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L’azzardo di Kim: testata bomba all’idrogeno

La Corea del Nord ha annunciato di avere testato oggi alle 12 locali con successo una bomba termonucleare che può essere installata su un missile. È il sesto test nucleare nordcoreano e l’esplosione sotterranea registrata stamane sarebbe stata quattro-cinque volte più potente di quella dell’ultimo esperimento di circa un anno fa e dieci-undici volte più di quello precedente. Si tratterebbe infatti per la prima volta di una bomba all’idrogeno con una potenza compresa tra i 100 kiloton e un megaton, mentre finora erano state testate semplici — per così dire — bombe atomiche. L’esperimento sotterraneo è avvenuto nel nord-est del Paese, dove si è registrata una scossa di terremoto di 6,3 gradi.

Con la solita cura dell’allestimento coreografico, Pyongyang ha prima annunciato di avere prodotto una bomba H in grado di essere montata su un missile balistico intercontinentale, diffondendo anche alcune foto in cui si vede Kim Jong-un che ispeziona un oggetto che potrebbe essere un ordigno; poi ha effettuato il test nucleare; quindi ha annunciato, tramite la televisione di Stato, che l’esperimento è stato un pieno successo.

Il test è chiaramente un messaggio di sfida rivolto a Donald Trump che nelle ore precedenti aveva telefonato al premier giapponese Abe per rinnovare le proprie preoccupazioni e che nelle scorse settimane aveva minacciato Pyongyang promettendo “fuoco e furia” in caso di pericolo per gli Stati Uniti. Quella che finora Trump non ha mai considerato è l’opzione diplomatica, che chiedono i sostenitori della linea cosiddetta “sunshine”, tra cui il presidente sudcoreano Moon; il quale spinge però oggi per sanzioni ancora più punitive verso Pyongyang, non si sa se per un gioco delle parti o perché realmente convinto.

Nel test di oggi c’è anche una provocazione beffarda per il presidente cinese Xi Jinping, che proprio oggi ospita a Xiamen il summit dei Brics — le economie emergenti — dove è presente anche la Russia.

Non si fanno i conti senza l’oste — sembra dire Kim Jong-un — che ruba ancora una volta la scena alla Cina e ai suoi intenti auto-celebrativi. Sia Pechino sia Mosca hanno condannato con forza il test nucleare, ma in questo momento l’unica linea paradossalmente coerente sembra proprio quella di Pyongyang.

  • Autore articolo
    Gabriele Battaglia
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    Quando le povertà dei padri e delle madri ricadono sui figli e sulle figlie. In Italia il titolo di studio dei genitori condiziona le opportunità di di vita dei minori. La povertà educativa è diventata di fatto ereditaria. Sono gli ultimi dati dell’Istat a raccontare questa ingiustizia. Il 34% dei figli di genitori con un titolo di studio inferiore o uguale alla licenza media vive in condizione di “deprivazione materiale e sociale”. La percentuale crolla al 3% se i genitori sono laureati. L'ereditarietà della povertà educativa è anche un tradimento di un principio fondante della Repubblica. L’articolo 3 della nostra Costituzione, la seconda parte, assegna un compito preciso allo stato, e cioè quello di “rimuovere gli ostacoli” che limitano di fatto l’uguaglianza tra i cittadini. Un compito evidentemente non svolto, vista la permanenza della disuguaglianza. Pubblica ha ospitato oggi la sociologa Chiara Saraceno.

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