A Matteo Renzi piacerebbe una sfida al congresso con Andrea Orlando.
Il ministro della Giustizia potrebbe candidarsi alla segreteria del Partito Democratico.
Sarebbe il più autorevole contendente di Matteo Renzi. Sulla carta, un bel guaio per il segretario uscente, perché Orlando e la sua corrente dei “Giovani Turchi” hanno rappresentato fino a oggi una delle componenti della maggioranza renziana.
Ma in queste ore convulse, dove lo scontro assume toni drammatici e da resa dei conti all’ultimo sangue, sarebbe lo scenario migliore per Renzi.
Orlando è giovane ma ha una cultura politica che affonda solidamente le radici nel mondo degli ex Democratici di Sinistra. E’ molto apprezzato dal Presidente Emerito della Repubblica, Giorgio Napolitano che lo considera il suo referente politico nel Pd. Ha di recente ricevuto la benedizione di Ugo Sposetti, il cassiere del patrimonio finanziario che discende dal Partito Comunista Italiano.
“Il mio erede è Orlando, le chiavi passeranno a lui” ha detto Sposetti durante una cena a cui ha partecipato anche Massimo D’Alema. Una investitura che conferisce a Orlando gli stemmi nobiliari dell’ex Pci. E Sposetti ha aggiunto: “la scissione non si deve fare”.
Orlando potrebbe essere in grado di unificare tutte le componenti di minoranza del Pd, gli ex Ds che oggi conducono una guerra di logoramento quotidiana contro Renzi: da Bersani a Cuperlo, a Rossi.
Orlando però, è il ragionamento che fa in queste ore Renzi, a differenza degli attuali leader di corrente garantirebbe lealtà istituzionale e politica.
Renzi è convinto che vincerebbe comunque il congresso e in più otterrebbe tutti gli altri risultati che si pone: evitare scissioni troppo dolorose e avere per il futuro un interlocutore affidabile nella minoranza.
Un avversario di lotta e di Governo.