Approfondimenti

Le novità sulla manovra, la strage dei ciclisti, la fuga da Twitter e le altre notizie della giornata

Il racconto della giornata di venerdì 18 novembre 2022 con le notizie principali del giornale radio delle 19.30. La maggioranza arriva con il fiato corto sulla manovra economica, che sembra ricalcata sulla falsariga di quella del precedente governo. Con in più la pace fiscale, con la rottamazione delle cartelle. La guerra in Ucraina. Per la prima volta dall’inizio della controffensiva e della presa di Kherson, Kiev lancia un segnale di apertura: “Il conflitto potrebbe finire prima della liberazione di tutti i territori occupati”. Nel Paese è arrivato l’inverno, dieci milioni di persone sono al freddo e al buio. Continua la strage dei ciclisti a Milano e le associazioni chiedono il limite del 30 all’ora in tutta le città. Studenti in piazza in trenta città per “scuole sicure e rappresentanza”, nella prima manifestazione contro il governo Meloni. Pierfrancesco Majorino, eurodeputato del Pd, è il candidato scelto dalla coalizione del centrosinistra per correre alla presidenza della Lombardia: ora dovrà provare ad allargare al centro, a sinistra e soprattutto ai 5 Stelle.

Entra il tetto al contante a 5mila euro, esce lo scudo fiscale per il rientro dei capitali dall’estero

(di Anna Bredice)

Entra nella manovra l’aumento del tetto al contante a 5000 euro ed esce lo scudo fiscale per il rientro dei capitali dall’estero. È in corso in questi minuti a Palazzo Chigi la riunione di Giorgia Meloni con i ministri economici e i capigruppo di maggioranza per fare il punto della legge di bilancio che lunedì dovrebbe andare in Consiglio dei ministri. La novità di oggi è infatti l’ipotesi che lo scudo fiscale per far rientrare i capitali dall’estero, un provvedimento che Silvio Berlusconi ha sempre inseguito nei suoi governi, slitta. Al momento non è chiaro se è stato uno stop che è arrivato direttamente da Giorgia Meloni. Entra in manovra il tetto al contante che il governo ha dovuto togliere dal decreto aiuti, perché non aveva una connotazione di urgenza. Non cambia molto perché in entrambi i casi entra in vigore da gennaio. È una manovra da trenta miliardi di cui 21 solo per gli aiuti per i pagamenti delle bollette e il caro energia, ne restano dieci per il resto e quindi si può dedurre che non è la manovra della luna di miele di Giorgia Meloni, quella delle promesse elettorali che si realizzano. Molte promesse restano nel cassetto, ci dovrebbe essere comunque il taglio del cuneo fiscale per un costo di circa 3,5 miliardi. Il ministro Giorgetti questa mattina ha incontrato Matteo Salvini, hanno parlato di manovra economica, il leader della Lega dovrà accontentarsi di un mini restyling di quota 41 e di una flat tax limitata. Verso la conferma, invece, il pacchetto relativo alla cosiddetta tregua fiscale, che prevede la cancellazione delle cartelle sotto i mille euro e uno sconto per quelle fino a tremila. Il governo inoltre starebbe lavorando ad una serie di misure in favore della famiglia. Sul tavolo c’è una proposta per alzare di 100 euro dell’assegno unico per le famiglie con almeno quattro figli.

Tutti i numeri nella manovra economica

(di Massimo Alberti)

Sono 30, 32 miliardi di manovra che modificherà di poco, anche per i tempi stretti, quanto già impostato dal precedente governo. La stragrande maggioranza sarà in deficit,che servirà a finanziare soprattutto i 21 miliardi destinati a energia e bollette. Il problema è dove recuperare i 10 miliardi per i primi passi del programma elettorale, visto tempo e soldi per riforme radicali per ora non ci saranno. E allora oltre alla rottamazione delle cartelle, ancora tutta da definire, senza troppa fantasia ecco spunta un altro condono, questa volta sul rientro volontario dei capitali all’estero, che nelle stime porterebbe dai 3 ai 5 miliardi. Altra entrata arriverà dalla riscrittura della tassa sugli extraprofitti per le imprese energetiche, ma l’altro punto vero è cosa taglierà il governo. Sicuramente il reddito, da cui si conta di tirar fuori un miliardo, sdoppiando il sussidio: si spostano i teoricamente occupabili sotto il cappello della formazione retribuita attingendo quindi a Pnrr o fondo sociale europeo, stringendo poi sui vincoli.
Giusto un miliardo costa l’estensione della flat tax a 85mila euro per gli autonomi, mentre sembra saltata una prima applicazione ai dipendenti. 3-4 miliardi serviranno a rinnovare il taglio del cuneo fiscale del 2% -per ora non si dovrebbe andare oltre – che equivale a poche decine di euro in più in busta paga, sempre che non siano ancora meno qualora il governo ne girasse parte alle imprese. Qualche centinaio di milioni sarà poi sulle pensioni, per le circa 50mila persone interessate dalla probabile quota 103, una bella fregatura per chi aveva votato il governo sperando nel superamento della legge Fornero che ancora non ci sarà. Infine il tetto del contante a 5000 euro: sparito dal decreto aiuti, Salvini giura che tornerà nella manovra insieme al ponte sullo stretto. Ma le differenze nella maggioranza sono ancora tutte da appianare.

Mattarella VS Governo

(di Luigi Ambrosio)

La telefonata con Macron è stato solo il più vistoso e clamoroso intervento del Capo dello Stato per rimediare ai danni che il Governo Meloni ha già iniziato a fare dopo poche settimane dall’insediamento. Eravamo di fronte a una crisi diplomatica e politica senza precedenti tra il nostro Paese e il resto d’Europa per la vicenda della Ocean Viking. Mattarella aveva chiamato Macron ribadendogli che l’interlocutore e il garante dei rapporti italo francesi è lui. Invece che ringraziarlo per avere provato a smorzare la crisi, la destra al potere lo aveva attaccato addirittura tramite la seconda carica dello Stato, il presidente del Senato La Russa che aveva commentato “la linea sui migranti non cambia”. Ma se questo è il caso clamoroso, perché avvenuto alla luce del sole e per la portata dell’incidente, ce ne sono stati almeno altri due da quando il Governo è in carica. Il primo è stato il cosiddetto “decreto anti rave” che però per come era scritto non era solo anti rave ma avrebbe potuto essere applicato a manifestazioni, proteste, presìdi di ogni genere. Una cosa pericolosa e anticostituzionale.
Gli uffici del Quirinale hanno esaminato il decreto come fanno di prassi e hanno segnalato al Governo questa indefinitezza del reato come una criticità. L’invito implicito è a cambiare il decreto. Un’altra vicenda è quella del limite alla circolazione del contante. Se l’idea di consentire a tutti noi di girare con 5mila euro in tasca verrà accantonata è ancora per intervento del Quirinale che, sempre tramite i suoi uffici, ha spiegato che non vi è alcuna urgenza di un provvedimento del genere. E pensare che all’inizio il Governo avrebbe voluto farci girare tutti con 10mila Euro in tasca. Chi li ha, ovviamente.

In Ucraina 10 milioni di persone sono al buio e al freddo

Per la prima volta dall’inizio della controffensiva e della presa di Kherson, Kiev lancia un segnale di apertura. “Il conflitto potrebbe finire prima della liberazione di tutti i territori occupati”. A dirlo è stato oggi Mykhailo Podolyak, consigliere del presidente ucraino Zelensky. Le sue parole sono arrivate nel corso di un incontro coi giornalisti. Podolyak commentava le dichiarazioni dello Stato maggiore americano, secondo cui la probabilità di liberare tutti i territori occupati dai russi, compresa la Crimea, è molto bassa.
Nel corso dello stesso briefing, Podolyak ha poi voluto precisare che “se sarà liberata un’altra grande città, come Lugansk”, si potrebbero aprire scenari di un cambiamento ai vertici del Cremlino. Quale potrebbe essere il prossimo obiettivo militare di Kiev, prima dell’inizio di un’eventuale trattativa? Guido Olimpio, giornalista del Corriere della Sera

Dopo l’incidente del missile in Polonia, intanto, crescono i timori di un allargamento del conflitto. La Finlandia oggi ha presentato un piano per blindare il confine con la Russia. Il progetto prevede la costruzione di una recinzione di 200 chilometri sui 1300 totali della sua frontiera. Sul fronte umanitario, invece. le condizioni dei civili in Ucraina rischiano di peggiorare con l’arrivo dell’inverno. Dopo i bombardamenti sulle infrastrutture energetiche, 10 milioni di persone sono al buio e al freddo. “Ci copriamo con le coperte e mangiamo cibo in scatola”, ci ha raccontato Natalia, una cittadina ucraina che vive a Kiev.

A Milano continua la strage dei ciclisti

Questa mattina un altro ciclista ha perso la vita in un incidente stradale. È accaduto a Barzanate, a Nord Ovest di Milano. L’uomo, che aveva 81 anni, è stato travolto da un tir guidato da un 50enne. Si tratta del secondo grave incidente stradale che coinvolge ciclisti nel milanese. Ieri una donna in bici era stata investita da un’auto in via Messina e trasportata all’ospedale Niguarda in gravi condizioni, proprio nello stesso giorno in cui si tenevano i funerali di Luca Marengoni, il 14enne investito da un tram mentre andava a scuola in bicicletta. Diventa così sempre più importante il tema della sicurezza stradale e della riduzione della velocità delle automobile e dei mezzi a motore: abbiamo chiesto all’esperto di mobilità urbana Matteo Dondè perché è necessario introdurre anche nelle città italiane il limite di velocità a 30 kilometri all’ora

Che ne sarà di Twitter?

A Twitter sono in corso delle dimissioni di massa. Circa mille dipendenti, soprattutto ingegneri, si sono licenziati dopo che il nuovo proprietario Elon Musk li ha invitati a firmare un impegno a “lunghe ore di lavoro oppure ad andarsene”. Nel caos di dimissioni scatenato dall’ultimatum di Musk, Twitter ha deciso poco fa di chiudere gli uffici e sospendere i badge fino a lunedì. Il timore è quello di eventuali sabotaggi da parte dei dipendenti. Marco Schiaffino, conduttore della trasmissione di Radio Popolare Doppio Click

Foto | La Rete degli Studenti in piazza a Milano

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    La Scala condannata per il licenziamento della lavoratrice che gridò Palestina libera

    Il Teatro Alla Scala di Milano dovrà pagare tutte le mensilità dal licenziamento alla scadenza naturale del contratto a termine alla Maschera che era stata licenziata dopo aver urlato - mentre era in servizio - “Palestina libera” lo scorso 4 maggio prima del concerto alla presenza della presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Lo rende noto il sindacato di base Cub che ha seguito la vicenda. La sentenza è del tribunale del Lavoro. Per la Cub si è trattato di un “licenziamento politico”. Spiega il sindacato: “Lo abbiamo sostenuto fin dall'inizio che gridare ‘Palestina libera’ non è reato e che i lavoratori non possono essere sanzionati per le loro opinioni politiche”. La Cub ora chiede anche il rinnovo del contratto della lavoratrice, nel frattempo scaduto. “Ora il teatro glielo rinnovi per evitare altre cause” ci dice Roberto D’Ambrosio, rappresentante sindacale della Cub.

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    1) “Il mondo non deve lasciarsi ingannare: a Gaza il genocidio non è finito”. Il nuovo rapporto di Amnesty International ci chiede di non voltare la faccia dall’altra parte. (Riccardo Noury - Amnesty Italia) 2) Negligenza e corruzione. Cosa c’è dietro l’incendio del complesso residenziale di Hong Kong costato la vita a decine di persone. (Ilaria Maria Sala, giornalista e scrittrice) 3) Stati Uniti, l’attacco di Washington potrà avere effetti a lungo termine sulle politiche migratorie dell’amministrazione Trump e sulla vita di migliaia di migranti. (Roberto Festa) 4) Francia, dall’estate 2026 torna il servizio militare volontario. Il presidente Macron ha annunciato oggi quello che sembra più che altro un segnale politico e strategico. (Francesco Giorgini) 5) Spagna, una marea di studenti e professori in piazza a Madrid contro i tagli alle università pubbliche. La regione della capitale, guidata dalla destra, è quella che spende meno per gli studenti in tutto il paese. (Giulio Maria Piantedosi) 6) World Music. Entre Ilhas, l’album che celebra diversità e affinità musicali degli arcipelaghi della Macaronesia. (Marcello Lorrai)

    Esteri - 27-11-2025

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    L'Orizzonte è l’appuntamento serale con la redazione di Radio Popolare. Dalle 18 alle 19 i fatti dall’Italia e dal mondo, mentre accadono. Una cronaca in movimento, tra studio, corrispondenze e territorio. Senza copioni e in presa diretta. Un orizzonte che cambia, come le notizie e chi le racconta. Conducono Luigi Ambrosio e Mattia Guastafierro.

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    A Gaza il genocidio non è finito

    A oltre un mese dall’annuncio del cessate il fuoco nella striscia di Gaza, le autorità israeliane stanno ancora commettendo il crimine di genocidio nei confronti della popolazione palestinese. Un nuovo rapporto di Amnesty International, che contiene un’analisi giuridica del genocidio in atto e testimonianze di abitanti della Striscia di Gaza e di personale medico e umanitario, evidenzia come Israele stia continuando a sottoporre deliberatamente la popolazione della Striscia a condizioni di vita volte a provocare la sua distruzione fisica, senza alcun segnale di un cambiamento nelle loro intenzioni. Martina Stefanoni ne ha parlato con Riccardo Noury, portavoce di Amnesty Italia.

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    Poveri ma belli di giovedì 27/11/2025

    Un percorso attraverso la stratificazione sociale italiana, un viaggio nell’ascensore sociale del Belpaese, spesso rotto da anni e in attesa di manutenzione, che parte dal sottoscala con l’ambizione di arrivare al roof top con l’obiettivo dichiarato di trovare scorciatoie per entrare nelle stanze del lusso più sfrenato e dell’abbienza. Ma anche uno spazio per arricchirsi culturalmente e sfondare le porte dei salotti buoni, per sdraiarci sui loro divani e mettere i piedi sul tavolo. A cura di Alessandro Diegoli e Disma Pestalozza

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    Stuart Murdoch: "Il mio primo romanzo non è una biografia, ma racconta la mia storia e la storia della mia malattia"

    Il leader dei Belle & Sebastian racconta "L'impero di nessuno", il suo libro d'esordio, ai microfoni di Volume. Un libro che lui stesso definisce di autofiction: "La maggior parte delle cose che accadono a Stephen, il protagonista, sono successe anche a me". 10 anni fa, Murdoch aveva scritto una canzone con il medesimo titolo: "Il romanzo tocca gli stessi temi: Stephen ha un'amica del cuore, Carrie, entrambi hanno la stessa malattia e si sostengono e ispirano a vicenda". La malattia è l'encefalomielite mialgica: "Mentre scrivevo immaginavo il mio pubblico, e il mio pubblico era il gruppo di supporto per l’encefalomielite che frequentavo negli anni Novanta. Immaginavo di scrivere per loro, e questo mi ha aiutato a trovare il tono giusto". Ascolta l'intervista di Niccolò Vecchia a Stuart Murdoch.

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    Il 7 dicembre la Scala apre la stagione con l’opera censurata da Stalin

    Nel cinquantenario della morte di Šostakovič il Teatro alla Scala inaugura la Stagione con il suo capolavoro Una lady Macbeth del distretto di Mcensk, tratto dal racconto di Nikolaj Leskov in cui una giovane sposa con la complicità dell’amante uccide il marito e il tirannico suocero, ma viene scoperta e finisce per suicidarsi in Siberia, tradita da tutti. Dopo il debutto a San Pietroburgo, l’opera, che avrebbe dovuto essere il primo capitolo di una trilogia sulla condizione della donna in Russia, ebbe enorme successo in patria e all’estero. Stalin assistette a una rappresentazione a Mosca nel 1936; due giorni dopo apparve sulla Pravda la celebre stroncatura dal titolo “Caos invece di musica” con cui il regime metteva all’indice l’opera e il compositore. Anni dopo Šostakovič preparò una nuova versione che andò in scena a Mosca nel 1963 con il titolo Katarina Izmajlova, dopo che il sovrintendente Ghiringhelli aveva invano cercato di ottenerne la prima per la Scala. Oggi il Teatro presenta la versione del 1934 con la direzione del M° Chailly e il debutto del regista Vasily Barkhatov. Ascolta Riccardo Chailly nella presentazione dell’opera.

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