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Meloni torna all’attacco dei magistrati e alza i toni dello scontro

Giorgia Meloni Magistrati ANSA

Se è vero che l’avvocata che si è scelta, Giulia Bongiorno, le ha consigliato di abbassare i toni, Giorgia Meloni non sembra aver accettato il suggerimento. Oggi è arrivato un nuovo attacco ai magistrati contro i quali non nasconde che ci sia un’intenzione punitiva.

“Se io sbaglio gli italiani mi mandano a casa, se sbagliano loro non succede niente – dice – vogliono governare e allora si candidassero”. Una serie di accuse, alcune riprese esattamente dal vocabolario utilizzato da Berlusconi, “vogliono fare politica” diceva il Cavaliere che ingaggiò una guerra ventennale contro i giudici, Meloni si scaglia contro di loro oggi attraverso una trasmissione televisiva. Ancora una volta sceglie di parlare direttamente ai suoi elettori, agli spettatori, agli utenti dei social, cavalcando una campagna che pensa potrà farle guadagnar voti nascondendo gli altri problemi, a cominciare dall’economia ferma, come oggi hanno dimostrato i dati Istat e bistrattando il Parlamento, che ha dovuto accontentarsi di una dichiarazione di Tajani in una conferenza stampa e forse di una sua audizione la prossima settimana.

In Parlamento sarebbe costretta ad entrare nel merito della vicenda Almasri, sui social no. Per la Presidente del Consiglio la notizia di iscrizione è un atto voluto, non dovuto come ha detto il Procuratore Lo Voi, lamenta le prime pagine sui giornali stranieri e questo dice “mi manda ai matti”, in sostanza le dispiace essere messa in cattiva luce, per questo sostiene che quello che sta accadendo è un “danno alla nazione”. Uno sfogo teso a screditare un potere dello Stato, per indebolirlo, per creare un clima adatto ad un grande consenso verso le riforme della Giustizia, a cominciare dalla separazione delle carriere. E su questo tema Giorgia Meloni ha impostato la sua battaglia, per nascondere tutto il resto, tutti gli altri problemi sociali ed economici.

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    Anna Bredice
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    Le dita mozzate: un “very cold case” preistorico che indaga la sottomissione femminile inaugura la collana Sisters

    Edizioni le Assassine pubblica e continuerà a pubblicare letteratura gialla nei suoi molteplici sottogeneri, proponendo e riscoprendo autrici del presente e del passato. L'obiettivo è quello di mettere in luce la capacità dello sguardo femminile di descrivere, decifrare e interpretare vari contesti sociali, senza mai sacrificare la suspense che è tipica di questo genere. Con gli stessi obiettivi, nasce ora la nuova collana Sisters, che apre a voci inedite in grado di creare storie appassionanti e memorabili, portando il lettore su sentieri narrativi inaspettati. Il primo titolo di Sisters è "Le dita mozzate" di Hannelore Cayre, un noir atipico in cui il nostro passato remoto diventa lo sfondo perfetto per indagare la nascita della sottomissione femminile e le sue origini, ambientato nella preistoria ispirandosi alla scoperta, avvenuta in Francia esattamente quarant'anni fa, della famosa Grotta Chauvet, con le sue pareti ricoperte di misteriose impronte di mani femminili mutilate. Ne ha parlato a Cult la traduttrice Simonetta Badioli.

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    Luigi Pagano, già direttore di Bollate e San Vittore, ex provveditore regionale dell'amministrazione penitenziaria, è il nuovo garante dei detenuti di Milano e ci racconta cosa non funziona nel sistema carcerario ben oltre il sovraffollamento e il numero di suicidi e atti di autolesionismo fuori controllo: “La politica in atto mi sembra quella di utilizzare il carcere nell’ottica dell'ordine pubblico”. Decreti sicurezza e criminalizzazione di determinate fasce di popolazione riempiono le carceri delle questioni sociali: “Andando a guardare chi sono oggi i detenuti nella maggior parte sono irregolari, tossicodipendenti, malati di mente e poveri tout court che hanno commesso reati ma non hanno alcuna possibilità di ottenere misure alternative”. L'intervista di Cinzia Poli e Claudio Jampaglia a Presto Presto.

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