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Milano come a ferragosto. Ma è dicembre

Il paesaggio a Milano dalle 10 del mattino è quello della mattina di Ferragosto solo con qualche taxi in più. Strade deserte pochissime auto private in circolazione qualche taxi in più del solito. Il divieto di circolazione è stato rispettato ed i controlli sono stati serrati. Nei viali principali si trovavano 130 pattuglie della Polizia Locale per verificare che le auto in circolazione avessero una autorizzazione. C’erano meno auto delle passate domeniche a piedi. Sarà stato l’annuncio di multe salatissime (in tutto 300 su 1.500 controlli), o la presenza di veri controlli, ma forse anche la maggiore sensibilità acquisita in questi anni, fatto sta che i milanesi hanno rispettato il blocco delle auto.

Ciò che invece si è aggiunto all’inquinamento dell’aria è l’inquinamento acustico di coloro che hanno parlato a vanvera. Leghisti, forzisti, post fascisti che si sono dimenticati di aver governato per 17 anni questa città senza prendere provvedimenti adeguati. Ora straparlano di interventi strutturali o di provvedimento inutile.

È bene ricordare che solo per restare ai tempi della sindaca Letizia Moratti il superamento delle polveri sottili sono stati sempre al di sopra dei 120 giorni all’anno (oggi siamo ai 90) e con i livelli di concentrazione che spesso superavano i cento microgrammi di PM10 per metro cubo. Quei pochi provvedimenti di blocco domenicale erano determinati da scelte nazionali, giusto per scaricarsi le coscienze.

Anche il presidente della regione Roberto Maroni pensa solo a convocare “cabine di regia” di tutti i comuni giusto per prendere atto che non essendoci accordo per un blocco generalizzato non si prendono provvedimenti se no come palliativi, giusto per far vedere al proprio elettorato che qualche cosa per la salute si fa. Senza contare che questa volta la riunione si tiene dopo ben 30 giorni consecutivi di superamento dei limiti massimi. Mentre doveva essere fatta all’inizio di autunno quando cominciano gli accumuli di inquinanti grazie anche alla accensione degli impianti di riscaldamento. Adesso si parla di coordinamento fra tutti i comuni della regione ma anche di coordinamento fra le regioni che si affacciano sulla pianura Padana. Un’altra proposta che serve solo a sancire l’impossibilità di blocchi.

Qui i dati pubblicati da Arpa questa mattina sui dati delle pm10 in Lombardia.

 

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    Michele Crosti
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