Approfondimenti

Salvini chiede Ministri, Grillo prova a tenere insieme M5S e le altre notizie della giornata

Italia Viva Consultazioni Draghi

Il racconto della giornata di venerdì 5 febbraio 2021 con le notizie principali del giornale radio delle 19.30. La lunga giornata di consultazioni in attesa del faccia a faccia di Mario Draghi con Beppe Grillo e Matteo Salvini. La Russia ha annunciato l’espulsione di alcuni diplomatici tedeschi, polacchi e svedesi accusati di aver partecipato a manifestazioni di sostegno ad Alexei Navalni. Centinaia di migranti in difficoltà nel Mediterraneo mentre a Ginevra c’è stata l’elezione di un governo transitorio che dovrebbe portare la Libia alle elezioni fissate per dicembre. Infine, i dati di oggi sull’andamento dell’epidemia da COVID in Italia.

“Draghi ingrassa solo le banche”, diceva Grillo. Domani l’incontro col premier incaricato

(di Anna Bredice)

Qualsiasi sarà l’esito, le consultazioni di Draghi si accompagneranno anche da fotografie che nemmeno in un film di fantapolitica si potevano immaginare. Domani alle 12.15 si siederanno uno di fronte all’altro Draghi e Grillo, quello che il fondatore dei Cinque Stelle ha scritto dell’ex presidente della BCE rimane nei post del Movimento, “Draghi ingrassa solo le banche”, uno dei più morbidi, e domani quando si incontreranno Beppe Grillo addirittura sarà il leader che avrà cercato nella notte di portare pace nei gruppi parlamentari e convincerli a votare a favore di Draghi. Sono le stranezze di questo incarico all’ex Governatore della Banca d’Italia, perché c’è anche il Pd che deve accettare di stare in un governo con Salvini. La difficoltà del momento si è tradotta con una dichiarazione stringata di Zingaretti alla fine delle consultazioni, nella quale chiede un’Italia europeista e che affronti la crisi sociale e la disoccupazione, poche parole concluse citando Ciampi. Fuori dal salone Delrio ha aggiunto che il partito non è nelle condizioni di porre veti a nessuno, ma questioni di principio sì, e confidano su Draghi, sulla sua capacità di fare sintesi. L’ingresso della Lega disorienta PD e LeU, quest’ultima molto più dura contro Salvini, ci sono temi come il fisco, la giustizia, le riforme del lavoro dove le distanze sono grandi. Nei Cinque Stelle non c’è un problema Lega, è il fatto di entrare in un governo Draghi più Berlusconi che crea dissenso. Al Senato c’è una dozzina di grillini pronti a votare no e a chiedere che si pronunci la piattaforma Rousseau e a questi si rivolgerà Grillo nel tentativo di convincerli a non dividersi propri ora.

Salvini è il rospo che il PD rischia di dover baciare?

(di Luigi Ambrosio)

Il rospo da baciare, anzi il mostro da baciare, per il PD rischia di essere Salvini. Nel secondo giorno delle consultazioni Salvini ha affermato che la Lega potrebbe votare il governo se ci fosse un suo ministro. Vera intenzione o provocazione? Se Draghi dicesse sì creerebbe ulteriori tensioni e spaccature dalla parte opposta, e probabilmente accorcerebbe la vita del governo. Ecco perché è interpretata anche come un modo per farsi dire no o per spingere, alla fine, Draghi a fare a meno dei politici. 
La giornata dell’ulteriore allineamento del centrodestra al nuovo governo Draghi. Ha visto Forza Italia ribadire che lo voterà. Berlusconi non si è presentato alle consultazioni, lo ha sostituito Tajani e il senso delle sue brevi parole è stato: “Chiaro che sosteniamo Draghi, era stato Berlusconi per primo a dire che ci voleva lui”. 
I soli nel Parlamento a dire con chiarezza che non voteranno Draghi sono quelli di Fratelli d’Italia. Ma più che altro per ragioni di convenienza elettorale. La voglia di farlo sarebbe tanta ma conviene di più stare all’opposizione, visto che tutti dicono che potrebbero o vorrebbero entrare. Non che sarà una opposizione alla morte. “Non lo voteremo, ha detto Meloni, ma lo  appoggeremo quando farà cose che ci piaceranno”.
Del resto Meloni è arrivata a dargli consigli interessati: “Spero che imponga una sua visione e non cerchi la sintesi”. Che poi è quello che Draghi potrebbe davvero fare, per svincolarsi da questi tentativi di abbraccio che potrebbero essere soffocanti.

Calano gli omicidi in Italia, ma aumentano i femminicidi

In Italia calano gli omicidi ma aumentano i femminicidi. Nei primi 6 mesi del 2020 “gli assassini di donne sono stati pari al 45% del totale degli omicidi, contro il 35% dei primi sei mesi del 2019, e hanno raggiunto il 50% durante il lockdown nei mesi di marzo e aprile 2020”. È quanto emerge dal report dell’Istat sulla criminalità e gli omicidi in Italia. I femminicidi sono avvenuti principalmente in ambito affettivo e familiare, è successo nel 90% dei casi, e gli assasini sono prevalentemente partner o ex partner (il 61%). Nel 2019, dei 315 omicidi commessi in Italia, il 47,5% è avvenuto in ambito familiare o in quello delle relazioni affettive extra-familiari e le vittime sono state per oltre l’80% donne , valore che risulta in costante aumento negli anni. Mariangela Zanni di D.i.Re donne in rete contro la violenza:


 

Centinaia di migranti in difficoltà nel Mediterraneo. Il punto di Seawatch

Dal Mediterraneo arrivano continue notizie di migranti in difficoltà, centinaia di persone su una lunga serie di imbarcazioni avvistate tra ieri e oggi al largo della Libia. Un gruppo di 45 naufraghi è stato salvato dalla ong Open arms. Altri non sono stati altrettanto fortunati, e sono stati riportati nel Paese africano o sono ancora in attesa di soccorsi. Poco fa un’altra organizzazione non governativa, la Seawatch, ha fatto il punto su Twitter con la sua portavoce Giorgia Linardi:

Proprio oggi a Ginevra c’è stata l’elezione – organizzata dall’Onu – di un governo transitorio che dovrebbe portare la Libia alle elezioni fissate per dicembre. C’è un legame tra questo evento e le partenze di migranti degli ultimi giorni? Lo abbiamo chiesto ad Arturo Varvelli, che dirige l’ufficio di Roma dell’istituto di ricerca European council on foreign relations.

 

La Russia espelle i diplomatici europei che hanno supportato Navalni

In Russia oggi è stata annunciata l’espulsione di alcuni diplomatici tedeschi, polacchi e svedesi accusati di aver partecipato a manifestazioni di sostegno ad Alexei Navalni, l’oppositore di Vladimir Putin condannato nei giorni scorsi. Il governo di Berlino ha risposto convocando l’ambasciatore russo in Germania. Reazioni critiche sono arrivate anche dalla stessa Angela Merkel e dalle autorità polacche e svedesi, oltre che dal commissario europeo agli affari esteri Josep Borrell, che proprio oggi era a Mosca e ha chiesto la liberazione di Navalny al ministro degli esteri russo Sergei Lavrov. Lui ha risposto difendendo il sistema giudiziario del proprio paese e definendo l’unione europea “un partner inaffidabile”.

L’andamento dell’epidemia di COVID-19 in Italia

Nelle ultime 24 ore sono stati 14.218 i nuovi casi di coronavirus registrati in Italia. In aumento rispetto a ieri quando erano stati 13.659. Le vittime sono 377. I tamponi effetuati sono stati 270.500 con un tasso di positività del 5,2%, stabile rispetto a ieri. In calo sia i ricoveri che le terapie intensive .
Oggi è stato anche il giorno del monitoraggio settimanale di Iss-Ministero della Salute. L’indice di trasmissibilità del coronavirus, L’Rt è allo 0.84 , in linea con la settimana precedente ma nel report si osserva un lieve ma generale peggioramento della epidemia.
L’Italia, si legge nel monitoraggio, si trova in un contesto «preoccupante per il riscontro di varianti virali in molteplici regioni che possono portare ad un rapido incremento dell’incidenza». “La curva dei contagi non decresce e 13 regioni hanno un trend di casi in aumento” ha detto in conferenza stampa, il presidente dell’Istituto superiore di sanità, Silvio Brusaferro sottolineando come sia necessario mantenere le misure di mitigazione e contenimento.
Alla luce di queste valutazioni oggi il Cts ha precisato di essere contrario ad una riapertura serale dei ristoranti in zona gialla. Richiesta avanzata da diverse regioni e dal ministero dello sviluppo economico a fine gennaio. “L’apertura serale dei ristoranti , in sicurezza e con più controlli, è una necessità”. Ha detto ai nostri microfoni il vice ministro della Salute Pierpaolo Sileri:

Mi sono già espresso su questo argomento da molti mesi: credo che i ristoranti possano essere riaperti in sicurezza, naturalmente con controlli rigidi, rispettando le regole.
L’apertura serale è necessaria, ma le regole devono essere rispettate. Lascerei ancora il vincolo del rientro al domicilio entro una certa ora, come attualmente avviene alle 22, almeno finché non si stabilizza la curva epidemica, perché va considerato che possono esserci delle varianti del virus i grado di creare problemi, come in Germania o in Inghilterra. Sicuramente per le zone gialle credo che l’indirizzo sarà quello di permettere di tenere aperti i ristoranti la sera.

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    Redazione
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    A Cult Ira Rubini ha avuto come ospite il drammaturgo Liv Ferracchiati che, da questo giovedì, sarà al Piccolo Teatro con due spettacoli: "La morte a Venezia" e, successivamente, "Stabat Mater". "La morte a Venezia. Libera interpretazione di un dialogo tra sguardi" (15-25 maggio) Una macchina fotografica su un treppiede al limitare delle onde e uno scrittore che muore su una spiaggia per aver mangiato delle fragole contaminate dal colera, simbolo dell’inesplorato che giace in ognuno di noi. Non si tratta di un adattamento teatrale de La morte a Venezia, ma di un percorso scenico – liberamente ispirato al romanzo di Thomas Mann – che combina tre diversi linguaggi: parola, danza e video. Distaccandosi dal tema dell’omoerotismo e della differenza d’età, rimane l’incontro a Venezia tra Gustav von Aschenbach e Tadzio. Rimane la morte. Dopo aver attraversato, con HEDDA. GABLER. e COME TREMANO LE COSE RIFLESSE NELL’ACQUA, le parole di Ibsen e Čechov, Liv Ferracchiati sceglie ora di raccontare la difficoltà di scrivere e come questa fatica, alla fine, sia squarciata da momenti rari, bellissimi e terribili, costellati da incontri con altri esseri umani. "Stabat Mater" (27 maggio-1 giugno) «Un raro esempio di riuscita commedia italiana dal sapore anglosassone. All’interno di una struttura drammaturgica complessa e gestita con mano ferma, spiccano dialoghi credibili e incalzanti, ricchi di una destrezza ironica che ricorda il primo Woody Allen»: con questa motivazione, nel 2017 la giuria del Premio Hystrio Scritture di Scena scelse come vincitore Liv Ferracchiati e il suo Stabat Mater, storia di uno scrittore trentenne che cerca di diventare adulto e di trovare una propria collocazione nel mondo, emancipandosi dalla figura materna e tendando di abbattere i più tossici stereotipi maschili. Con un nuovo cast e un allestimento completamente rinnovato, lo spettacolo torna ora in scena in una forma diversa, nella volontà di far rivivere un progetto che, in anni non sospetti, aveva trattato tematiche politicamente e socialmente centrali quali l’autodeterminazione e la libertà d’espressione identitaria.

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    Cult è condotto da Ira Rubini e realizzato dalla redazione culturale di Radio Popolare. Cult è cinema, arti visive, musica, teatro, letteratura, filosofia, sociologia, comunicazione, danza, fumetti e graphic-novels… e molto altro! Cult è in onda dal lunedì al venerdì dalle 10.00 alle 11.30. La sigla di Cult è “Two Dots” di Lusine. CHIAMA IN DIRETTA: 02.33.001.001

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    Papa Leone XIV e l’ateismo. Nella sua prima omelia (9 maggio, Cappella Sistina), papa Prevòst ha usato la chiave dell’ateismo, della mancanza di fede, per spiegare le insiede al cattolicesimo contemporaneo. Nell’omelia Leone XIV spiega che è la mancanza di fede a causare drammi come la perdita del senso della vita, la crisi della famiglia e altro. Per il papa le persone – “non solo non credenti, ma anche tra molti battezzati” - che costruiscono un rapporto con Gesù come se fosse un «leader carismatico o un superuomo...finiscono col vivere, a questo livello, in un ateismo di fatto». Questi passaggi dell’omelia del pontefice Robert Francis Prevòst sono stati criticati dal teologo e filosofo cattolico Vito Mancuso, in un articolo sulla Stampa (10.5.25) e ospite oggi a Pubblica. «Il primo passaggio dell’omelia – ricorda Mancuso - pone questa equazione: “no all’ortodossia cattolica uguale ateismo di fatto”. E la seconda, un'altra equazione, è: “ateismo uguale immoralità”. Ecco, su queste due equazioni contenute in quella omelia – conclude il teologo – ho espresso il mio disagio, la mia contrarietà».

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