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Perry Mason 2020, il ritorno dell’avvocato più incorruttibile d’America

perry mason 2020

Insieme ad Atticus Finch, il papà della protagonista-narratrice di Il buio oltre la siepe, è Perry Mason l’avvocato più celebre dell’immaginario a stelle e strisce: retto, incorruttibile, pressoché infallibile, difende solo imputati di specchiata innocenza e riesce sempre a scagionarli, spesso spingendo il vero colpevole a una pubblica confessione, interrogandolo alla sbarra dei testimoni.

Perry Mason andò in onda per la prima volta dal 1957 al 1966, in bianco e nero, sulla rete statunitense CBS, per un totale di 271 episodi considerati il fondamento di un genere televisivo di grande successo, il legal drama o courtroom drama, quel tipo di serialità in cui ogni episodio è organizzato attorno a un caso dibattuto in tribunale. A interpretare il protagonista, l’attore Raymond Burr, che pochi anni prima era stato l’inquietante assassino di La finestra sul cortile di Alfred Hitchcock, e che, successivamente, sarebbe rimasto per sempre Perry Mason: letteralmente fino alla morte, visto che tra anni 80 e 90 ritornerà a vestire il ruolo per molti tv movie gialli della NBC. Eppure Burr non è l’unico volto di Mason: negli anni 30 era stato interpretato al cinema da Warren William, in alcuni film della Warner Bros., e negli anni 70 la CBS aveva tentato un primo revival televisivo, con Monte Markham. Alla lista si aggiunge anche Matthew Rhys, che qualche spettatore già conosce per esser stato la spia Philip Jennings in sei stagioni della bellissima serie The Americans. Ora interpreta il celebre avvocato in una nuova versione di Perry Mason, in onda su Sky Atlantic e disponibile su Now Tv.

La serie, prodotta da HBO, è però molto molto diversa dal Perry Mason classico che in molti ricordiamo: tanto per cominciare, si tratta a tutti gli effetti di un prequel, e anche, più propriamente, di una origin story. Perry non è ancora un avvocato, ma un investigatore privato, e non esattamente di grande successo: negli anni 30 della Grande depressione, subito dopo un brutto divorzio, con un figlio lontano, gli incubi della Prima guerra mondiale a tormentarlo e un frequente ricorso all’ubriachezza, sembra un personaggio disperato e alla deriva.

La prima stagione del nuovo Perry Mason, allora, è la storia di come quest’uomo spezzato si trasforma nel difensore dei deboli per eccellenza, cercando di risolvere, contro tutto e tutti, un caso terribile – il rapimento e l’omicidio di un neonato, di cui viene accusata la madre, in un processo spettacolarizzato dai media – e scoperchiando un intrigo purulento di corruzione che coinvolge mezza Los Angeles. Ed è soprattutto l’ambientazione da classico noir losangelino, con impeccabile ricostruzione d’epoca, a dare fascino a questo nuovo Perry Mason, che si avvicina di più al clima dei romanzi di Eric Stanley Gardner, pubblicati con frequenza impressionante dal 1933 fino agli anni 80. L’assistente Della Street, l’investigatore Paul Drake, il procuratore distrettuale e nemesi Hamilton Burger: i personaggi classici ci sono tutti, anche se ancora parecchio diversi da quelli che diventeranno.

HBO aveva inizialmente presentato la nuova Perry Mason come una miniserie, ma – andata in onda in Usa quest’estate – si è rivelata una delle serie recenti più di successo del canale: una seconda stagione è confermata, e Perry è sicuramente già pronto ad accettare un nuovo caso.

Foto | Facebook

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    Alice Cucchetti
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    Questa settimana Elijah Wald è in Italia per portare sul palco, tra Milano, Torino e Piacenza, le sue storie su Bob Dylan e il Greenwich Village di New York. Chitarrista folk blues ma anche narratore e giornalista musicale, attraverso canzoni e racconti Wald ripercorre nel suo spettacolo il cammino di Dylan e dei tanti personaggi di quel periodo irripetibile. Da Woody Guthrie a Pete Seeger, da Eric Von Schmidt a Dave Van Ronk - quest’ultimo anche protagonista del film dei fratelli Coen “A proposito di Davis” e realizzato partendo proprio dal memoir scritto da Wald. Oggi Elijah è venuto a trovarci a Radio Popolare per raccontarci la sua storia e suonarci alcuni brani tra Mississippi John Hurt, Paul Clayton e Victor Jara. Ascolta l’intervista e il MiniLive di Elijah Wald.

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    Una mostra fotografica ripercorre i 50 anni di Radio Popolare. Dal 14 dicembre a Milano

    Domenica 14 dicembre alle ore 10, presso la Sala Cisterne della Fabbrica del Vapore, a Milano, inaugura la mostra "50 e 50. La mostra. Radio Popolare 1975 - 2025", una delle prime iniziative organizzate per celebrare il 50esimo anniversario dalla fondazione di Radio Popolare. La mostra racconta i cinque decenni "di onda" attraverso venti storie realizzate dai fotografi che in questi anni sono stati vicini alla radio. Inoltre, la mostra ospiterà un’interpretazione creativa realizzata da Studio Azzurro dei video che ricostruiscono la storia di Radio Popolare. La mostra sarà allestita fino al 25 gennaio. Tiziana Ricci ce la racconta insieme a Giovanna Calvenzi, che ne è la curatrice.

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