Approfondimenti

Pamuk, l’enciclopedia di Istanbul

Uno di quei romanzi complessi – non solo per le quasi 600 pagine – che entrano nelle pieghe della vita del protagonista e dei molti personaggi e che rendono conto allo stesso tempo del cambiamento di una grande città e della fase culturale e storica di un intero Paese.

L’ultimo di Orhan Pamuk è un romanzo dei più importanti tra quelli che ha scritto, tanto da poter essere affiancato a La casa del Silenzio e Neve.

Con La casa del silenzio, Pamuk aveva narrato l’impatto della cultura illuminista in Turchia, tramite la figura di un medico fallito intento alla traduzione degli enciclopedisti, il colpo di stato del 1980, le tensioni violente tra marxisti e fascisti che avrebbero prodotto la tragedia finale. Neve è invece lo straordinario resoconto letterario dello scontro radicale tra forze laiche ed estremismo religioso.

In questo ultimo romanzo, La stranezza che ho nella testa, Pamuk mette in scena un universo articolatissimo: la storia di Mevlut, venditore ambulante di boza, bevanda poco alcolica fatta in casa; quella di Istanbul, città che dal 1969, anno in cui un Mevlut dodicenne arriva dal villaggio, prende a crescere a dismisura fino a superare i 13 milioni di abitanti. E raccontate sono le trasformazioni annesse: le baracche sostituite dai grattacieli, la boza sostituita dalla birra e dal raki, la radio dalla televisione. Le fedi politiche subiscono nel frattempo evoluzioni e involuzioni impreviste; fattori che concorrono tutti a determinare i destini di ogni singolo personaggio.

bannerKopru

A fare da fil rouge una storia d’amore, attraverso la quale ci arriva un’analisi dettagliata delle tradizioni, ancora ferree negli anni Settanta, relative al matrimonio. Matrimoni combinati che vanno ancora per la maggiore e che il credo popolare immagina come quelli più riusciti. Matrimoni d’amore verso cui i giovani sono via via più attratti. E poi le fughe – o i rapimenti come vengono chiamati qui – cui secondo gli auspici della donna segue poi lo sposalizio o al contrario una convivenza accompagnata dal disonore; le vendette da parte del capostipite e dei parenti; i rituali del perdono, con baciamano del padre della ragazza rapita da parte dell’ormai marito o da colui che sta per diventarlo.

Quanto al titolo, La stranezza che ho nella testa: la prima volta che compare la parola stranezza nel libro è durante la scena clou che l’autore colloca in apertura per poi essere ripresa in tutti i dettagli molto più avanti; un abile gioco di montaggio che risulterà magistrale sia nelle ultime pagine – dedicate al legame provato da Mevlut verso Istanbul nel mentre ne percorre le strade notturne – sia nell’ultimissima frase di chiusura, che arriva a sorpresa invitando a una rivisitazione mentale a rovescio dell’intera vicenda esistenziale e amorosa.

Dicevamo, la stranezza. Ha 22 anni il venditore di boza quando viene invitato al matrimonio del cugino. Il suo sguardo si incrocia con quello di un’adolescente bellissima, una delle sorelle della sposa, la più piccola. Conquistato, prende a scriverle lettere d’amore. Lo fa per tre anni, fino a quando decidono di fuggire. Lui è troppo povero per poter chiederla al padre, e poi gli usi vogliono che la più giovane non si sposi prima di quella immediatamente precedente.

Dopo una corsa in mezzo ai cespugli, raggiungono l’auto del cugino complice che li porterà fino al treno e solo allora un lampo del temporale in corso illumina il viso della ragazza: non è lei! “Il ricordo di quell’istante, la stranezza che lo attraversò, avrebbe bussato spesso alla sua porta per tutta la vita”, scrive Pamuk.

Interdetto, Mevlut si chiede se è stato raggirato. E da chi? Si sente preso in trappola ma anche impotente a interrompere la fuga. Attraverso il personaggio di Mevlut, dei cugini, dei parenti acquisiti, dei compagni di scuola, qui Pamuk ha voluto narrare l’epopea dei diseredati che hanno dato vita alle migrazioni interne al suo Paese, abitando in baracche dal pavimento di terra battuta costruite con le loro mani.

picture-010-e1295558634274

Chi dai villaggi, dell’Anatolia in questo caso, arriva a Istanbul, esercita mille mestieri. Come fa anche Mevlut, che oltre a vendere boza come abituale secondo lavoro, sarà venditore di yogurt, cameriere, riscossore di bollette elettriche. Una popolazione a che a macchia d’olio invade le colline disabitate intorno alla città. I muri rabberciati diventano mano a mano di cemento, il tetto di lamiera viene sostituito da altre stanze al primo piano. Villette arrangiate che poi lasciano spazio a palazzoni di molti piani alzati dagli speculatori.

Sulle colline convive gente di varia provenienza, compresi i curdi. Seguono le persecuzioni, con feriti e qualche morto. Cosa che costringe curdi e aleviti a lasciare le loro abitazioni per rifugiarsi più lontano a dissodare altro terreno demaniale per le loro case rifugio.

Ricordiamo che Pamuk nel 2005 è stato incriminato dallo stato turco per aver denunciato in alcune interviste il massacro di un milione di ameni e 30 mila curdi in Anatolia durante la prima guerra mondiale. Tra i curdi del romanzo c’è un amico di liceo di Mevlut, Fernhat, che lo attrae anche per le sue idee di sinistra. Mevlut ha abbandonato il liceo, ma il suo desiderio di arrivare all’università, venuto meno per leggerezza e ragioni di sopravvivenza, resta come una fiamma dentro di lui e viene proiettato sulle proprie figlie. Chissà se loro ce la faranno.

Intanto con l’età e l’evolvere della situazione nell’intera Turchia, le istante politiche dei due amici impallidiscono, resta la loro umanità quando da esattori delle bollette sono generosi con chi tra i ritardatori non fa il furbo, ma è in vere ristrettezze economiche. Mevlut si avvicina, seppur vedendolo sempre più di rado, a un vecchio religioso, moderato e saggio a differenza dei suoi discepoli sempre più scalmanati.

L’amico Fernhat, che nel frattempo ha sposato la ragazza bellissima amata anni prima da Mevlut, per una mossa avventata fa una brutta fine, lasciandola vedova e libera. E da qui può iniziare una seconda parte della vicenda sentimentale.

Che un uomo sposi una donna e ne ami la sorella, va detto non è cosa rara, rara lo è semmai in letteratura. Pensiamo a Diego Rivera che sposò Frida Kalo e divenne amante di sua sorella Cristina. Pamuk sa trattare però l’argomento in modo non banale e neanche l’esito dell’intreccio amoroso-affettivo è scontato. Cosa non da poco.

Kultur-Pamuk-Istanbul

Se c’è un ingrediente cui fa difetto questo romanzo, è il senso della fatica. Dopo il lavoro di cameriere o di ambulante, che sappiamo già essere dei più pesanti, su e giù per le strade in salita e discesa del quartier scelto per quella notte, Mevlut va a vendere boza con il giogo di legno sulle spalle da cui pendono i pesanti secchi della bevanda e i sacchettini di ceci e di cannella da accludere. Quella fatica non c’è. Facciamo comunque che, benché sottintesa, concorra all’ossessione di Mevlut per quell’attività sempre meno remunerativa ma che lo porta in un universo tutto suo, e possa essere registrata sotto la parola stranezza.

La-stranezza-che-ho-nella-testa-di-Orhan-Pamuk-Riassunto-Trama-e-Commento

Orhan Pamuk

La stranezza che ho nella testa

Traduz. Barbara La Rosa Salim

Einaudi 574 pagine, 22 euro

 

 

  • Autore articolo
    Bruna Miorelli
ARTICOLI CORRELATITutti gli articoli
POTREBBE PIACERTI ANCHETutte le trasmissioni

Adesso in diretta

  • Ascolta la diretta

Ultimo giornale Radio

  • PlayStop

    Giornale Radio giovedì 27/11 12:30

    Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi. Tutto questo nelle tre edizioni principali del notiziario di Radio Popolare, al mattino, a metà giornata e alla sera.

    Giornale Radio - 27-11-2025

Ultimo giornale Radio in breve

  • PlayStop

    Gr in breve giovedì 27/11 15:29

    Edizione breve del notiziario di Radio Popolare. Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi.

    Giornale Radio in breve - 27-11-2025

Ultima Rassegna stampa

  • PlayStop

    Rassegna stampa di giovedì 27/11/2025

    La rassegna stampa di Popolare Network non si limita ad una carrellata sulle prime pagine dei principali quotidiani italiani: entra in profondità, scova notizie curiose, evidenzia punti di vista differenti e scopre strane analogie tra giornali che dovrebbero pensarla diversamente.

    Rassegna stampa - 27-11-2025

Ultimo Metroregione

  • PlayStop

    Metroregione di giovedì 27/11/2025 delle 07:16

    Metroregione è il notiziario regionale di Radio Popolare. Racconta le notizie che arrivano dal territorio della Lombardia, con particolare attenzione ai fatti che riguardano la politica locale, le lotte sindacali e le questioni che riguardano i nuovi cittadini. Da Milano agli altri capoluoghi di provincia lombardi, senza dimenticare i comuni più piccoli, da dove possono arrivare storie esemplificative dei cambiamenti della nostra società.

    Metroregione - 27-11-2025

Ultimi Podcasts

  • PlayStop

    Il 7 dicembre la Scala apre la stagione con l’opera censurata da Stalin

    Nel cinquantenario della morte di Šostakovič il Teatro alla Scala inaugura la Stagione con il suo capolavoro Una lady Macbeth del distretto di Mcensk, tratto dal racconto di Nikolaj Leskov in cui una giovane sposa con la complicità dell’amante uccide il marito e il tirannico suocero, ma viene scoperta e finisce per suicidarsi in Siberia, tradita da tutti. Dopo il debutto a San Pietroburgo, l’opera, che avrebbe dovuto essere il primo capitolo di una trilogia sulla condizione della donna in Russia, ebbe enorme successo in patria e all’estero. Stalin assistette a una rappresentazione a Mosca nel 1936; due giorni dopo apparve sulla Pravda la celebre stroncatura dal titolo “Caos invece di musica” con cui il regime metteva all’indice l’opera e il compositore. Anni dopo Šostakovič preparò una nuova versione che andò in scena a Mosca nel 1963 con il titolo Katarina Izmajlova, dopo che il sovrintendente Ghiringhelli aveva invano cercato di ottenerne la prima per la Scala. Oggi il Teatro presenta la versione del 1934 con la direzione del M° Chailly e il debutto del regista Vasily Barkhatov. Ascolta Riccardo Chailly nella presentazione dell’opera.

    Clip - 27-11-2025

  • PlayStop

    Musica leggerissima di giovedì 27/11/2025

    a cura di Davide Facchini. Per le playlist: https://www.facebook.com/groups/406723886036915

    Musica leggerissima - 27-11-2025

  • PlayStop

    Considera l’armadillo di giovedì 27/11/2025

    Considera l'armadillo di giovedì 27 novembre 2025 ospite Filippo Bamberghi, coordinatore delle @Guardie WWF Italia - Nucleo Lombardia per parlare dei dati sul bracconaggio in Lombardia. A cura di Cecilia Di Lieto.

    Considera l’armadillo - 27-11-2025

  • PlayStop

    Cult di giovedì 27/11/2025

    Oggi a Cult, il quotidiano culturale di Radio Popolare: Riccardo Chailly dirige e Vasily Barkhatov firma la regia di "Una lady Macbeth nel distretto di Mcensk" che inaugura la stagione del Teatro alla Scala il prossimo 7 dicembre; il sindaco di Lecco Marco Gattinoni introduce la riapertura del Teatro della Società; La Fura dels Baus torna a Milano con "SONS Ser o no ser" ispirato all'Amelto di Shakespeare, alla Fabbrica del Vapore; la rubrica di lirica a cura di Giovanni Chiodi; la Libreria Verso di Milano festeggia i suoi primi 10 anni...

    Cult - 27-11-2025

  • PlayStop

    «Autoritarismi in democrazia» 1

    Il trumpismo fa paura. L'autoritarismo trumpista ancora di più. A Pubblica la prima sintesi degli incontri alla Casa della Cultura di Milano per il ciclo "Autoritarismi in democrazia" (Osservatorio autoritarismo, Università Statale Milano, Libertà e Giustizia, Castelvecchi) di cui Radio Popolare è media partner (qui il programma https://www.libertaegiustizia.it/2025/11/21/autoritarismi-in-democrazia/). Ospite del primo incontro (22 novembre 2025) la filosofa Chiara Bottici, della New School for Social Research di New York. «Il clima negli Stati Uniti – ha raccontato la filosofa - è estremamente allarmante, estremamente preoccupante. Quando parlo di neofascismo non è un'esagerazione, non è un modo per dire "questi sono cattivi, Trump è autoritario"».

    Pubblica - 27-11-2025

  • PlayStop

    A come Atlante di giovedì 27/11/2025

    Trasmissione trisettimanale, il lunedì dedicata all’America Latina con Chawki Senouci, il mercoledì all’Asia con Diana Santini, il giovedì all’Africa con Sara Milanese.

    A come Atlante – Geopolitica e materie prime - 27-11-2025

  • PlayStop

    Note dell’autore di giovedì 27/11/2025

    Un appuntamento quasi quotidiano, sintetico e significativo con un autore, al microfono delle voci di Radio Popolare. Note dell’autore è letteratura, saggistica, poesia, drammaturgia e molto altro. Il tutto nel tempo di un caffè!

    Note dell’autore - 27-11-2025

  • PlayStop

    Sanità al verde, Garattini: "Serve una tassa sulla ricchezza"

    A Radio Popolare il farmacologo Silvio Garattini commenta l'aumento della sanità privata a discapito del pubblico e invoca scelte coraggiose. "È necessario un cambiamento radicale. Per finanziare il SSN serve una tassa sulla ricchezza e sugli extraprofitti. Chi ha ricevuto di più, ora deve dare indietro qualcosa alla società", dice il fondatore dell'Istituto Mario Negri ai microfoni di Mattia Guastafierro.

    Clip - 27-11-2025

  • PlayStop

    Tutto scorre di giovedì 27/11/2025

    Sguardi, opinioni, vite, dialoghi al microfono. Condotta da Massimo Bacchetta, in redazione Luisa Nannipieri.

    Tutto scorre - 27-11-2025

  • PlayStop

    Presto Presto - Interviste e Analisi di giovedì 27/11/2025

    Destra ed estrema destra alla conquista d'Europa e non solo dai nuovi sovranismi dell'Est Europa, in Germania la strategia di Merz e Weber guarda a AFD come stampella per far passare leggi più dure a partire dai migranti e cittadini stranieri residenti, l'analisi di Pier Virgilio Dastoli presidente del Movimento Europeo. Il siluramento mediatico di Witkoff racconta della debolezza della diplomazia di Trump basata sulle forza e sugli affari, l'analisi di Gianluca Pastori docente all'Università Cattolica ed esperto di Relazioni transatlantiche dell’Ispi. Martina Stefanoni di ritorno dalla Cisgiordania ci racconta l'impossibilità di muoversi e lavorare, la paura dei coloni e delle loro forze paramilitari, mentre avanza l'occupazione.

    Presto Presto – Interviste e analisi - 27-11-2025

Adesso in diretta