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Libia, tre blogger scomparsi nel nulla

Tre blogger libici della città di Marj, a cento chilometri a est di Bengasi, sono scomparsi e non si sa nulla della loro sorte. Lo comunicano i familiari e gli amici, che sospettano siano stati rapiti. Si chiamano Alì Asbaali, Ahmed Hawwaz e Miar al Uroufi.

Da lunedì sera, i loro amici su Facebook postano appelli per il loro rilascio e si augurano che tornino sani e salvi alle loro attività.

Dalle autorità di sicurezza della città, le famiglie hanno ricevuto una sola risposta: “Non sono stati fermati da noi; non sappiamo nulla della loro sorte”.

I tre amici sono attivisti fortemente autonomisti e si battono nei loro blog e sui social media per una dichiarazione di indipendenza della Cirenaica, la regione orientale della Libia. In diverse immagini, si vedono i tre mentre manifestano con la bandiera della Senussia, uno stendardo nero con la mezzaluna e la stella in bianco. Nei post rivendicano il ritorno alla Costituzione del 1951, quella dell’Indipendenza e che ha proclamato la monarchia.

Un tempo erano sostenitori del Generale Haftar, ma recentemente si sono avvicinati al capo delle milizie autonomiste Ibrahim Jadhran.

Le famiglie raggiunte al telefono hanno rifiutato di rilasciare dichiarazioni.

Un gruppo di amici ha informato Radio Popolare che Asbaali è stato prelevato davanti a casa sua da un gruppo di giovani armati a Marj. Gli altri due invece sono stati prelevati da un gruppo armato a Cirene. I fatti risalgono a sabato 26 marzo. Secondo gli autonomisti cirenaici, nella zona non ci sono gruppi islamisti armati e di conseguenza – secondo la loro ipotesi – l’unico gruppo che potrebbe aver portato a termine il rapimento sarebbe una milizia comandanta da uno dei figli del generale Haftar. “Non accusiamo l’esercito nazionale libico, perché noi siamo sostenitori dell’esercito. Ma si sta formando nel Paese un clima di intimidazioni e di rifiuto delle opinioni altre”.

Sulle loro pagine sono apparse centinaia di post e commenti di solidarietà e di augurio che la vicenda finisca con la loro liberazione. “Non siamo in linea politica con questi tre giovani – scrive Risk – ma non è ammissibile che spariscano nel nulla per le loro opinioni”.

Da un gruppo di attivisti per i diritti umani di Bengasi è stato coniato l’hashtag #noazittirelevoci!

  • Autore articolo
    Farid Adly
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    "Con la scomparsa di Arnaldo Pomodoro il mondo dell’arte perde una delle sue voci più autorevoli, lucide e visionarie. Il Maestro lascia un’eredità immensa, non solo per la forza della sua opera, riconosciuta a livello internazionale, ma anche per la coerenza e l’intensità del suo pensiero, capace di guardare al futuro con instancabile energia creativa." Così la Fondazione Arnaldo Pomodoro ha comunicato la morte dello scultore. A 99 anni si è spento ieri, 22 giugno, nella sua casa a Milano. L’intervista di Tiziana Ricci ad Arnaldo Pomodoro, in occasione della mostra “Arnaldo Pomodoro. 90 anni di scultura” che Milano ha dedicato all’artista presso la Sala delle Cariatidi di Palazzo Reale, risale al 2016.

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