
Pavel Taussig, 91 anni, oggi è tornato ad Auschwitz, dove era stato deportato da bambino perché ebreo. Durante le celebrazioni della memoria della Shoah ha parlato della sua inquietudine per l’ascesa dell’Afd, il partito neonazista che alle elezioni tra poche settimane può fare un risultato storico. “Non mi sarei mai aspettato di vivere di nuovo qualcosa di simile”.
Mentre un’onda nera investe il mondo occidentale come non accadeva da allora, in Italia questo Giorno della Memoria è passato tra divisioni drammatiche e in buona parte strumentali.
Chi ha scritto sulla Piramide Cestia, a Roma, che l’Anpi, la Croce Rossa, Amnesty ed altre organizzazioni si sarebbero schierate con Hitler ai tempi del nazismo, è solo un farabutto. Grave però che nei vertici delle Comunità Ebraiche italiane ci sia chi si schiera al suo fianco.
Comunque la si pensi, è del tutto evidente che la maggioranza degli ebrei non possa accettare la parola ‘genocidio’ per quel che Israele sta facendo a Gaza, come è vero che in alcuni casi quel termine è stato usato politicamente per tenlotare un ignobile “pari e patta” con la Shoah (attenzione: non dall’Anpi né dalle altre associazioni in questione). Ma è altrettanto vergognosa la strumentalizzazione da una parte della Comunità, vicina alla Destra italiana, per dare addosso alla Sinistra in generale, ormai additata come responsabile principale dell’antisemitismo riemerso in questi mesi.
Così Meloni, già nipotina di Almirante, oggi seguace di Elon Musk che fa il saluto romano, se la cava sottolineando l’ovvio, e cioè che il fascismo è stato corresponsabile dell’orrore di allora. E a Roma, alla vigilia di questa giornata, si sono dati appuntamento, nell’incuranza generale, movimenti neofascisti di mezza Europa radunati da Forza Nuova.
Siamo pronte a scommettere che questo clima darà frutti ancora più velenosi molto presto, e cioè il 25 aprile: quando sarà fin troppo facile sfilarsi e far passare il messaggio che è una festa di parte.