggi la politica rischi di infilarsi in piccole realtà di dibattito lontano dai problemi e dal bisogno della gente. Non credo che gli italiani pensino di poter fare a meno della politica o che abbiano un atteggiamento necessariamente negativo nei confronti della politica. Spetta a noi. Sentendomi profondamente politico penso oggi che la politica sia più in difficoltà di quanto non lo sia il Paese e deve trovare nuove formule: non possiamo imporre la nostra presenza, dobbiamo conquistarla.

Foto dal profilo FB ufficiale di Beppe Sala

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    Teatro. La rivoluzione delle "piscinine" milanesi vista da due piccioni in crisi esistenziale Al Teatro della Cooperativa, a Milano ha debuttato in prima nazionale "Lo sciopero delle bambine", in scena Rita Pelusio e Rossana Mola di PEM Habitat Teatrali, compagnia che porta avanti una ricerca artista che declina contenuti civili e ironia. Lo spettacolo, con la regia di Enrico Messina, racconta una storia avvenuta a Milano nel 1902, quando le “piscinine”, che in dialetto meneghino significa “piccoline”, bambine, tra i sei e i tredici anni, che lavoravano senza diritti, sfruttate e sottopagate, ebbero la forza di scioperare e, per cinque giorni, fermare l’industria della moda della città. A raccontare la vicenda delle piscinine in scena sono due piccioni, due creature che abitano le piazze, le cui parole rispecchiano lo sguardo dei contemporanei, spesso stanchi e disillusi davanti alle sfide della storia. Nella trasmissione Cult Ira Rubini ha intervistato l’attrice Rita Pelusio.

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    Piazza Fontana: ricordiamo la strage e la risposta democratica

    Anniversario numero 56 per la Strage di Piazza Fontana, quest’anno oltre alle istituzioni nella celebrazione del pomeriggio parleranno una studentessa di un liceo milanese e uno dei vigili del fuoco che entrarono per primi dopo lo scoppio della bomba, ci spiega Federico Sinicato, presidente dell’Associazione dei Familiari delle vittime di Piazza Fontana. “L’importanza del 12 dicembre va al di là della celebrazione e del ricordo che si fa in piazza, è una data storica per l’intero Paese perché è l’inizio della strategia della tensione che produce effetti devastanti e blocca di fatto il grande movimento di riforma del Paese nato dalle lotte dei lavoratori e degli studenti, basta pensare che l’approvazione del Senato dello Statuto dei lavoratori è del 11 dicembre, il giorno prima, il momento fu scelto come risposta all’avanzata dei diritti e se pensiamo che oggi questi valori vengono rimessi in discussione. E’ una data sacra per il Paese”, In Piazza dopo le celebrazioni istituzionali ci sarà il corteo dei movimenti con partenza alle 18.30 da Piazza XXIV Maggio. E ci sarà anche l’inaugurazione del memoriale “Non dimenticarmi“, un’installazione permanente nata dal basso che ricorda le vittime delle stragi, donata al Comune di Milano e installata in Piazza Fontana. L'intervista di Cinzia Poli e Claudio Jampaglia.

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