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Natale in corsia, ambulatori a rischio chiusura

Tempi duri per i medici ospedalieri. Le festività natalizie sono destinate ad aggravare il caos già creato in corsia dall’applicazione della direttiva europea sui turni di lavoro. Come è noto, la norma che dal 25 novembre viene applicata anche nel nostro Paese prevede che i turni durino al massimo 13 ore e i riposi almeno 11. Il tutto a parità di personale. Numeri che hanno fatto sballare l’organizzazione di molti reparti. Tagli di posti letto, unità accorpate, ambulatori chiusi, addirittura operazioni saltate. E gli ispettori del lavoro che fanno i controlli negli ospedali.

Anche in Lombardia, regione che fa dell’efficienza nella sanità il suo fiore all’occhiello, le ricadute della nuova normativa si fanno sentire. E la previsione per i giorni di Natale e Capodanno è che la situazione possa solo peggiorare.

“Confermo la situazione di caos – ci dice Sonia Ribera, segretaria regionale della Cgil Medici – il che però è abbastanza sorprendente. Che la direttiva europea sarebbe entrata in vigore il 25 novembre lo si sapeva da un anno. Tutti quanti però nutrivano la convinzione che ci sarebbe stata una proroga e si sarebbe potuto continuare a organizzare il lavoro senza regole certe”.

“In Regione Lombardia – prosegue la sindacalista – l’unica direttiva che è stata data alle direzioni aziendali e ai primari è stata di riorganizzare i turni in modo da garantire lo stesso tipo di prestazioni, nel rispetto delle norme, con il personale che avevano. Una cosa ridicola, se si pensa che si è venuti meno al rispetto delle regole proprio perchè il personale non era sufficiente”.

“Adesso con il periodo natalizio il problema si è acuito: tutte le strutture più piccole, che devono garantire i turni di guardia, non riescono a dare le ferie o non riescono a garantire il rispetto della norma. Devo dire che Regione Lombardia ha deciso una deroga al tetto delle assunzioni per garantire il turn over, ma ancora non è abbastanza”.

Parlando di caos, ci può fare qualche esempio?

“Nella riorganizzazione del lavoro, nel tentativo di garantire la continuità assistenziale e quindi i turni di guardia in conformità alle norme europee, stanno saltando delle prestazioni ambulatoriali. Si pensa per esempio di spostare le attività degli ambulatori delle fasce pomeridiane e serali”.

Per questi giorni di festività prevede altre ricadute sui pazienti?

“Sicuramente sì, anche se non ho notizie certe. Del resto a queste situazioni si cerca di dare meno visibilità possibile, perchè queste notizie hanno un impatto molto negativo sull’opinione pubblica. Ma certamente verranno chiuse delle linee di prestazioni: durante le Feste certi ambulatori saranno aperti solo la mattina, oppure saranno prolungati i giorni di chiusura di certi servizi. Ci sono delle chirurgie specialistiche o degli ambulatori che agiscono più su patologie di tipo cronico, i cui appuntamenti sono differibili, che invece di chiudere 7-8 giorni come avveniva solitamente durante il periodo natalizio staranno chiusi 15-17 giorni”.

Ascolta l’intervista integrale con Sonia Ribera.

Sonia Ribera – Cgil

Natale in corsia 2

 

“Quello che ha maggiormente scombussolato le cose sono le 11 ore di riposo tra un turno e l’altro – dice Silverio Selvetti, segretario regionale di Anaao (Associazione di medici e dirigenti ospedalieri). “I reparti piccoli con un minor numero di medici sono entrati in sofferenza, tanto che alcune sedute operatorie sono saltate o sono state rinviate. Si fa sempre più fatica a organizzare i turni di noi medici, occorre un’iniezione di forze fresche. Nei fine settimana – prosegue Selvetti – dove si era al lavoro in due ora bisogna esserci in tre o in quattro. Anche nelle Feste i medici faranno meno ferie di prima. E a gennaio, con il picco dell’influenza, saremo di nuovo in crisi nei Pronto Soccorso, dove ci sarà l’afflusso principale. Insomma, per quanta buona volontà ci si metta, la situazione sta per scoppiare”.

Ascolta l’intervista integrale di Silverio Selvetti

Silverio Selvetti – Anaao

Situazioni confermate anche da altri medici che abbiamo interpellato, che però preferiscono parlare sotto anonimato.

In un piccolo ospedale in provincia di Bergamo i medici hanno aumentato l’impegno e i pazienti non dovrebbero subire disservizi nelle festività natalizie. Ma l’andazzo generale è simile a quello raccontato dai dirigenti sindacali. “Abbiamo rimodellato i nostri orari di lavoro e qualche problema c’è stato, ma non ricadute sui pazienti perchè l’organico è comunque sufficiente. Certo, questo vale per le situazioni ordinarie. La direttiva prevede che le nostre ore settimanali di lavoro vengano spalmate sui quattro mesi. Sotto Natale lavoreremo tutti di più, mentre riposeremo nelle settimane successive”, spiega lo specialista di medicina generale.

“Caos non è la parola giusta – sostiene invece una internista del Policlinico di Milano – ma certo c’è un sovraffollamento, un carico di lavoro maggiore perchè le attività devono essere compresse in meno giorni. Con l’applicazione della direttiva chi fa la notte non lavora né il giorno prima né il giorno dopo. Chi c’è deve magari coprire due ambulatori, con il risultato che i tempi di attesa per i pazienti si allungano”.

Cosa prevede per i giorni di Natale e Capodanno?

“Di sicuro gli ambulatori osserveranno orari di apertura più corti, già in questi giorni l’attività è un po’ ridotta. Durante le Feste non possiamo risposare quanto facevamo gli altri anni, perchè mancherebbe il personale necessario per l’attività regolare. Tiriamo avanti posticipando le ferie, in una situazione in cui già da anni noi medici arriviamo a fare 200 ore l’anno di straordinario che non vengono pagate”.

  • Autore articolo
    Lorenza Ghidini
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    Società Civile per il No. È nato il comitato, promosso da vari esponenti della società civile, da sindacati, associazioni e realtà democratiche, che sostiene le ragioni del No al referendum costituzionale sulla riforma della Giustizia del Guardasigilli Carlo Nordio. Presieduto da Giovanni Bachelet, il comitato ha nel direttivo nomi importanti come il segretario della Cgil Maurizio Landini, la presidente di Libertà e Giustizia Daniela Padoan e l’ex ministra Rosy Bindi. I principali punti del comitato vertono sul fatto che una magistratura autonoma, indipendente, che non guarda in faccia a nessuno sia una cosa che conviene ai cittadini. Il prossimo 10 gennaio a Roma si terrà la prima assemblea generale, per la partenza della campagna referendaria, che vedrà la nascita di comitati territoriali in tutta Italia per lanciare una campagna informativa sulle ragioni del No. “Riteniamo che sia una battaglia per evitare che venga minato un principio fondamentale della nostra democrazia”, ha detto Rosy Bindi, che fa parte del direttivo del comitato, nella nostra trasmissione Radio Sveglia. L'intervista di Alessandro Braga.

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