Approfondimenti

Le dimissioni ufficiali di Mario Draghi, l’addio a Eugenio Scalfari e le altre notizie della giornata

draghi dimissioni

Il racconto della giornata di mercoledì 14 luglio 2022 con le notizie principali del giornale radio delle 19.30. Il Presidente del Consiglio Mario Draghi ha reso ufficiali le sue dimissioni. Futuro incerto per il governo Draghi, ma anche per i mercati europei. Oggi l’addio a Eugenio Scalfari, morto a 98 anni. Continua l’offensiva russa nel Donbass. Joe Biden ha fatto tappa in Israele per incontrare il ministro Yair Lapid. E’ scomparso da ormai due settimane il bracciante Dauda Diane, che aveva denunciato in video gli sfruttamenti sul territorio. Infine, l’andamento della pandemia di COVID-19 in Italia.

Draghi rassegna ufficialmente le dimissioni, Mattarella le respinge

Il Presidente del Consiglio Mario Draghi ha ufficialmente rassegnato le sue dimissioni, attraverso una nota che sembrava non lasciar adito a possibilità di dietrofront, perchè ha spiegato “è venuto meno il patto di Governo”. La crisi è precipitata dopo l’uscita dall’aula dei senatori 5 Stelle al momento del voto di fiducia sul Decreto Aiuti. Il presidente Mattarella ha respinto le dimissioni, rinviando Draghi alle camere per un approfondimento ulteriori.
Dai vari partiti sono arrivate reazioni diverse: la Destra ha chiesto stabilità, mentre PD e Movimento 5 Stelle sono rimasti spiazzati dalla decisione, tanto che Enrico Letta vorrebbe un Draghi Bis.
Alessandra Majorino, senatrice del M5S, ha commentato “non era neanche finito il voto di fiducia che già era salito da Mattarella, un concatenarsi di azioni e reazioni che io definisco esorbitanti”.
La decisione di Draghi Lascia spiazzati perchè a conti fatti, perchè aveva ancora un’ampia maggioranza in Parlamento, sempre secondo l’esponente 5 Stelle “è stata una decisione affrettatissima”.
Maurizio Gasparri, ai nostri microfoni, ha detto “Non so se c’è un margine di recupero, non credo. Le parole che ha pronunciato in questo comunicato mi sembrano molto nette”.
Nel caso in cui questo si rivelasse davvero un punto di non ritorno, una delle opzioni più probabili sarebbe un governo balneare in pieno stile prima repubblica in attesa di elezioni a ottobre.

L’incertezza italiana che ricade su Europa e Stati Uniti

(di Raffaele Liguori)

L’incertezza sul futuro del governo Draghi ha spinto in su lo spread tra Btp e Bund: è salito di quasi il 6%, fino a quota 223.
La borsa di Milano ha chiuso con un calo di oltre il 3%, il dato peggiore tra le principali piazze europee.
Sui mercati finanziari più che l’Italia e la sua crisi oggi hanno pesato i timori di una recessione per l’economia degli Stati Uniti e dell’Europa.
A New York il prezzo del petrolio è sceso sotto i 91 dollari al barile, ai minimi degli ultimi cinque mesi. Anche il gas in Europa ha frenato la corsa al rialzo delle ultime settimane: è calato di quasi il 2%, a quota 175 euro.
Segnali negativi sul futuro dell’economia europea sono arrivati oggi dalle previsioni estive presentate dalla Commissione di Bruxelles. “Un taglio completo del gas russo – ha detto il commissario Gentiloni – porterebbe l’economia europea in recessione”.

L’addio a Eugenio Scalfari

(di Sandro Gilioli)

Eugenio Scalfari, morto a Roma a 98 anni, è stato un pezzo del secolo scorso italiano: quello in cui i giornali erano la guida del ceto intellettuale ed erano strumenti capaci di incidere profondamente nell’egemonia culturale, nel modo di pensare, nella politica. [CONTINUA A LEGGERE]

Donbass, rimane concentrata qui l’offensiva russa

In Ucraina continua a salire il numero di vittime dell’attacco missilistico russo sulla città di Vinnytsia, nel centro del paese: sono 22 i morti tra i civili, tra questi almeno 3 bambini.
Bombe ucraine hanno causato due vittime a Izium, città sotto controllo russo nel nord est del paese.
L’offensiva russa resta però concentrata nel Donbass: secondo l’intelligence britannica negli ultimi 3 giorni le truppe di Mosca non hanno guadagnato terreno, ma si registrano continui bombardamenti in direzione di Bakmut e di Siviersk, centro di 10mila abitanti ormai circondato dalle truppe russe, e probabile prossima città a cadere.

È qui che abbiamo raggiunto il nostro collaboratore Andrea Sceresini:

L’incontro tra Joe Biden e il ministro israeliano Lapid

(di Roberto Festa)

Continua il viaggio in Medio Oriente di Joe Biden. Oggi il presidente statunitense ha visto il primo ministro israeliano Yair Lapid. La questione della sicurezza nell’area e quella del nucleare iraniano sono stati al centro del colloquio. Nella conferenza stampa finale, i due hanno mostrato accenti diversi proprio sul tema del nucleare. Lapid ha espresso l’opposizione di Israele al ritorno all’accordo del 2015, poi sconfessato da Donald Trump. Biden ha invece lasciato aperta la porta della diplomazia, che però al momento appare bloccata. Biden ha anche sottolineato il miglioramento dei rapporti tra Israele e buona parte del mondo arabo. Durante la conferenza stampa, è stato chiesto al presidente americano se sottolineerà la questione dell’omicidio di Kashoggi durante la tappa a Ryad. Biden ha risposto che la sua condanna è chiara, ma che va in Arabia Saudita unicamente nell’interesse americano. Il previsto incontro del presidente con Muhammed bin Salman, accusato di essere mandante dell’omicidio di Kashoggi, ha sollevato molte critiche negli Stati Uniti.

Scomparso Dauda Diane, simbolo della lotta allo sfruttamento dei braccianti

Da due settimane ad Acate, nel ragusano, non ci sono notizie di Dauda Diane, bracciante, mediatore culturale, collaboratore del sindacato UsB. Diane viveva di lavori saltuari, viveva in un centro di accoglienza, ed era un punto di riferimento per la comunità di braccianti. È sparito sabato 2 luglio, giorno in cui aveva lavorato su un cantiere. Poco prima aveva diffuso un suo video di denuncia sulle condizioni di lavoro: “Qui il lavoro è duro, si muore qui – dice – Molti di noi dicono ai propri familiari di lavorare in fabbriche di vestiti o di avere impieghi più nobili perché si vergognano ad ammettere di lavorare in queste condizioni” sono le sue ultime immagini, le sue ultime parole. Il cellulare è irraggiungibile. I datori di lavoro hanno presentato denuncia di scomparsa. Nessuno crede ad una sparizione volontaria, anche perché Diane aveva in tasca un biglietto per tornare il 22 luglio in Costa d’Avorio dalla famiglia. Domani ad Acate ci sarà uno sciopero ed un corteo, dopo una prima manifestazione domenica scorsa. “Non è il primo caso di lavoratori che spariscono o hanno gravi infortuni – denuncia Michele Mililli della Federazione del sociale Usb Ragusa – ci aspettiamo serie ed importanti indagini”, ha concluso il sindacalista.

L’andamento dell’epidemia di COVID-19 in Italia

Covid, i dati di oggi: 107mila i nuovi casi, per la prima volta dall’inizio di questa ondata è un numero di contagi analogo a quello di 7 giorni fa, segno che la curva potrebbe aver raggiunto il cosiddetto plateau.
Continuano a salire invece le ospedalizzazioni, 289 in più i posti letto occupati nei reparti ordinari, tre in più in terapia intensiva, a fronte di 48 ingressi. Ancora sopra 100 le vittime: i morti nelle ultime 24 ore sono stati 105.

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    “Ho detto R1PUD1A” è un podcast sul riarmo e la propaganda di guerra in Europa di Giuseppe Mazza e Claudio Jampaglia, realizzato negli studi di Radio Popolare per EMERGENCY. Nei 5 episodi vi racconteremo le ragioni della campagna R1PUD1A di EMERGENCY www.ripudia.it attraverso un’analisi dei meccanismi per cui in questi anni siamo arrivati al “non c’è alternativa” al riarmo, dei protagonisti, delle campagne e dei linguaggi, con molti ricorsi storici, qualche sguardo alle alternative e con la partecipazione di alcuni dei protagonisti dell’associazione che da 30 anni cerca di curare e prevenire le ferite provocate dai conflitti armati. Secondo episodio: La guerra non è popolare. L’Europa si riarma con 800 miliardi. In questi anni aveva già raddoppiato la propria quota di spese militarti, soprattutto comprando dagli Stati Uniti. Lo faremo di più, visto che Trump disinvestirà dalla Nato e dall’Europa. E’ la “fine delle illusioni”, come dice Von der Leyen, di essere garantiti dalla pace, perché d’ora in poi bisognerà usare la forza. E intanto si educa la popolazione con manuali che dicono: “In caso di guerra…”. La propaganda è altissima perché non c’è nulla di più antipopolare e antidemocratico della guerra e la militarizzazione d’Europa è tutta sulle spalle dei suoi cittadini. Con Michele Paschetto di EMERGENCY vi racconteremo come in Afghanistan in più di venti anni di guerre le cure abbiamo svolto un ruolo straordinario di mediatore. Partecipa alla campagna R1PUD1A su www.ripudia.it

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    Ho detto R1PUD1A di Claudio Jampaglia e Giuseppe Mazza per EMERGENCY “Ho detto R1PUD1A” è un podcast sul riarmo e la propaganda di guerra in Europa di Giuseppe Mazza e Claudio Jampaglia, realizzato negli studi di Radio Popolare per EMERGENCY. Nei 5 episodi vi racconteremo le ragioni della campagna R1PUD1A di EMERGENCY www.ripudia.it attraverso un’analisi dei meccanismi per cui in questi anni siamo arrivati al “non c’è alternativa” al riarmo, dei protagonisti, delle campagne e dei linguaggi, con molti ricorsi storici, qualche sguardo alle alternative e con la partecipazione di alcuni dei protagonisti dell’associazione che da 30 anni cerca di curare e prevenire le ferite provocate dai conflitti armati. Primo episodio: Le parole sono importanti. In questa prima puntata di “Ho detto R1PUD1A” Giuseppe Mazza e Claudio Jampaglia spiegano cosa significa la parola “ripudia” nella Costituzione italiana e perché è stata scelta per rappresentare il “mai più” alla guerra del popolo italiano dopo la Liberazione. Non siamo i soli ad avere fissato questo principio nelle nostre leggi. La guerra però sta tornando una prospettiva concreta, almeno secondo la maggior parte dei governi, che si riarmano, Italia compresa. Con Rossella Miccio, presidente di EMERGENCY, vi racconteremo poi l’esempio del Sudan, il Paese dove la guerra ha già causato in questi due anni oltre tre milioni di profughi. Partecipa alla campagna R1PUD1A su www.ripudia.it

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