Approfondimenti

Chiudere i Cpr, lager moderni

CPR Milano via Corelli ANSA

Pensate di avere macchie e croste su tutto il corpo; pensate di non ricevere alcuna cura, una crema, niente, se non gli psicofarmaci per farvi spegnere il cervello; pensate di ricevere cibo da consumare entro due ore dalla consegna senza sapere quando è stato consegnato; pensate di aprire quelle confezioni e sentire odori rancidi, sapori cattivi; pensate di ricevere quelle vaschette attraverso grate di ferro, come gli animali allo zoo; pensate di andare in bagno e trovarli ogni giorno sporchi, in condizioni pietose; pensate di essere chiusi in gabbia perchè considerati persone illegali. Pensate di arrivare a volervi sdraiare nudi sull’asfalto sotto la pioggia battente in una sera d’inizio febbraio per chiedere aiuto, e ricevere botte. Provate a pensare di preferire la morte a questa non-vita, come deve aver pensato Ousmane Sylla prima di uccidersi nel Cpr di Roma qualche giorno fa. È difficile.
Questo sono ancora oggi, dopo più di 20 anni, i Centri per il rimpatrio degli immigrati, lager moderni che ospitiamo nelle nostre città. Per quanto tempo ancora?


Domenica 12 febbraio 2024

Nudi sotto la pioggia e poi picchiati. Ancora violenze al Cpr di Milano

Prima la protesta, poi il pestaggio. Nella notte nel Cpr di via Corelli a Milano due ragazzi sono stati picchiati a colpi di manganello da agenti in tenuta antisommossa. I video che riprendono le immagini scioccanti della protesta e del pestaggio sono stati diffuse dalla rete Mai Più Lager – No ai Cpr.

Prima del pestaggio c’era stata una protesta legata – dicono i migranti – alle cure mediche e al cibo. Alcune persone semi nude si erano sdraiate nel cortile del centro sotto la pioggia battente per diverse ore.

La Prefettura di Milano conferma la protesta legata al cibo e che gli operatori del centro hanno poi chiamato la forza pubblica per intervenire. Come stanno i due ragazzi vittime del pestaggio, quali sono le notizie della mattina dal centro? Lo abbiamo chiesto a Teresa Florio della rete Mai Più Lager – No ai Cpr:

Da dicembre il Cpr di Milano è commissariato a seguito di un’inchiesta della Procura, ma la situazione con la gestione commissariale non è migliorata. “Il Cpr di via Corelli va chiuso. Ogni giorno che passa senza un intervento del ministero dell’Interno è un giorno buttato via” dice il responsabile immigrazione del Pd Pierfrancesco Majorino.

Il senatore dell’Alleanza Verdi-Sinistra Tino Magni presenterà un’interrogazione parlamentare al ministro Piantedosi. Lo abbiamo intervistato:

  • Autore articolo
    Roberto Maggioni
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    Violenza stradale, numeri un po' in calo. Il rimedio: l’educazione e diminuire la velocità

    L’Istat ha pubblicato i report sugli scontri stradali, su base regionale (relativi al 2024) e anche alcuni dati sui primi sei mesi di quest’anno. Ci sono meno feriti e meno vittime sulle strade, anche se i numeri restano ancora drammaticamente elevati. Secondo l’Istituto di Statistica nel primo semestre del 2025 i morti sono stati 1310 (si parla di morti per scontri stradali se il decesso avviene entro 30 giorni dall’evento, quindi sono escluse le persone che muoiono, nonostante la causa siano le conseguenze dello scontro, oltre quel limite temporale) contro i 1406 dello stesso periodo dell’anno precedente. I feriti sono stati 111090, anche in questo caso in calo rispetto al 2024, quando erano stati 112428. Gli obiettivi europei sulla sicurezza stradale prevedono il dimezzamento del numero di vittime e feriti gravi entro il 2030 rispetto all’anno di riferimento, che è il 2019. In Italia al momento registriamo una diminuzione del 4,5% (in Lombardia del 12,6). Bisogna ancora fare molto per riuscire a raggiungere l’obiettivo. Uno degli aspetti fondamentali, oltre la diminuzione della velocità, è l’incremento dell’educazione stradale. Stefano Guarnieri, padre di Lorenzo, morto nel 2010 a causa di un omicidio stradale a Firenze ha fondato l’associazione Lorenzo Guarnieri, che da anni si impegna a portare avanti un discorso di educazione. Alessandro Braga lo ha intervistato nella trasmissione Tutto Scorre.

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    Nubi sull'università italiana: si moltiplicano le adesioni alle università private telematiche, mentre alle statali il governo Meloni taglia i fondi. Ospite l'economista Gianfranco Viesti. E poi, il caso Raiplay Sound, la censura nei confronti di un podcast – prima autorizzato e poi annullato - sulla storia di Margherita Cagol, una delle fondatrici delle Brigate rosse. A Pubblica Nicola Attadio, uno degli autori insieme al giornalista Paolo Morando e al musicista Matteo Portelli.

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