
A Milano ci sono stati due morti sul lavoro, in due diversi incidenti. Endrit Ademi aveva 24 anni. Lavorava in un cantiere, è caduto da un altezza di 12 metri da un trabattello che secondo i sindacati che lo hanno visionato era piuttosto precario e non sicuro. Stava lavorando su un balcone al terzo piano nel rifacimento della facciata di un palazzo nel quartiere di Lambrate. Roberto Vitale aveva 60 anni, è morto nella notte, a Carpiano, nel milanese, investito e ucciso da una motrice mentre camminava nel piazzale dell’azienda di autotrasporti dove lavorava. Caduta dall’alto e investimento sono tra gli incidenti più comuni in edilizia e logistica. Secondo dati Inail, nel primo trimestre 2025 sono state denunciate 205 morti sul lavoro, più 8,37% sullo stesso periodo 2024. L’Osservatorio indipendente di Bologna al 31 marzo ne ha registrati 256 sui soli luoghi di lavoro, che sono il 43% in più di quelli ufficiali. Al 6 maggio, compresi quelli in itinere, siamo a 456 morti, quasi 4 al giorno. Giovedì ci sarà l’incontro tra governo e sindacati, sui fondi inail destinati alla sicurezza. Giorgia Meloni non dovrebbe partecipare. E già si prospetta, al di là degli annunci pre primo maggio, un altro buco. IL governo non vuole attaccare le imprese, e punta a rafforzare i bandi a fondo perduto per le imprese che investono in sicurezza, e potenziare e favorire con premi Inail più bassi le imprese ritenute “virtuose”. Mentre i sindacati vorrebbero usare i fondi per più ispettori, e chiedono il reato di omicidio sul lavoro e la nascita di una procura speciale oltre all’abolizione del subappalto a cascata e delle gare al massimo ribasso, punti su cui il governo è contrario. E se la Cisl, di nuovo, flirta col governo Meloni, Cgil e Uil viste le premesse parlano già di incontro finto.