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Il via al processo Eternit bis, l’ok ai vaccini in vacanza e le altre notizie della giornata

generale filgiuolo ANSA

Il racconto della giornata di mercoledì 9 giugno 2021 con le notizie principali del giornale radio delle 19.30. Parte a Novara il processo Eternit bis: ora l’accusa è omicidio volontario. Il centro destra comunica i candidati sindaco di Roma e Torino, ancora nulla per Milano. Via libera del generale Figliolo alle seconde dosi del vaccino anticovid in vacanza, ma l’organizzazione è in capo alle regioni. Qualche dubbio sull’opportunità degli open day per i vaccini ad adenovirus per gli under 50: due pareri contrastanti. Infine l’andamento dell’epidemia di COVID-19 in Italia.

Al via il processo Eternit bis

Si è aperto oggi a Novara il processo Eternit “bis”, per 392 vittime dello stabilimento dell’alessandrino.  A sostenere l’accusa in aula il pm torinese Gianfranco Colace, che già faceva parte del pool di Raffaele Guariniello quando nel 2009 era iniziata l’udienza preliminare del più grande procedimento della storia giudiziaria, con 2889 persone offese e 6300 parti civili.

Nel 2012, per il primo maxi processo,  il tribunale aveva condannato gli imputati, il magnate svizzero Stephan Schmidheiny e il barone belga Louis De Cartier (morto nel 2013) a 16 anni di carcere e risarcimenti per 89 milioni di euro. In appello la pena a Schmidheiny era stata alzata a 18 anni. Ma la Cassazione aveva annullato senza rinvio dichiarando la prescrizione.

Eternit “bis” si era aperto nel 2016: il gup Federica Bompieri a Torino aveva spacchettato il procedimento derubricando l’accusa da omicidio doloso a colposo, stabilendo le competenze di Napoli per i morti di Bagnoli, Reggio Emilia per quelli d Rubiera e Vercelli per Casale, mentre il capoluogo piemontese per Cavagnolo. Quattro processi che poi avevano comunque preso non solo strade ma anche accuse diverse: Napoli aveva deciso di contestare l’omicidio volontario con dolo eventuale, idem Vercelli che però ha “passato” il processo a Novara non avendo la corte d’Assise, mentre a Torino Schmidheiny era stato condannato a 4 anni, ma per omicidio colposo.

Bruno Pesce, coordinatore dell’associazione familiari vittime dell’amianto:

 

Il centrodestra trova il candidato per Roma, ma resta in alto mare per Milano

(di Michele Migone)

Matteo Salvini al termine del vertice si autoproclama leader del Centrodestra, ma oggi, anche oggi, ha dovuto cedere a Giorgia Meloni. 

Il candidato sindaco per Roma è Enrico Michetti, Direttore della Gazzetta Amministrativa, opinionista di Radio Radio, un tribuno populista via etere.

Formerà il ticket con il magistrato Simonetta Matone, volto televisivo di Porta a Porta, fino a ieri, grazie a un sondaggio riservato sulla sua popolarità, la candidata di Lega e Forza Italia e sorpassata oggi da Michetti, imposta da Giorgia Meloni.

La candidatura di Michetti, il Mr Wolf dei sindaci, l’ha definito la leader di Forza Italia per spiegare quanto è bravo a risolvere i problemi amministrativi, ha sbloccato il nome dell’imprenditore Paolo Damilano per Torino. Lo voleva Salvini e alla fine, Meloni, che fino a ieri lo osteggiava, lo ha concesso. Mancano i nomi per Milano, Bologna e per la Regione in Calabria. Se lo schema è quello di oggi, usciranno solo se la Meloni sarà d’accordo. Se no, Matteo Salvini può dire di essere il leader, ma non riuscire a farlo. In attesa del prossimo vertice, Meloni 1, Salvini 0. 

Ok alla seconda dose del vaccino in vacanza

(di Andrea Monti)

Il sì di Figliuolo arriva dopo settimane di discussioni, con alcune regioni che chiedevano con forza di poter vaccinare i turisti. Oggi il generale ha dato l’ok, ma nel documento che ha firmato si dà l’autorizzazione solo per “motivi eccezionali”, senza dire quali siano esattamente.

La questione non è secondaria, perché nello stesso testo si legge che la struttura commissariale è disponibile a redistribuire le dosi tra le regioni coinvolte solo in questi casi eccezionali, e solo se viene informata con “adeguato preavviso”: un’altra espressione che si presta a diverse interpretazioni e non dà certezze. I dubbi non finiscono qui: c’è il tema dei sistemi di prenotazione, che variano a seconda della regione. “I sistemi informativi saranno allineati”, ha detto oggi Figliuolo, ma solo ieri – e solo per fare un esempio – l’assessore alla sanità delle Marche avvertiva che al momento la sua regione è in grado di fare uno “scambio automatico” solo con la Lombardia. Lombardia dove pochi giorni fa il presidente Attilio Fontana ha detto che i vaccini in vacanza si possono fare, ma è complicato.

Il punto è che ogni regione fa storia a sé, tra quelle più scettiche sull’operazione e quelle più entusiaste, come Liguria e Piemonte, che già a maggio avevano annunciato un accordo per scambiarsi le dosi “turistiche”. Se a tutte queste incognite si aggiungono i tempi stretti – l’estate inizia tra una decina di giorni – sembra difficile pensare a vaccinazioni di massa per chi va in ferie: e del resto oggi lo stesso Figliuolo ha detto che siamo più di fronte a uno spot che a una necessità.

Gli open day AstraZeneca per i giovani sono inutilmente rischiosi? Due pareri diversi

A far discutere in tema di coronavirus non sono solo le iniezioni in vacanza: oggi il coordinatore del comitato tecnico-scientifico Franco Locatelli non ha escluso modifiche alle indicazioni su Astrazeneca. Il punto sono gli open day indirizzati alle fasce più giovani e i rischi di rari effetti collaterali, in particolare per le ragazze. Gennaro Ciliberto è presidente della Società italiana di biofisica e biologia molecolare ed è tra gli scienziati che hanno firmato una lettera aperta sulla questione.

Diverso il parere di Massimo Andreoni, direttore scientifico della Società italiana di malattie infettive.

L’andamento dell’epidemia di COVID-19 in Italia

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    Il grande flop delle case della salute. Solo il 5% è pienamente funzionante. La denuncia del Pd lombardo

    Dovevano essere i presidi con cui ricostruire la sanità sul territorio in Lombardia, ma finora le case di comunità sono state un flop. 216 sono quelle previste entro la scadenza dei fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza che arriverà a giugno 2026. Al momento 140 hanno aperto, ma solo otto in tutta la regione (sei in provincia di Bergamo e due nel varesotto) hanno tutti i requisiti obbligatori previsti dalla legge. In totale sono meno del 6 percento. La denuncia è del gruppo consiliare del Partito democratico lombardo che ha fatto un accesso agli atti alla direzione generale Welfare per ognuna delle case di comunità attive in Lombardia. L’assessorato ha replicato che i numeri diffusi “sono usati in modo difforme dalla realtà. Le rilevazioni mostrano percentuali elevate di attuazione per la maggior parte dei servizi obbligatori”. Per il capogruppo del Pd al Pirellone, Pierfrancesco Majorino, “Regione Lombardia è in colpevole ritardo”.

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