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La Revolucion de Emiliano Zapata e la breve stagione del rock messicano negli anni ’70

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La Munster Records è una etichetta indipendente di Madrid nata negli anni ottanta; nel 2002 la Munster ha dato vita alla Vampisoul, una etichetta con la quale riporta alla luce preziosa musica vintage di vari tipi, dal funk di New Orleans al R&B anni sessanta, dalle colonne sonore esotiche all’afrobeat nigeriano, ma soprattutto musica latina, con particolare attenzione per il Perù. Direttamente come Munster nell’ultimo decennio l’etichetta si è concentrata su ristampe di punk, garage, psichedelia e altri generi e sottogeneri di varie parti del mondo; la Munster ha per esempio appena ristampato So Far, album del ‘72 dei Faust, alfieri del krautrock; ma non c’è da stupirsi che anche in questo filone di riproposizioni più legate al rock, l’etichetta abbia un occhio di riguardo per il mondo latino: ecco quindi fra le uscite più recenti album di Aguaturbia, storica band del rock cileno, di El Alamo, formazione di culto del rock psichedelico peruviano, di Antihéroes, gruppo underground argentino anni ottanta. La Munster ha anche appena riportato in vita, in vinile, La Revolucion de Emiliano Zapata, album pubblicato nel 1971 dall’omonimo gruppo rock messicano. Alla fine degli anni sessanta alcuni giovani di Guadalajara, influenzati dal rock psichedelico e dalla cultura hippie statunitense, decidono di fondare un gruppo: il nome lo scelgono in un’ottica protestataria.  Cominciano a suonare in feste di quartiere, ma rapidamente cominciano ad essere popolari in tutta la città. Si fa avanti una casa discografica importante come la Polydor: recalcitrano ma finiscono per firmare un contratto. Si spostano a Città del Messico e pubblicano il loro primo singolo, con i brani Nasty Sex e Still Don’t (Not Yet), che sale nelle classifiche messicane, ma ottiene dei risultati lusinghieri anche sui mercati statunitense, britannico e europeo. Nel ‘71 Nasty Sex, loro principale successo, Still Don’t, e un altro singolo, Shit City, escono nel loro album La Revolucion de Emiliano Zapata. Ma per il rock la situazione in Messico sta volgendo al peggio. Il 2 ottobre 1968, a pochi giorni dall’apertura dei Giochi Olimpici ospitati dal paese, il governo risponde al grande movimento studentesco, operaio e contadino del ‘68 messicano con il  massacro di piazza delle Tre Culture: i morti si contano a centinaia. Nel ‘69 il gruppo rock messicano Pop Music Team pubblica l’album dal titolo programmatico Society Is a Shit contenente Tlatelolco, un lavoro dedicato alle vittime del 2 ottobre: il brano passa sulle radio solo per due settimane, poi è vittima della censura. Intanto in Messico si sviluppa un movimento letterario, e poi più in generale controculturale, chiamato de La Onda. Nel ‘71, sul modello del festival di Woodstock, viene organizzato il Festival de Rock y Ruedas en Avándaro, il più grande evento nella storia del rock messicano. Tra i primi ad essere contattati per partecipare c’è proprio La Revolucion de Emiliano Zapata, che però declina l’invito, per un altro impegno già preso. Il festival si tiene in settembre, e in due giorni quasi una ventina di gruppi si esibisce davanti a centinaia di migliaia di spettatori. La prima edizione sarà anche l’ultima. Il festival finisce per essere uno spartiacque: mentre rappresenta l’apoteosi del movimento del rock messicano, viene additato da molte parti come immorale e degenere, e offre al presidente Luis Echevarria l’occasione per vietare il rock alla radio e in concerto e di distruggere il movimento de La Onda. Sarà la fine anche per La Revolucion de Emiliano Zapata, che deve rinunciare al rock e convertirsi alla canzone romantica.

  • Autore articolo
    Marcello Lorrai
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