Maggie Smith rappresenta per lo spettacolo la materializzazione della più alta tradizione interpretativa anglosassone. Quanto John Gielgud o Laurence Olivier, questa versatile e straordinaria artista è entrata nella memoria di un vastissimo pubblico con personaggi che sono ormai parte della leggenda del cinema e del teatro.
Nel 1970 ha vinto un Oscar da attrice protagonista per il ruolo di Jean Brodie in La strana voglia di Jean, tratto da un romanzo di Muriel Spark e, nel 1979, l’Oscar per come attrice non protagonista per California Suite. Ma le candidature all’Oscar sono state molte di più, e moltissimi gli altri riconoscimenti, dai BAFTA, ai Golden Globe, agli Emmy, ai Tony per il teatro. Il grande pubblico la ricorderà immediatamente per le sue memorabili interpretazioni in film come In viaggio con la zia, Camera con vista, Gosford Park, Hook – Capitan Uncino, Un te’ con Mussolini. E ancora per la madre superiora nei due Sister Act e naturalmente per il ruolo di Minerva McGrannitt nella lunga e fortunata saga di Harry Potter o per la contessa Violet Crawley, nella serie tv Downtown Abbey. In teatro, fin da giovanissima, si è distinta nei classici, da Shakespeare a Ibsen, Coward, Strindberg o Cechov, senza trascurare i contemporanei, come Osborne, Anouilh, Stoppard, con alcuni dei quali stabilì sodalizi privilegiati, come con Shaffer o Albee. Maggie Smith era dotata di una innata, inconfondibile ironia che sfoggiava anche nelle sue apparizioni pubbliche, è stata insignita delle massime onorificenze della Corona Britannica per meriti artistici.
Morta a 89 anni la celebre attrice britannica Maggie Smith
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Autore articolo
Ira Rubini