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Moon Knight, la serie nuova serie Marvel su Disney+

moon knight

Periodicamente qualcuno si chiede se ci stiamo stancando dei supereroi. La risposta, evidentemente, è “non ancora”, considerando che a resuscitare quasi letteralmente il box office cinematografico dopo due anni di pandemia è stato Spider-Man: No Way Home, l’ultimo film sull’Uomo ragno del Marvel Cinematic Universe, ovvero di quel ramificato franchise iniziato nel 2008 con il primo Iron Man. Spider-Man: No Way Home, uscito a fine 2021, è al momento al sesto posto della classifica degli incassi di tutti i tempi, poco sotto i due miliardi di dollari, ed è a suo modo una chiusura del cerchio perché – chi l’ha visto lo sa – riesce a ricollegarsi alla prima versione cinematografica di Spider-Man, il film del 2002 con Tobey Maguire diretto da Sam Raimi che gli esperti identificano, insieme a X-Men, come il primo cinefumetto contemporaneo (a proposito di corsi e ricorsi: Sam Raimi sta per tornare in sala con un altro film Marvel, Doctor Strange nel Multiverso della follia). Negli ultimi 15 anni, imparando dalle strategie della serialità tv (i crossover tra un film e l’altro, e soprattutto le scene alla fine dei titoli di coda per rimandare al film successivo), i Marvel Studios hanno edificato un franchise cinematografico come non se n’erano mai visti, che si è ampliato poi al piccolo schermo con il lancio di Disney+. WandaVision, The Falcon and the Winter Soldier, Loki, What If…? e Hawkeye sono tutte serie perfettamente integrate nelle vicende raccontate nei film, e a loro volta influenzano le narrazioni e i personaggi dei titoli successivi: in The Falcon and the Winter Soldier “nasce” un nuovo Captain America, per esempio; in Loki si aprono le porte del Multiverso… Una strategia che Disney aveva già provato ad adottare con Agents of S.H.I.E.L.D. quasi dieci anni fa, sulla generalista ABC, ma che certo funziona molto meglio oggi, su una piattaforma streaming utilizzata in tutto il mondo. Proprio l’introduzione del Multiverso sembra proporre un successivo stadio evolutivo per la Marvel, in grado di “inglobare”, alla bisogna, qualsiasi altro film o serie mai prodotto prima.

In Spider-Man: No Way Home, tra gli altri personaggi, compare per un breve cameo l’avvocato Matt Murdock, alter ego di Daredevil, uno degli eroi più celebri della Casa delle Idee. Lo interpreta Charlie Cox, ovvero l’attore che l’ha impersonato nella serie Netflix Daredevil, la quale, infatti, insieme alle “colleghe” di franchise Jessica Jones, Luke Cage, Iron Fist e The Defenders, negli Stati Uniti è stata spostata da Netflix a Disney+ (potrebbe succedere anche in Italia, ma ancora non si sa quando), ufficializzandone l’appartenenza al Marvel Cinematic Universe. Nel frattempo, su Disney+ sta andando in onda un’altra serie inserita nella saga, Moon Knight: il protagonista è un supereroe molto meno famoso, se non per i fan dei fumetti più esperti che in Italia se lo ricorderanno forse a fine anni 70 con il nome di Lunar. Affetto da una sorta di disturbo dissociativo della personalità, Moon Knight in un solo corpo riunisce almeno due identità contrapposte: Steven Grant, un commesso londinese un po’ nerd, e Marc Spector, mercenario infallibile, a sua volta dominato da una divinità egizia che lo forza a combattere per il bene. In entrambi i casi, è interpretato da Oscar Isaac, ottimo attore di origini cubano-guatemalteche, che nell’ultimo anno pare onnipresente: l’abbiamo visto nel kolossal Dune, nel dramma di Paul Schrader Il collezionista di carte, nell’intensa serie HBO Scene da un matrimonio, remake dell’omonima di Ingmar Bergman. Accanto a lui, nel ruolo di un inquietante guru, un altro divo hollywoodiano, Ethan Hawke. Curiosamente, Oscar Isaac ha già interpretato un personaggio Marvel, qualche anno fa, e cioè il villain Apocalisse nel film X-Men: Apocalypse. La saga cinematografica degli X-Men apparteneva alla Fox, ma ora che la Disney ha acquisito con una mega fusione anche quest’ultima, chissà, potrebbe decidere di inserire ufficialmente anche i mutanti nel suo Multiverso. Di più: Apocalisse era di origini egizie, e in Egitto sembra proprio condurci la storia di Moon Knight … A forza di mangiarsi pezzetti di Hollywood, Disney potrebbe finire per mordersi la coda. E noi spettatori soprattutto a trovarci, in men che non si dica, davanti a un monopolio dell’intrattenimento mondiale.

  • Autore articolo
    Alice Cucchetti
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    Negli uffici immigrazione svolgono un ruolo ritenuto essenziale, un contratto stabile però non l’hanno mai visto. Anzi ora rischiano di veder scadere pure quello che avevano. Lavoratrici e lavoratori in somministrazione di prefetture e questure sanno in quali paradossi si può finire quando a creare precarietà è lo stesso Stato: ogni giorno puoi trovarti a gestire centinaia di appuntamenti, pratiche lunghe e delicate come il rilascio di un permesso di soggiorno o di una cittadinanza, sapere che nessuno farebbe quel lavoro al posto tuo, eppure non avere la certezza di ricevere uno stipendio tra pochi mesi. Ora le agenzie per il lavoro Adecco e Randstad non hanno intenzione di prorogare i loro contratti, in scadenza la prossima settimana. Anzi dopo aver vinto 15 mesi fa la gara del ministero dell’Interno con un’offerta al ribasso, hanno presentato un ricorso al Tar perché la proroga tecnica di quella gara non consentirebbe più loro di assorbire i costi di tutti i contratti. In questo pasticcio rischiano di perdere il posto oltre mille persone. Alcune di loro stamattina erano in presidio davanti alla sede milanese di Adecco, vicino a piazzale Udine. Le interviste sono di Luca Parena.

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