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Le tre incognite della manovra

La manovra dovrà passare al vaglio della Commissione Europea, per il via libera entro la fine di novembre. Sotto la lente di ingrandimento ci saranno le garanzie di rientro dal deficit e dal debito, le previsioni di crescita e le coperture di spesa. Il premier Matteo Renzi e il ministro Piercarlo Padoan si dicono certi che la Legge di Stabilità passerà il vaglio di Bruxelles. E le ultime indiscrezioni che arrivano in queste ore  dalla Commissione Europea confermerebbero il via libera alla manovra. Resta invece aperta la questione del rimborso di 3,3 miliardi , chiesti dall’Italia per l’accoglienza dei migranti.

Renzi, nel passaggio di Bruxelles, potrà contare sull’appoggio di Angela Merkel.  Il Governo dovrà convincere la Commissione Europea che il percorso del pareggio di Bilancio proseguirà nel 2017 con basi solide e che il contenimento delle spese continuerà, dopo il rallentamento del 2016, che ha portato al dimezzamento della Spending Review (revisione della spesa). La voce da tenere sotto  stretta osservazione sarà il rapporto tra il Pil (prodotto interno lordo) e il deficit. Metà della manovra è in deficit e se il Pil non crescerà almeno secondo le previsioni del Governo (+ 0,9% nel 2015 e +1,6% nel 2016) saranno guai.

Il secondo ostacolo alla manovra è l’opposizione politica, compresa quella della sinistra Pd, che si manifesterà nel dibattito parlamentare. Il Governo, per cautelarsi, potrebbe ricorrere alla fiducia. Il Presidente del Consiglio sta valutando l’ipotesi. Renzi resta comunque per ora su una posizione di forza. Il centro destra è debole, la Lega non ha la forza per governare da sola, mentre il pericolo maggiore per il Governo potrebbe arrivare dal Movimento5Stelle.

Ma Renzi, a differenza dei suoi oppositori, ha il vantaggio di avere un progetto compiuto, economico e politico, che sta esercitando con abilità e spregiudicatezza, puntando sulla crescita dell’economia. Se Renzi vincerà la partita con Bruxelles, ed è probabile, la strada per lui appare in discesa.

Resta una terza incognita, forse quella forse più insidiosa: l’evolversi dell’economia mondiale, la cui crescita è stimata in calo dal FMI (Fondo Monetario Internazionale). Le previsioni del Governo su crescita, deficit e debito, architravi della Legge di Stabilità, saranno influenzate dal rallentamento della Cina e dalla crisi dei paesi emergenti, come il Brasile. Peserà anche lo scandalo Volkswagen, in misura oggi non quantificabile, con i suoi contraccolpi negativi sulla Germania, paese trascinante dell’Europa.

Se la situazione internazionale dovesse peggiorare ulteriormente, gli effetti sulle esportazioni e sui conti pubblici si faranno sentire e le reazioni dei mercati potrebbero essere imprevedibili. La stessa BCE (Banca Centrale Europea) ha avvertito di questo potenziale rischio, ammonendo che la politica monetaria ultra accomodante non potrà durare all’infinito. Ultima incognita le conseguenze delle decisioni della FED (Federal Reserve): la banca centrale americana alzerà i tassi nei prossimi mesi , con un effetto negativo sui paesi ad alto debito, tra cui l’Italia.

Resta infine per Renzi l’ostacolo delle reazioni sociali. I sindacati contestano la manovra, ma sono indeboliti dalla recessione e dalle divisioni interne. Il Governo non pare eccessivamente preoccupato delle loro reazioni, ma dovrà mettere nel conto scioperi e proteste, in particolare nel settore pubblico.

  • Autore articolo
    Piero Bosio
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    Dopo la sforbiciata da 270 milioni in tre anni ai fondi per le politiche anti inquinamento, arriva la conferma che dal governo Meloni arriveranno fondi insufficienti anche per il trasporto pubblico locale. La Lombardia è particolarmente penalizzata e se n’è accorto persino il presidente della giunta lombarda Attilio Fontana che ora chiede più risorse al Governo. La Lombardia riceve il 17,6% delle risorse nazionali destinate al trasporto pubblico, una quota che sembra destinata a non aumentare. Il risultato per chi si muove sui mezzi pubblici è che, sia con la mano del governo nazionale, sia con quello di quello regionale, i fondi sono insufficienti. E davanti ai finanziamenti insufficienti tocca ai comuni integrare con fondi propri. Per le opposizioni di centrosinistra la destra è incapace di risolvere i problemi dei cittadini. La denuncia di Simone Negri, consigliere regionale del Pd che si occupa di trasporti.

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    La giovane età di vittima e assassino non era un’anomalia. Due anni dopo il femminicidio di Giulia Cecchettin i dati lo confermano: si abbassa progressivamente l’età di chi agisce e subisce violenza. Qualcosa non funziona, forse, nel passaggio generazionale anche da parte di chi si sente assolto. Servirebbe parlarne a scuola? Si, ma soltanto con l’autorizzazione delle famiglie, secondo la destra. Cioè di quei soggetti all’interno dei quali, quando c’è, la violenza viene esercitata. Ospiti: Elisabetta Canevini, Presidente quinta sezione penale del Tribunale di Milano; Lara Pipitone, insegnante, conduttrice di “Fuori Registro” su RP; Lorenzo Gasparrini, filosofo, formatore per la Fondazione Giulia Cecchettin. Condotta da Massimo Bacchetta, in redazione Luisa Nannipieri.

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