Approfondimenti

La follia dei jihadisti: “Dopo di me il diluvio”

La più grande diga in Iraq e la seconda in Medio Oriente. Quella di Mosul è alta, nel punto più profondo, 330 metri e raccoglie 11 miliardi di litri d’acqua. E’ stata progettata e costruita nel 1982, per volontà dello stesso dittatore Saddam Hussein, che voleva inseguire le orme di Giamal Abdel Nasser (diga di Asswan sul Nilo) ed ereditarne la leadership del mondo arabo.

Il gigantesco manufatto però ha i piedi di argilla. Non è per nulla una metafora, ma la realtà geologica. Per la stabilità della diga è stato necessario eseguire sistematici lavori di manutenzione, per consolidare la base sulla quale è stata costruita. A causa della guerra e del disinteresse dei governi succeduti a Baghdad e poi in seguito all’occupazione di Mosul da parte dei jihadisti, la diga è rimasta senza interventi di consolidamento e la stabilità della struttura ne ha sentito ampiamente. Nel 2015, uno studio tecnico del genio militare statunitense ha addirittura pronosticato l’inutilità degli interventi di consolidamento sostenendo che la diga era oramai compromessa, ed ha invitato il governo di Baghdad a mettere in campo un piano di emergenza per la salvaguardia della popolazione dei villaggi a valle e della stessa Mosul. Secondo quello studio, l’onda lunga provocata dal crollo minaccerebbe addirittura alcuni quartieri di Baghdad. La stampa irachena allora aveva scritto che le previsioni statunitensi erano esagerate e la diffusione del rapporto, forse, era dettata dallo smacco della perdita dell’appalto, indetto dal governo di Baghdad e vinto da una ditta italiana, la Trevi di Cesena.

Lo scenario ipotizzato è stato chiamato dai media locali “la replica in tempi moderni del diluvio universale”, a 50 km dal sedicente califfato nero. Il governo iracheno dell’allora premier Al-Maliki ha diramato un piano di emergenza, ma non potendo intervenire direttamente, perché il territorio non era sotto il suo controllo militare, si è limitato a chiedere alla popolazione di abbandonare le case costruite nelle vicinanze dell’alveo del fiume e di arginare l’onda delle acque con sacchi di sabbia. Un comunicato che ha suscitato l’ira e l’ironia degli iracheni.

L’infrastruttura che era difesa dai curdi, nel 2014 è stata occupata dai miliziani di Daiesh e poi alla fine del 2015, dopo settimane di combattimento, è stata riconquistata dai Peshmerga curdi. Le prime analisi tecniche hanno dimostrato che era pericolosa. Alcune paratie per la regolazione del flusso dell’acqua erano fortemente compromesse da dissesti geologici che hanno causato danni ai meccanismi di apertura e chiusura.

Adesso arrivano le notizie di un piano folle per la distruzione della diga. Un piano allo studio dei capi militari di Daiesh che prevede l’utilizzo di 200 kamikaze. L’intelligence irachena ha avuto una soffiata e si sta lavorando per contrastarlo. Il 6 settembre l’ambasciatore italiano Marco Cornelos si è incontrato con il ministro delle risorse idriche iracheno per far fronte alla minaccia. Dallo scorso aprile, infatti, lavorano al consolidamento della diga circa 400 italiani tra civili e militari.

Due anni fa gli USA avevano messo in guardia il governo iracheno sulle gravi condizioni in cui versa la diga, rimasta senza manutenzioni per diversi anni. La gara per i lavori di salvataggio è stata vinta da una ditta italiana e il governo Renzi ha spedito un contingente militare per la protezione di tecnici e lavoratori. Il piano folle dei jihadisti per il momento è soltanto sulla carta, ma la situazione è critica, anche perché la diga militarmente è indifendibile. Il suo crollo causerebbe una catastrofe umanitaria e ambientale. Oltre all’interruzione dell’elettricità per 2 milioni di abitanti, l’acqua sommergerebbe diversi quartieri di Mosul e interi villaggi a valle, per arrivare a minacciare quartieri della capitale Baghdad.

Lo scorso maggio un servizio della Rai aveva documentato un tentativo di attacco kamikaze alla diga

[youtube id=”5zRj-uij9ZY”]

La missione militare alla diga di Mosul è la prima del suo genere per l’Italia. Sono stati mandati soldati italiani non per una missione umanitaria o per un’azione di politica estera, ma per proteggere un interesse economico diretto. Il “sistema paese” che va a difendere in terra straniera il lavoro italiano. Non era mai avvenuto prima. Le missioni militari italiane all’estero – contrariamente a quanto avveniva per quelle delle altre potenze occidentali – non si erano mai tradotte in appalti per le ditte italiane, anche in quelle operazioni che avevano visto i soldati italiani ed il ruolo politico dell’Italia in prima linea, come per esempio nel piano di peacekeeping in Libano e nella guerra del Kossovo. Nel caso della diga di Mosul, la situazione si è rovesciata: sono i militari a sostenere le sfide tecniche vincenti delle imprese italiane.

Da una parte si dovrebbe essere lusingati, ma un pizzico di preoccupazione non guasta.

 

 

  • Autore articolo
    Farid Adly
ARTICOLI CORRELATITutti gli articoli
POTREBBE PIACERTI ANCHETutte le trasmissioni

Adesso in diretta

  • Ascolta la diretta

Ultimo giornale Radio

  • PlayStop

    Giornale Radio domenica 23/11 13:00

    Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi. Tutto questo nelle tre edizioni principali del notiziario di Radio Popolare, al mattino, a metà giornata e alla sera.

    Giornale Radio - 23-11-2025

Ultimo giornale Radio in breve

  • PlayStop

    Gr in breve domenica 23/11 17:30

    Edizione breve del notiziario di Radio Popolare. Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi.

    Giornale Radio in breve - 23-11-2025

Ultima Rassegna stampa

  • PlayStop

    Rassegna stampa di domenica 23/11/2025

    La rassegna stampa di Popolare Network non si limita ad una carrellata sulle prime pagine dei principali quotidiani italiani: entra in profondità, scova notizie curiose, evidenzia punti di vista differenti e scopre strane analogie tra giornali che dovrebbero pensarla diversamente.

    Rassegna stampa - 23-11-2025

Ultimo Metroregione

  • PlayStop

    Metroregione di venerdì 21/11/2025 delle 19:49

    Metroregione è il notiziario regionale di Radio Popolare. Racconta le notizie che arrivano dal territorio della Lombardia, con particolare attenzione ai fatti che riguardano la politica locale, le lotte sindacali e le questioni che riguardano i nuovi cittadini. Da Milano agli altri capoluoghi di provincia lombardi, senza dimenticare i comuni più piccoli, da dove possono arrivare storie esemplificative dei cambiamenti della nostra società.

    Metroregione - 21-11-2025

Ultimi Podcasts

  • PlayStop

    Alice, chiacchiere in città di domenica 23/11/2025

    A cura di Elena Mordiglia. Nella città frenetica, in quello che non sempre sembra un paese delle meraviglie, ci sono persone da raccontare e da ascoltare. Quale lavoro fanno? Come arrivano alla fine del mese? Quale rapporto hanno con la città in cui vivono? Ma parleremo anche di cosa le appassiona ed entuasisma. Registratore alla mano e scarpe buone, queste storie ve le racconteremo.

    Alice, chiacchiere in città - 23-11-2025

  • PlayStop

    Bollicine di domenica 23/11/2025

    Che cos’hanno in comune gli Area e i cartoni giapponesi? Quali sono i vinili più rari al mondo? Giunta alla stagione numero 17, Bollicine ogni settimana racconta la musica attraverso le sue storie e le voci dei suoi protagonisti: in ogni puntata un filo rosso a cui sono legate una decina di canzoni, con un occhio di riguardo per la musica italiana. Come sempre, tutte le playlist si trovano sul celeberrimo Bolliblog.com. A cura di Francesco Tragni e Marco Carini

    Bollicine - 23-11-2025

  • PlayStop

    Ricordi d'archivio di domenica 23/11/2025

    Da tempo pensavo a un nuovo programma, senza rendermi conto che lo avevo già: un archivio dei miei incontri musicali degli ultimi 46 anni, salvati su supporti magnetici e hard disk. Un archivio parlato, "Ricordi d'archivio", da non confondere con quello cartaceo iniziato duecento anni fa dal mio antenato Giovanni. Ogni puntata presenta una conversazione musicale con figure come Canino, Abbado, Battiato e altri. Un archivio vivo che racconta il passato e si arricchisce nel presente. Buon ascolto. (Claudio Ricordi, settembre 2022).

    Ricordi d’archivio - 23-11-2025

  • PlayStop

    Sarajevo: il ricordo dell'assedio del fotografo Mario Boccia

    Trent'anni dopo gli accordi di Dayton, che posero fine al massacro della guerra nella ex Jugoslavia, in Italia si è tornato a ricordare il più drammatico emblema di quella guerra, l'assedio di Sarajevo. È stata un'inchiesta della Procura di Milano a riaprire una finestra sull'orrore. I magistrati indagano su un gruppo di cittadini italiani che, insieme a cittadini svizzeri e probabilmente anche di altre nazionalità che avrebbero passato dei fine settimana a Sarajevo, nelle postazioni serbo-bosniache, per divertirsi a fare i cecchini, dietro il pagamento di ingenti cifre. Un safari umano che aggiunge crudeltà alla crudeltà. Luigi Ambrosio ha intervistato Mario Boccia, fotografo e reporter, che negli anni della guerra era a Sarajevo a documentare l'assedio e che oggi ha prodotto una mostra fotografica che farà il giro dei balcani, iniziando da Belgrado, per poi andare a Zagabria e a Sarajevo. Foto di Mario Boccia

    Clip - 23-11-2025

  • PlayStop

    Giocare col fuoco di domenica 23/11/2025

    Giocare col fuoco: storie, canzoni, poesie di e con Fabrizio Coppola Un contenitore di musica e letteratura senza alcuna preclusione di genere, né musicale né letterario. Ci muoveremo seguendo i percorsi segreti che legano le opere l’una all’altra, come a unire una serie di puntini immaginari su una mappa del tesoro. Memoir e saggi, fiction e non fiction, poesia (moltissima poesia), musica classica, folk, pop e r’n’r, mescolati insieme per provare a rimettere a fuoco la centralità dell’esperienza umana e del racconto che siamo in grado di farne.

    Giocare col fuoco - 23-11-2025

  • PlayStop

    La Pillola va giù di domenica 23/11/2025

    Una trasmissione settimanale a cura di Anaïs Poirot-Gorse e Nicola Mogno. Una trasmissione nata su Shareradio, webradio metropolitana milanese che cerca di ridare un spazio di parola a tutti i ragazzi dei centri di aggregazione giovanili di Milano con cui svolgiamo regolarmente laboratori radiofonici.

    La Pillola va giù - 23-11-2025

  • PlayStop

    Comizi d’amore di domenica 23/11/2025

    Quaranta minuti di musica e dialoghi cinematografici trasposti, isolati, destrutturati per creare nuove forme emotive di ascolto. Ogni domenica dalle 13.20 alle 14.00, a cura di Stefano Ghittoni.

    Comizi d’amore - 23-11-2025

  • PlayStop

    Iran, parte l’inseminazione delle nuvole per fronteggiare la mancanza d’acqua

    La grave siccità spinge l’Iran a ricorrere all’inseminazione delle nuvole e al razionamento idrico nella capitale. I climatologo del CNR Antonello Pasini ne illustra la portata nell’intervista ad Alice Franchi.

    Clip - 23-11-2025

  • PlayStop

    C'è di buono di domenica 23/11/2025

    La cucina e il cibo hanno un ruolo essenziale nella nostra vita, influenzano il nostro benessere e riflettono chi siamo. Scegliere consapevolmente cosa mangiare è cruciale e dovrebbe essere affrontato con conoscenza e divertimento. Niccolò Vecchia, nel programma "C'è di buono", racconta ogni settimana di prodotti e cucina, raccogliendo storie contadine antiche e moderne, esplorando una cultura gastronomica che è allo stesso tempo popolare e raffinata.

    C’è di buono - 23-11-2025

  • PlayStop

    Le montagne di domenica 23/11/2025

    di Marco Albino Ferrari con L’AltraMontagna, regia di Claudio Agostoni. “Le montagne” è la nuova trasmissione sulle terre alte italiane. Otto puntate, ognuna dedicata a un tema di grande attualità. Il ritorno del selvatico, i nuovi montanari, i rifugi alpini, cosa lascia il ritiro dei ghiacciai… Insieme a esperti e a profondi conoscitori dei luoghi, proveremo a definire le basi per una forma accettabile di integrazione tra uomo e ambienti naturali. E ci accorgeremo che ciò che riguarda le montagne, infondo, riguarda tutti noi. Anche chi vive in città.

    Le montagne - 23-11-2025

  • PlayStop

    Onde Road di domenica 23/11/2025

    Autostrade e mulattiere. Autostoppisti e trakker. Dogane e confini in via di dissoluzione. Ponti e cimiteri. Periferie urbane e downtown trendaioli. La bruss e la steppa. Yak e orsetti lavatori. Il mal d’Africa e le pastiglie di xamamina per chi sta male sui traghetti. Calepini e guide di viaggio. Zaini e borracce. Musiche del mondo e lullabies senza tempo. Geografie fantastiche ed escursioni metafisiche. Nel blog di Onde Road tutti i dettagli delle trasmissioni.

    Onde Road - 23-11-2025

  • PlayStop

    La domenica dei libri di domenica 23/11/2025

    La domenica dei libri è la trasmissione di libri e cultura di Radio Popolare. Ogni settimana, interviste agli autori, approfondimenti, le novità del dibattito culturale, soprattutto la passione della lettura e delle idee. Condotta da Roberto Festa

    La domenica dei libri - 23-11-2025

Adesso in diretta