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L’ambizione di Salvini: governare da solo

Matteo Salvini

Il leghista Giancarlo Giorgetti è stato definito l’eminenza grigia del Carroccio perché per 20 anni si è dedicato al lavoro di relazioni, stando praticamente sempre zitto. Giorgetti corrisponde alla Lega come Letta corrispondeva a Berlusconi. Improvvisamente, da alcuni giorni, compaiono sue interviste sui giornali.

Lega e Movimento 5 Stelle affrontano il vero banco di prova dell’alleanza, la legge di Bilancio. Il momento delle scelte sulle questioni davvero rilevanti, quelle dell’economia. Potrebbe iniziare la crisi del rapporto politico che fino a oggi non ha avuto momenti di tensione. Oppure, quella che è stata definita una alleanza inedita potrebbe consolidarsi.

I presupposti ideologici ci sarebbero anche, secondo l’ex consigliere strategico di Donald Trump, Steve Bannon, che oggi si dedica alla creazione di una nuova destra radicale in tutta Europa sul modello della Alt-Right statunitense che ha contribuito a portare Trump alla Casa Bianca.

Giorgetti indica un pericolo immediato, sempre quello: un possibile attacco speculativo della finanza internazionale.

Parole alla Erdogan.

Per questo invita da giorni alla moderazione, alla stesura di una finanziaria dove i partiti di governo si accontentino di rimandare al futuro senza chiedere tutto e subito.

Il turno di elezioni regionali, in autunno, sarà l’altro banco di prova per capire cosa sarà del futuro politico italiano. In Trentino Alto Agige, Basilicata e soprattutto in Abruzzo. La Lega ha annunciato che correrà da sola, spiazzando Forza Italia. E Giorgetti ha gelidamente commentato: “Al momento il centrodestra è una categoria dello spirito”. Se le regionali autunnali andassero molto bene per la Lega, il centrodestra da categoria dello spirito si trasformerebbe in un ricordo, almeno per come lo abbiamo conosciuto.

Il calcolo strategico di Salvini è quello di portare a sé i voti di Forza Italia. È lo stesso calcolo che ha fatto e continua a fare Renzi, il quale non rinuncia all’idea di trasformare definitivamente il Pd in qualcosa di diverso, oppure, se non dovesse riuscirci, a mettersi in proprio guardando al voto moderato e liberale che non ha più, in questo momento, un punto di riferimento politico.

Ma le cose, in occidente, stanno girando in un’altra maniera e l’aggressività in stile Alt-Right di Salvini sta diventando egemone rispetto agli schemi moderati di una stagione politica che si è appena conclusa ma che appare già lontanissima.

Salvini oggi ritiene di avere, nei suoi calcoli, una duplice opzione davanti a sé. La prima consiste nel rafforzare l’alleanza col Movimento 5 Stelle. La seconda, nei sogni del leader leghista, consiste nel guadagnare una supremazia tale da proiettarlo alla guida del Paese per i prossimi anni da solo o al massimo con l’appoggio di pochi vassalli. Mettendo in un angolo anche gli attuali alleati di governo pentastellati.

Matteo Salvini

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    Luigi Ambrosio
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    Si è concluso questa mattina il presidio organizzato davanti all’ufficio immigrazione di via Montebello a Milano per chiedere la liberazione di Ayoub. Il ventunenne di origini tunisine è stato liberato dopo quasi 18 ore di fermo. Ieri pomeriggio si trovava davanti a un bar sotto casa insieme a un amico, quando è arrivata una volante della polizia che ha iniziato a controllare i documenti dei presenti. Gli agenti gli hanno tolto il telefono e l’hanno portato in questura perché il suo permesso di soggiorno non era in regola. Ayoub, che partecipa alle attività del centro sociale Lambretta ed è seguito dalla comunità Kayros di Don Claudio Burgio, ha passato la notte in questura in attesa di un’udienza per decidere della sua espulsione dal territorio italiano. Dopo aver fatto domanda d’asilo, questa mattina Ayoub è stato liberato. Il 22 aprile dovrà presentarsi nuovamente all’ufficio di immigrazione con il suo avvocato. Secondo il centro sociale Lambretta, che ha organizzato il presidio, “quello che è accaduto non è un’eccezione: è la normalità per oltre un milione di persone senza documenti in Italia. Un sistema che criminalizza la migrazione, sospende lo stato di diritto e produce esclusione sociale”. Dopo il rilascio di Ayoub, le persone in presidio, una cinquantina, l’hanno accolto con un coro: “Tutti liberi, tutte libere”. Tra gli applausi, i ragazzi e le ragazze che lo aspettavano si sono stretti attorno a lui in un abbraccio collettivo. Chiara Manetti ha intervistato Ayoub dopo il suo rilascio.

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    1) L’incubo di Gaza visto con gli occhi di una 23enne. In esteri la testimonianza da Deir el Balah: “Mi manca ballare e ridere con le amiche”. (Aya Ashour) 2) Washington potrebbe abbandonare gli sforzi per la pace in Ucraina. Marco Rubio da Parigi lancia un avvertimento che lascia più domande che risposte. (Emanuele Valenti) 3) Stati Uniti. Harvard dice no a Trump, lui congela i fondi. Lo scontro del presidente con le università americane è sempre più pericoloso. (Roberto Festa) 4) Un posto sicuro per la scienza. L’università di Marsiglia offre asilo accademico ai ricercatori in fuga dagli Stati Uniti. Quasi 300 fanno domanda in un mese. (Francesco Giorgini) 5) Messico, mentre il governo nega la responsabilità dello stato nelle sparizioni forzate, nel week end le famiglie dei desaparecidos si preparano alle giornate nazionali di ricerca delle persone scomparse. (Andrea Cegna) 6) Mondialità. La vittoria schiacciante di Daniel Noboa e la sconfitta del “Correismo” in Ecuador conferma i cambiamenti politici in corso in America Latina. (Alfredo Somoza)

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