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La sinistra milanese verso il Sala-bis: la posizione dei Verdi

Verdi Milano - Sala Bis

I Verdi e le alleanze per il Sala bis. In questi giorni a Prisma stiamo ospitando alcune delle forze politiche del centro sinistra interessate dalla ricandidatura di Beppe Sala alle comunali del 2021.
La coalizione che sosterrà Sala sarà larga e dovrebbe contenere la lista civica del sindaco, il Pd, una lista di sinistra e una lista con dentro Azione, Italia Viva, +Europa e Radicali. I Verdi non hanno ancora deciso se entrare o no nella coalizione che sosterrà Sala, Milano in Comune resterà all’opposizione. Fuori anche il Movimento 5 Stelle con un suo candidato sindaco.

Per i Verdi è iniziata l’operazione di riavvicinamento. Partono da posizioni molto critiche verso questi quattro anni di amministrazione. L’intervista a Elena Grandi, co-portavoce nazionale e vicepresidente del Municipio 1.

I Verdi in questi quattro anni hanno criticato piuttosto duramente Sala su diverse questioni, e il Sindaco stesso è stato duro nei vostri confronti. L’annuncio della ricandidatura cambia qualcosa?

L’annuncio della ricandidatura, per molti versi, è una bella certezza e bene o male ce l’aspettavamo. L’annuncio della candidatura è stato accompagnato da un video in cui Sala dice una cosa molto interessante rispetto al passato e al futuro, ovvero che la sua idea di Milano non sarà un’idea di chiudere – o di continuare – su un modello, ma di rinnovare. L’esperienza del COVID ha spostato tante cose. Sicuramente questa percezione del Sindaco è confortante e molto interessante anche per noi Verdi. Ovviamente non abbiamo mai pensato di non avere un dialogo con Sala, lo avremo. Ci confeonteremo su tanti punti e ci sarà modo di parlare e di discutere anche di punti criticati da parte nostra. Il dialogo è sempre aperto.

A fine settembre sembrava più probabile la possibilità che ci fosse un vostro candidato, piuttosto che il sostegno al primo turno di un candidato del centrosinistra, che ora è Sala.

La situazione è tutta in fieri. Noi siamo intenzionati a trovare un punto di caduta che sia quello di accordi e anche di un’unità. Noi in questi mesi abbiamo preso certe posizioni anche perché a Milano adesso c’è una base molto attiva che ha seguito in quest’ultimo anno e mezzo alcune vicende. Noi ci stiamo incontrando quotidianamente con tutti, anche con Sala.

Non avete ancora deciso se sostenere Sala al primo turno?

Siamo molto aperti in questo momento, e aspettiamo un dialogo insieme ai Verdi Europei, che sappiamo Sala stima molto. È fondamentale un dialogo per capire quante sono le cose che noi Verdi riteniamo fondamentali e che anche lui sta dichiarando tali. I temi forti portati avanti dai Verdi e dagli ecologisti – che sono soprattutto quelli dell’inquinamento, del benessere e dell’inclusività – sono talmente legati al fenomeno del COVID che niente potrà più essere come prima. La dichiarazione di Sala è molto aperta e innovativa rispetto alla visione della città, per cui certamente ci parleremo. Ad oggi tuttavia non abbiamo una posizione definitiva.

A Sala si contesta spesso l’operato sull’edilizia, l’urbanistica e gli investimenti internazionali. Qual è il vostro bilancio del primo mandato del Sindaco sotto questo punto di vista?

Se per alcuni aspetti ci sono state cose di grande novità, per altri abbiamo avuto delle posizioni piuttosto critiche. È su queste che spero e sono certa ci sarà modo di confrontarsi. Il problema dell’impatto ambientale dell’usura del suolo a Milano sta diventando un tema fondante. Punti come la questione dello stadio di San Siro sono cose su cui noi abbiamo preso posizione, che va verso la preservazione e il non consumo di altro suolo, della riduzione dell’impatto che comporterebbero cantieri enormi come quelli. È una città che ha fatto peraltro cose molto interessanti e innovative anche a livello europeo: pensiamo alla food policy, al progetto sul piano area clima, la questione dei trasporti con mezzi elettrici. Il tasto più dolente è quello di ripensare una città dove il cemento non debba essere sempre uno strumento di ripresa.

Saranno queste le condizioni che porrete al Sindaco negli incontri che avrete?

La parola “condizioni” non mi piace. Non ne poniamo e spero che non ne vengano poste. Quando si dialoga si pensa a un modello della città nuovo. Milano ha tanti progetti e su alcuni si potranno trovare tante soluzioni. Per esempio la Goccia, un’area molto vasta con un’archeologia industriale straordinaria, su cui ci sono aperte ancora tante possibilità. O ancora San Siro, su cui secondo me Sala non ha mai avuto una posizione categoria, è una faccenda molto aperta. Secondo me si può trovare insieme dei punti con cui racconteremo una città che valorizza l’esistente e che mette a disposizione beni comuni in maniera differente. Senza il dialogo le decisioni non si prendono.

Foto dalla pagina Facebook Verdi – Europa Verde Milano

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    Un percorso attraverso la stratificazione sociale italiana, un viaggio nell’ascensore sociale del Belpaese, spesso rotto da anni e in attesa di manutenzione, che parte dal sottoscala con l’ambizione di arrivare al roof top con l’obiettivo dichiarato di trovare scorciatoie per entrare nelle stanze del lusso più sfrenato e dell’abbienza. Ma anche uno spazio per arricchirsi culturalmente e sfondare le porte dei salotti buoni, per sdraiarci sui loro divani e mettere i piedi sul tavolo. A cura di Alessandro Diegoli e Disma Pestalozza

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    Stuart Murdoch: "Il mio primo romanzo non è una biografia, ma racconta la mia storia e la storia della mia malattia"

    Il leader dei Belle & Sebastian racconta "L'impero di nessuno", il suo libro d'esordio, ai microfoni di Volume. Un libro che lui stesso definisce di autofiction: "La maggior parte delle cose che accadono a Stephen, il protagonista, sono successe anche a me". 10 anni fa, Murdoch aveva scritto una canzone con il medesimo titolo: "Il romanzo tocca gli stessi temi: Stephen ha un'amica del cuore, Carrie, entrambi hanno la stessa malattia e si sostengono e ispirano a vicenda". La malattia è l'encefalomielite mialgica: "Mentre scrivevo immaginavo il mio pubblico, e il mio pubblico era il gruppo di supporto per l’encefalomielite che frequentavo negli anni Novanta. Immaginavo di scrivere per loro, e questo mi ha aiutato a trovare il tono giusto". Ascolta l'intervista di Niccolò Vecchia a Stuart Murdoch.

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