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Mare Monstrum: quando il mare fa paura

Oceani spettrali. Viaggi nell’ignoto. Gorghi paurosi. I fantasmi degli schiavi. Creature degli abissi estrapolate da inquietanti bestiari medioevali. Tritoni e sirene. Ma anche le onde digitali solcate dai nuovi pirati informatici. Un viaggio tra meraviglia e terrore che si dipana tra il primo e il secondo piano del Galata Museo del Mare, il più grande museo marittimo del Mediterraneo.

Sito nel Porto Antico di Genova questo spazio museale consente di compiere un viaggio a 360° nella storia della navigazione, con una importante doppia sezione dedicata alle migrazioni: la prima relativa a quella degli italiani in America, la seconda ai cittadini del Sud del mondo che l’America la cercano attraversando il Mediterraneo.

La dottoressa Franca Acerenza, una delle curatrici di Mare Monstrum, ci spiega che questa esposizione “si articola in tre aree tematiche: l’orrore nel mare (tutto ciò di mostruoso che abita il mare), l’orrore del mare (il mare stesso come elemento pericoloso e terrificante) e l’orrore dal mare (le meraviglie e gli orrori che vengono dal mare)”.

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Mare Monstrum esplora l’orrore e la meraviglia legati all’ambiente del mare così come sono stati immaginati e rappresentati in diverse epoche, culture e società. “Fondamentale” continua l’Acerenza “i prestiti dei musei e delle biblioteche di Genova che ci hanno permesso di navigare tra le immagini della cartografia cinquecentesca, ricca di mostruosità emergenti dagli abissi, tra le creature marine del Museo di Storia Naturale Giacomo Doria e i testi originali dei primi bestiari medioevali provenienti dalla Biblioteca Berio”.

Imperdibile la straordinaria “sirena” proveniente dalla collezione del Castello d’Albertis – Museo delle Culture del Mondo e mostrata per la prima volta al pubblico. La mostra, che rimarrà aperta al pubblico sino al 10 gennaio 2016, è una sorta di viaggio che accanto a materiale storico ed erudito propone la letteratura popolare dell’800 e i fumetti contemporanei.

Un viaggio nell’immaginario collettivo del mare, una navigazione che ci porta lontano dalle navi ma più vicino al cuore degli uomini. Le paure che nel corso dei secoli ha suscitato il mare sono le paure dell’ignoto, paure che spesso emergono con prepotenza in periodi di cambiamento e di crisi sociale come quello contemporaneo. Non è quindi un caso se il percorso espositivo si conclude con una delle barche di Lampedusa e con dei titoli di giornale, perché tante volte in epoca di crisi siamo noi a costruiamo i mostri.

La mostra è inclusa nel biglietto d’ingresso del Museo ed è visitabile tutti i giorni dalle 10 alle 19.30 (ultimo ingresso ore 18). Per info: www.galatamuseodelmare.it

Ascolta l’intervista con Franca Acerenza

Mare Monstrum intervista

  • Autore articolo
    Claudio Agostoni
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    1) 25 novembre, quando lo stupro è un’arma di guerra. Nel Sudan sconvolto dalla più grave crisi umanitaria al mondo, migliaia di donne e bambini sono vittime di violenza di genere. (Stefano Piziali - Cesvi) 2) Ucraina, mentre i negoziati per un accordo tra Mosca e Kiev continuano, il piano per la pace Statunitense spacca l’amministrazione americana. (Roberto Festa) 3) La peggiore crisi economica mai registrata. L’occupazione israeliana in Cisgiordania e la distruzione e Gaza hanno provocato un crollo senza precedenti nell’economia palestinese, riportando il paese indietro di decenni. (Allegra Pacheco - West Bank Protection Consortium) 4) “A Dankirque non si vive, si sopravvive”. Sulle coste francesi la situazione umanitaria delle persone migranti peggiora giorno dopo giorno e lo stato non si assume le sue responsabilità. (Veronica Gennari) 5)Lo scandalo di pedofilia che ha sconvolto il vescovo di Cadice è un caso senza precedenti nella chiesa spagnola. (Giulia Maria Piantedosi) 6) Rubrica sportiva. Dopo 52 anni, la nazionale di calcio di Haiti si qualifica per i mondiali. Un risultato storico e prezioso per un paese distrutto dalla violenza. (Luca Parena)

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    Un percorso attraverso la stratificazione sociale italiana, un viaggio nell’ascensore sociale del Belpaese, spesso rotto da anni e in attesa di manutenzione, che parte dal sottoscala con l’ambizione di arrivare al roof top con l’obiettivo dichiarato di trovare scorciatoie per entrare nelle stanze del lusso più sfrenato e dell’abbienza. Ma anche uno spazio per arricchirsi culturalmente e sfondare le porte dei salotti buoni, per sdraiarci sui loro divani e mettere i piedi sul tavolo. A cura di Alessandro Diegoli e Disma Pestalozza

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    È appena uscito “Trovarsi soli all’improvviso”, il nuovo album del musicista e produttore milanese Marco Giudici, oggi ospite di Volume. “Volevo fare dalla musica ambient, come atto terapeutico per me stesso… ma poi si è trasformata in qualcos’altro”, racconta il cantautore sulla genesi dei brani. Il disco, che per il titolo trae ispirazione da una poesia scritta dal nonno dell'artista, è un racconto intimo e delicato che parla di solitudine, fragilità e distacco, ma anche del coraggio di andare avanti e di cambiare, lasciando indietro alcune parti di sé. L'intervista e il MiniLive di Marco Giudici.

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    Le iniziative del 25 novembre e DonneXstrada che di violenza di genere, parla tutto l'anno. Vuoi segnalare un evento, un’iniziativa o raccontare una storia? Scrivi a vieniconme@radiopopolare.it o chiama in diretta allo 02 33 001 001 Dal lunedi al venerdì, dalle 16.00 alle 17.00 Conduzione, Giulia Strippoli Redazione, Giulia Strippoli e Claudio Agostoni La sigla di Vieni con Me è "Caosmosi" di Addict Ameba

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    Le comedians contro la violenza sulle donne al Teatro Lirico di Milano

    Oggi a Cult Mary Sarnataro ci ha parlato di “Zitte mai!”, la serata speciale in scena al teatro Lirico di Milano, che un gruppo di comedians, capitanate da Deborah Villa, dedica all'associazione Cerchi nell'Acqua, che da anni è vicina alle donne vittime di violenza. A partire dalla libertà di esprimersi, la prima che viene a mancare quando una relazione diventa prevaricante, l'appuntamento sarà l'occasione per riflettere sulla violenza sulle donne, usando lo strumento della comicità. L’intervista di Ira Rubini.

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