Iniziative

 

 

L’Africa, dall’apartheid alla “rinascita”

Prosegue il ciclo di incontri “Dalla Guerra Fredda alla Globalizzazione: 40 anni di politica estera raccontati da Icei e Radio Popolare”. Lunedì 3 luglio alle 21, nell’auditorium di via Ollearo 5, il quarto appuntamento dedicato al continente africano: “L’Africa, dall’Apartheid alla ‘rinascita’”. Intervengono i relatori Enrico Casale e Marco Trovato, conduce Alfredo Somoza.

***

Negli anni ’80 in Africa si concludevano le ultime lotte anticoloniali, ma restava ancora aperta la ferita dell’apartheid in Sudafrica. La Guerra Fredda si era combattuta sui fronti dell’Etiopia, dell’Angola, del Mozambico, mentre nel Nord del continente si consolidavano regimi, come quello libico e quello egiziano, che già erano stati pedine importanti del grande gioco delle potenze.

Gli anni ’90 si aprono con l’indipendenza della Namibia e con la fine della segregazione in Sudafrica: un prigioniero di lunga data, Nelson Mandela, diventa il primo presidente di colore della grande nazione dell’Africa australe.

Ma il cammino verso il consolidamento degli Stati nati dalla fine del colonialismo non è facile. Alcuni popoli vengono divisi tra più Paesi, altre etnie storicamente antagoniste si ritrovano “condannate” a convivere per via dei confini tracciati a tavolino. Una situazione che, insieme alla mancanza di strutture statali, a democrazie che sono tali solo da un punto di vista formale, a legami “inquinati” con le potenze europee, determina conflitti diffusi: guerre tra Stati e vere e proprie guerre civili. Il conflitto congolese, la politica del genocidio in Ruanda e Burundi, il collasso della Somalia, la guerra dell’Eritrea che cerca l’indipendenza dall’Etiopia, le persistenti guerre civili in Mozambico e Angola.

Tra mille difficoltà interne, l’Africa perde il treno della globalizzazione degli anni ’90 restando un’area geografica marginale ed emarginata. Una dopo l’altro falliranno i diversi piani di sviluppo promossi dalle potenze mondiali che, prescindendo dalla storia del continente, attraverso gli aiuti tentano di imporre una propria visione della società e della democrazia.

Negli anni 2000 le cose cambiano, con il Nordafrica, fino ad allora l’unica area stabile del continente, risucchiato nel vortice dei conflitti mediorientali, e l’Africa equatoriale che, per la prima volta, trova un partner economico e politico interessato a scommettere su questa macroregione, non certo per altruismo. È la Cina che, con i suoi investimenti miliardari in infrastrutture, agricoltura ed energia, sta cambiando il volto di molti Paesi africani: per la prima volta non vengono valutati solo in funzione delle riserve di materie prime da predare, ma anche come potenziali mercati dove produrre e vendere. Negli ultimi 10 anni, infatti, l’Africa centromeridionale è stata l’area del pianeta che ha registrato la crescita economica più veloce. Così come rapida è stata la crescita demografica, sempre superiore alla capacità di produrre lavoro, opportunità e cibo.

L’Africa mediterranea attraversa invece la peggiore crisi che abbia mai conosciuto, con Stati collassati come la Libia, in bilico come Tunisia e Algeria, in fermento come Egitto o Marocco. La mancanza di una politica intelligente da parte dell’Europa, incapace di tendere una mano per spostare le proprie frontiere economiche sulla sponda sud del Mediterraneo, ha determinato malcontento sociale e povertà, emigrazione di massa e radicalizzazione politica e religiosa.

L’Africa del XXI secolo rimane un continente giovane, vitale e ricco di risorse. Manca però drammaticamente una classe politica e culturale in grado di guidarla al di là degli interessi di singoli Stati o di piccoli gruppi di appartenenza, capace di elaborare una visione se non di insieme, almeno regionale. Da soli, i Paesi africani − piccoli e grandi − non possono trovare un posto, un ruolo significativo nel mondo attuale. L’Organizzazione degli Stati Africani ha rappresentato un buon inizio per la costruzione di parteneriati economici e politici, ma poi è caduta nell’oblio.

Per l’Africa del futuro servono dunque leader solidi, partecipazione, inclusione, superamento delle peculiarità storiche e culturali.

Ben sapendo che l’Africa non ha più nulla da perdere, ma tutto da guadagnare.

  • Autore articolo
    Alfredo Somoza
POTREBBE PIACERTI ANCHETutte le trasmissioni

Adesso in diretta

  • Ascolta la diretta

Ultimo giornale Radio

  • PlayStop

    Giornale Radio martedì 25/11 19:29

    Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi. Tutto questo nelle tre edizioni principali del notiziario di Radio Popolare, al mattino, a metà giornata e alla sera.

    Giornale Radio - 25-11-2025

Ultimo giornale Radio in breve

  • PlayStop

    Gr in breve martedì 25/11 18:31

    Edizione breve del notiziario di Radio Popolare. Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi.

    Giornale Radio in breve - 25-11-2025

Ultima Rassegna stampa

  • PlayStop

    Rassegna stampa di martedì 25/11/2025

    La rassegna stampa di Popolare Network non si limita ad una carrellata sulle prime pagine dei principali quotidiani italiani: entra in profondità, scova notizie curiose, evidenzia punti di vista differenti e scopre strane analogie tra giornali che dovrebbero pensarla diversamente.

    Rassegna stampa - 25-11-2025

Ultimo Metroregione

  • PlayStop

    Metroregione di martedì 25/11/2025 delle 19:48

    Metroregione è il notiziario regionale di Radio Popolare. Racconta le notizie che arrivano dal territorio della Lombardia, con particolare attenzione ai fatti che riguardano la politica locale, le lotte sindacali e le questioni che riguardano i nuovi cittadini. Da Milano agli altri capoluoghi di provincia lombardi, senza dimenticare i comuni più piccoli, da dove possono arrivare storie esemplificative dei cambiamenti della nostra società.

    Metroregione - 25-11-2025

Ultimi Podcasts

  • PlayStop

    Fuori registro di martedì 25/11/2025

    Voci tra i banchi di scuola. A cura di Lara Pipitone, Chiara Pappalardo e Sara Mignolli

    Fuori registro - 25-11-2025

  • PlayStop

    L'Orizzonte delle Venti di martedì 25/11/2025

    A fine giornata selezioniamo il fatto nazionale o internazionale che ci è sembrato più interessante e lo sviluppiamo con il contributo dei nostri ospiti e collaboratori. Un approfondimento che chiude la giornata dell'informazione di Radio Popolare e fa da ponte con il giorno successivo.

    L’Orizzonte delle Venti - 25-11-2025

  • PlayStop

    Esteri di martedì 25/11/2025

    1) 25 novembre, quando lo stupro è un’arma di guerra. Nel Sudan sconvolto dalla più grave crisi umanitaria al mondo, migliaia di donne e bambini sono vittime di violenza di genere. (Stefano Piziali - Cesvi) 2) Ucraina, mentre i negoziati per un accordo tra Mosca e Kiev continuano, il piano per la pace Statunitense spacca l’amministrazione americana. (Roberto Festa) 3) La peggiore crisi economica mai registrata. L’occupazione israeliana in Cisgiordania e la distruzione e Gaza hanno provocato un crollo senza precedenti nell’economia palestinese, riportando il paese indietro di decenni. (Allegra Pacheco - West Bank Protection Consortium) 4) “A Dankirque non si vive, si sopravvive”. Sulle coste francesi la situazione umanitaria delle persone migranti peggiora giorno dopo giorno e lo stato non si assume le sue responsabilità. (Veronica Gennari) 5)Lo scandalo di pedofilia che ha sconvolto il vescovo di Cadice è un caso senza precedenti nella chiesa spagnola. (Giulia Maria Piantedosi) 6) Rubrica sportiva. Dopo 52 anni, la nazionale di calcio di Haiti si qualifica per i mondiali. Un risultato storico e prezioso per un paese distrutto dalla violenza. (Luca Parena)

    Esteri - 25-11-2025

  • PlayStop

    L'Orizzonte di martedì 25/11 18:36

    L'Orizzonte è l’appuntamento serale con la redazione di Radio Popolare. Dalle 18 alle 19 i fatti dall’Italia e dal mondo, mentre accadono. Una cronaca in movimento, tra studio, corrispondenze e territorio. Senza copioni e in presa diretta. Un orizzonte che cambia, come le notizie e chi le racconta. Conducono Luigi Ambrosio e Mattia Guastafierro.

    L’Orizzonte - 25-11-2025

  • PlayStop

    Quando lo stupro è un'arma di guerra. Le donne vittime di violenza in Sudan

    In Sudan la violenza di genere e lo stupro usato come arma di guerra sono all’ordine del giorno. Nel mezzo della crisi umanitaria più grave del mondo, migliaia di donne e bambini sono vittime di un conflitto che si consuma anche sui loro corpi. La ong italiana Cesvi lavora sul campo per offrire supporto psicologico alle donne e alle loro famiglie. Martina Stefanoni ne ha parlato con Stefano Piziali, direttore generale di Cesvi

    Clip - 25-11-2025

  • PlayStop

    Poveri ma belli di martedì 25/11/2025

    Un percorso attraverso la stratificazione sociale italiana, un viaggio nell’ascensore sociale del Belpaese, spesso rotto da anni e in attesa di manutenzione, che parte dal sottoscala con l’ambizione di arrivare al roof top con l’obiettivo dichiarato di trovare scorciatoie per entrare nelle stanze del lusso più sfrenato e dell’abbienza. Ma anche uno spazio per arricchirsi culturalmente e sfondare le porte dei salotti buoni, per sdraiarci sui loro divani e mettere i piedi sul tavolo. A cura di Alessandro Diegoli e Disma Pestalozza

    Poveri ma belli - 25-11-2025

  • PlayStop

    Musica come atto terapeutico: il nuovo album di Marco Giudici

    È appena uscito “Trovarsi soli all’improvviso”, il nuovo album del musicista e produttore milanese Marco Giudici, oggi ospite di Volume. “Volevo fare dalla musica ambient, come atto terapeutico per me stesso… ma poi si è trasformata in qualcos’altro”, racconta il cantautore sulla genesi dei brani. Il disco, che per il titolo trae ispirazione da una poesia scritta dal nonno dell'artista, è un racconto intimo e delicato che parla di solitudine, fragilità e distacco, ma anche del coraggio di andare avanti e di cambiare, lasciando indietro alcune parti di sé. L'intervista e il MiniLive di Marco Giudici.

    Clip - 25-11-2025

  • PlayStop

    Vieni con me di martedì 25/11/2025

    Le iniziative del 25 novembre e DonneXstrada che di violenza di genere, parla tutto l'anno. Vuoi segnalare un evento, un’iniziativa o raccontare una storia? Scrivi a vieniconme@radiopopolare.it o chiama in diretta allo 02 33 001 001 Dal lunedi al venerdì, dalle 16.00 alle 17.00 Conduzione, Giulia Strippoli Redazione, Giulia Strippoli e Claudio Agostoni La sigla di Vieni con Me è "Caosmosi" di Addict Ameba

    Vieni con me - 25-11-2025

  • PlayStop

    Le comedians contro la violenza sulle donne al Teatro Lirico di Milano

    Oggi a Cult Mary Sarnataro ci ha parlato di “Zitte mai!”, la serata speciale in scena al teatro Lirico di Milano, che un gruppo di comedians, capitanate da Deborah Villa, dedica all'associazione Cerchi nell'Acqua, che da anni è vicina alle donne vittime di violenza. A partire dalla libertà di esprimersi, la prima che viene a mancare quando una relazione diventa prevaricante, l'appuntamento sarà l'occasione per riflettere sulla violenza sulle donne, usando lo strumento della comicità. L’intervista di Ira Rubini.

    Clip - 25-11-2025

  • PlayStop

    Volume di martedì 25/11/2025

    Celebriamo la giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne con una selezione musicale quasi esclusivamente al femminile, tra novità degli ultimi giorni e brani più storici. Nella seconda parte Corrado Nuccini ci parla di Solido Festivalino di Ferrara, che andrà in scena questo weekend, e ospitiamo Marco Giudici che ci racconta e suona alcuni pezzi del suo nuovo album "Trovarsi soli all'improvviso".

    Volume - 25-11-2025

  • PlayStop

    Musica leggerissima di martedì 25/11/2025

    a cura di Davide Facchini. Per le playlist: https://www.facebook.com/groups/406723886036915

    Musica leggerissima - 25-11-2025

Adesso in diretta