Approfondimenti

“La mia cattiva strada” di Ghiringhelli

la mia cattiva strada

Marcello Ghiringhelli
La mia cattiva strada
Memorie di un rapinatore

a cura di Davide Ferrario e Marilena Moretti
Le Milieu Edizioni
229 pagine

Cominciamo a rovescio, dalla frase che conclude il libro: “… vengo scarcerato il 25 aprile del 1981. Venti giorni dopo entro nelle Brigate Rosse come rivoluzionario a tempo pieno… Ma questa è un’altra storia”. Che, incuriositi, si vorrebbe leggere presto, viene da dire. Qui, in queste memorie, abbiamo la vita precedente di Marcello Ghiringhelli, ciò che lo porterà comunque in carcere: da ragazzino ribelle a rapinatore, nome conosciuto, temuto, apprezzato nel mondo della malavita italiana e francese. Anche prima della sua svolta politica si avverte in lui un sottofondo di consapevolezza sociale, quella di appartenere alla categoria dei molti maltrattati dalla vita, operai integerrimi e gente che si arrabatta per tirare avanti. O come lui, legionario per un colpo di testa giovanile, poi fuorilegge, piccolo imprenditore, detenuto, rivoluzionario di professione. Un sottoproletario, di fatto, con lunghi anni trascorsi nel lusso però. E molti di più tra le sbarre.

Il padre operaio alla Fiat, la madre a servizio nelle case dei signori, a suo tempo attivi entrambi nella Resistenza, non possono capire quello scavezzacollo. In particolare è la madre ad avercela con Marcello, anche perché gli altri figli non hanno tutti quei grilli per la testa. O almeno questa è la sua impressione. Ma il tempo dirà chi è il più generoso tra tutti quanti. Ormai vecchia e relegata in ricovero, dimenticata dalla prole perbene che lì dentro l’ha cacciata, sarà quel bandito che entra ed esce di galera a pensare a lei, riportandola in un appartamento e fornendole di che mantenersi. Niente male, peraltro.

Come nessun film è in grado di fare, Memorie di un rapinatore dà l’opportunità di entrare nell’esistenza avventurosa e drammatica di un fuorilegge. Nelle oltre duecento pagine troviamo nei dettagli i colpi fulminei compiuti da solo, oppure assieme a complici che devono garantire intelligenza, freddezza durante l’azione, ed etica di gruppo, dato che stanno mettendo in gioco non soltanto la propria libertà ma la pelle stessa.

Prima, c’è da studiare a fondo la situazione, la suspence fa parte del gioco ma quando si agisce bisogna essere padroni di sé, per questo anche chi ama le buone bevute, non deve toccare una goccia d’alcol nella settimana che precede il colpo. Durante, è una botta d’adrenalina. Dopo, quando ti ritrovi con il malloppo conquistato, senza un graffio tu e i tuoi complici, il riposo nei migliori alberghi, ebbene, per Ghiringhelli è qualcosa di esaltante. Piacere puro. Dovuto all’estrema tensione di ogni atomo di corpo e cervello durante l’azione, e dal relax che segue quando ancora l’adrenalina circola nelle vene per un bel po’.

In fondo è questo a ricondurlo ogni volta alla sfida, non soltanto il bisogno di soldi. E in affetti le rapine vengono fatte anche quando in banca, in un conto corrente a suo nome, giace una notevole quantità di bei bigliettoni. Vuoi mettere del resto la soddisfazione di arraffare ciò che ti sarebbe stato negato per sempre: champagne, auto potenti, abiti firmati? Il poi il gusto di lasciar cadere gocce di quell’oro sulla tua donna, su tua madre, su tua figlia.

Il gioco si era fatto precocemente duro per Ghiringhelli, quando ragazzino, barando sull’età, aveva avuto l’avventatezza di arruolarsi nella Legione Straniera. E lì sperimenta d’un colpo l’abiezione della guerra, dell’assassinio gratuito. In Algeria con gli altri commilitoni partecipa al massacro della popolazione locale, contadini, donne, intere famiglie. Qualcosa lo ferma: farsi disumani a tal punto diventa per lui inaccettabile. Decide di scappare, benché sappia che i legionari disertori non abbiano futuro alcuno. Non c’è che la morte per loro, è notorio, la Legione non perdona.

Quella strana fuga viene però notata dai ribelli algerini in armi contro i francesi nella loro lotta di liberazione, che lo catturano. Se dapprima non gli danno credito e lo sottopongano a infiniti interrogatori, alla fine intendono quel tipo di rifiuto e gli offrono la possibilità di salvare la pelle con un passaporto falso, destinazione Parigi. Raggiunta la meta, il fuggiasco, ragazzotto di scarsa cultura, trova accoglienza nel salotto intellettuale di Sartre, De Beauvoir e i loro amici, affamati come sono di notizie sulla guerra d’Algeria che li vede dalla parte degli insorti.

A Parigi comincia la sua prima storia d’amore con una giovane prostituta, la più importante anche se breve e tragica. Altre ne seguiranno, a dire come le sue donne e in seguito la figlia restino un punto nevralgico per il rapinatore, quello che può dare la felicità o toglierla. Certo, la famigliola serena non fa per lui. E quelle donne ne pagheranno il conto.

Al di qua e al di là del confine francese dove opera, nitido il disegno dell’ambiente malavitoso: le case, i personaggi affidabili, quelli da evitare, le regole vigenti. La serie memorabile dei colpi assume a volte il sapore della leggenda, seppure la galera sia un incidente di percorso inevitabile. Mai ammettere, negare sempre, e questo per qualche decennio gli risparmia detenzioni oltremodo lunghe.

Ma non mancano i pestaggi degli agenti, le rivolte in carcere, le fughe rocambolesche. Celle di rigore per periodi tanto prolungati da annichilire chiunque; botte che ti possono portare al creatore, da cui Ghiringhelli una volta si salva per un pelo grazie a un infermiere detenuto che con le sue cure lo riporta in vita; la tubercolosi dovuta alle secchiate d’acqua gelida tre volte al giorno. Lui, al tempo, non è sorpreso dai maltrattamenti, né si appella alla legge che li vieta: la prigione è quella cosa lì, punto.

A evitare che il memoir possa ridursi a una noiosa sequela di rapine, a un fuori e dentro le prigioni, è la bellezza della lingua, fatta di diverse parlate popolari – il dialetto del Nord, Torino e Piemonte in particolare, come pure delle zone francesi da lui frequentate – e del gergo della malavita di allora, ormai sparito o trasformato è più che probabile. E merito pure del ritmo e dell’asciuttezza del racconto su un antieroe come lui, tosto, sveglio, che tra le sbarre cerca di stringere i denti mentre sta ideando l’ennesima fuga.

Testimonianza, ma anche materiale storico di prima mano per ricostruire un’epoca e le sue lacerazioni. La mia cattiva strada non costituisce l’esordio dello scrittore nato in galera, preceduto com’è da alcuni racconti dal carcere e dal noir L’altra faccia della luna. Un autore più alla mano, meno crudele del geniale e provocatorio Jean Genet nel suo Diario del ladro, riferimento inevitabile. Ma seppur lontano dal grande letterato, la sua narrazione vive comunque di vita propria e possiede il sapore dell’autentico.
Non sappiamo se a quest’ultimo lavoro seguirà la storia della sua militanza nelle Brigate Rosse, di come un rapinatore di professione si trasforma in un rivoluzionario di professione. Possibile che alcuni reati ancora in essere e la ricaduta di certe informazioni politiche concorrano a impedirglielo.

Tuttavia una testimonianza dal di dentro, con una voce come la sua, e da quella particolare angolazione, sarebbe davvero augurabile. Per ora in queste pagine, un solo assaggio narrato tra il serio e il faceto: di quando a un paio di ingenui giovani inesperti di Lotta Continua insegnò a compiere la loro prima rapina di autofinanziamento.

la mia cattiva strada
La copertina del libro “La Mia Cattiva Strada – Memoria di un rapinatore”
  • Autore articolo
    Bruna Miorelli
ARTICOLI CORRELATITutti gli articoli
POTREBBE PIACERTI ANCHETutte le trasmissioni

Adesso in diretta

  • Ascolta la diretta

Ultimo giornale Radio

  • PlayStop

    Giornale Radio martedì 29/04 12:30

    Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi. Tutto questo nelle tre edizioni principali del notiziario di Radio Popolare, al mattino, a metà giornata e alla sera.

    Giornale Radio - 29-04-2025

Ultimo giornale Radio in breve

  • PlayStop

    Gr in breve martedì 29/04 15:30

    Edizione breve del notiziario di Radio Popolare. Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi.

    Giornale Radio in breve - 29-04-2025

Ultima Rassegna stampa

  • PlayStop

    Rassegna stampa di martedì 29/04/2025

    La rassegna stampa di Popolare Network non si limita ad una carrellata sulle prime pagine dei principali quotidiani italiani: entra in profondità, scova notizie curiose, evidenzia punti di vista differenti e scopre strane analogie tra giornali che dovrebbero pensarla diversamente.

    Rassegna stampa - 29-04-2025

Ultimo Metroregione

  • PlayStop

    Metroregione di martedì 29/04/2025 delle 07:16

    Metroregione è il notiziario regionale di Radio Popolare. Racconta le notizie che arrivano dal territorio della Lombardia, con particolare attenzione ai fatti che riguardano la politica locale, le lotte sindacali e le questioni che riguardano i nuovi cittadini. Da Milano agli altri capoluoghi di provincia lombardi, senza dimenticare i comuni più piccoli, da dove possono arrivare storie esemplificative dei cambiamenti della nostra società.

    Metroregione - 29-04-2025

Ultimi Podcasts

  • PlayStop

    Playground di martedì 29/04/2025

    A Playground ci sono le città in cui abitiamo e quelle che vorremmo conoscere ed esplorare. A Playground c'è la musica più bella che sentirai oggi. A Playground ci sono notizie e racconti da tutto il mondo: lo sport e le serie tv, i personaggi e le persone, le ultime tecnologie e le memorie del passato. A Playground, soprattutto, c'è Elisa Graci: per 90 minuti al giorno parlerà con voi e accompagnerà il vostro pomeriggio. Su Radio Popolare, da lunedì a venerdì dalle 15.00 alle 16.30.

    Playground - 29-04-2025

  • PlayStop

    Jack di martedì 29/04/2025

    Jack è il magazine musicale quotidiano di Radio Popolare: Matteo Villaci vi accompagna tra le ultime novità discografiche e le notizie del giorno, con approfondimenti, interviste e speciali. Senza mai dimenticare la passione per la musica dal vivo, con i nostri imperdibili minilive.

    Jack - 29-04-2025

  • PlayStop

    L'intervista al regista Steven Soderbergh

    “Black Bag”, il nuovo film di Steven Soderbergh, è una spy story ambientata a Londra con i due agenti segreti George e Kateryn Woodhouse, interpretati da Michael Fassbender e Cate Blanchett, nella missione di stanare una talpa nell’Agenzia d’Intelligence prima che possa attivare un pericolosissimo worm informatico. Ma come spesso accade nel cinema del regista Premio Oscar per “Traffic”, qui al terzo film scritto con David Koepp, la sceneggiatura è solo un pretesto per parlare in questa intervista di temi più profondi e per esprimere il suo dissenso nei confronti del potere. Come in questo momento di grande preoccupazione per la democrazia. L'intervista realizzata da Barbara Sorrentini.

    Clip - 29-04-2025

  • PlayStop

    Musica leggerissima di martedì 29/04/2025

    a cura di Davide Facchini. Per le playlist: https://www.facebook.com/groups/406723886036915

    Musica leggerissima - 29-04-2025

  • PlayStop

    Considera l’armadillo di martedì 29/04/2025

    Noi e altri animali È la trasmissione che da settembre del 2014 si interroga su i mille intrecci di una coabitazione sul pianeta attraverso letteratura, musica, scienza, costume, linguaggio, arte e storia. Ogni giorno con l’ospite di turno si approfondisce un argomento e si amplia il Bestiario che stiamo compilando. In onda da lunedì a venerdì dalle 12.45 alle 13.15. A cura di Cecilia Di Lieto.

    Considera l’armadillo - 29-04-2025

  • PlayStop

    Cult di martedì 29/04/2025

    Oggi a Cult: Piero Dorfles sul libro "Ambimblè" (Manni); Steven Soderbergh sul suo film "Black Bag"; Theo Teatrdo su "Concerto al buio" alla Fondazione Feltrinelli; la rubrica ExtraCult a cura di Chawki Senouci...

    Cult - 29-04-2025

  • PlayStop

    Pubblica di martedì 29/04/2025

    Finanza, banche, industria, governo e...cannoni. Il risiko bancario di questi giorni mostra l’attivismo straordinario dei grandi poli del credito e delle assicurazioni in Italia. Mediobanca, Generali, MPS e poi Unicredit e Intesa. Caltagirone e gli eredi di Del Vecchio. Il governo Meloni. Il campo da gioco è il triangolo Milano, Trieste e Roma. Chi comanderà sui miliardi dei “triestini” di Generali? Saranno ancora i “milanesi” di Mediobanca? Oppure saranni i “romani” Caltagirone e Delfin, con l’aiuto del governo Meloni? In questo caso Caltagirone e Delfin potrebbero finire per spartirsi un pezzo delle spoglie di una nuova Mediobanca, senza più le Generali in cassaforte. Manca solo Unicredit e, soprattutto, Intesa per capire se i cambiamenti saranno ancora più profondi. A fronte dell’attivismo bancario c’è poi un mondo industriale bloccato nella sua crisi. La produzione delle industrie italiane sembra non riprendersi più, cala da 25 mesi consecutivi. La politica industriale del governo è non-pervenuta. Unica speranza, le commesse militari, la spesa pubblica per la difesa che sosterrà un pezzo della ripresa dell’industria italiana. Ospiti a Pubblica Gianni Dragoni, giornalista del Fatto Quotidiano, esperto di economia e finanza; e Francesco Garibaldo, ricercatore, collabora con la Fiom Cgil su questioni di politica industriale.

    Pubblica - 29-04-2025

  • PlayStop

    A come America di martedì 29/04/2025

    Donald Trump e la svolta conservatrice della democrazia USA. A cura di Roberto Festa e Emanuele Valenti

    A come America - 29-04-2025

  • PlayStop

    A come Atlante di martedì 29/04/2025

    Trasmissione trisettimanale, il lunedì dedicata all’America Latina con Chawki Senouci, il mercoledì all’Asia con Diana Santini, il giovedì all’Africa con Sara Milanese.

    A come Atlante – Geopolitica e materie prime - 29-04-2025

  • PlayStop

    Note dell’autore di martedì 29/04/2025

    Un appuntamento quasi quotidiano, sintetico e significativo con un autore, al microfono delle voci di Radio Popolare. Note dell’autore è letteratura, saggistica, poesia, drammaturgia e molto altro. Il tutto nel tempo di un caffè!

    Note dell’autore - 29-04-2025

  • PlayStop

    Tutto scorre di martedì 29/04/2025

    Sguardi, opinioni, vite, dialoghi ai microfoni di Radio Popolare. Condotta da Massimo Bacchetta, a cura di Massimo Alberti

    Tutto scorre - 29-04-2025

  • PlayStop

    Presto Presto - Interviste e Analisi di martedì 29/04/2025

    Il Black Out nella Penisola Iberica, ancora oscure le cause, ma l'elettricità è tornata, il punto di Giulio Maria Piantadosi wapp da Madrid e l'analisi della fragilità delle reti di Alberto Berizzi, docente del Dipartimento energia del politecnico di Milano. I tre giorni di tregua di Putin e lo stallo con Trump nell'analisi di Emanuele Valenti. La strage di Monreale, dopo l'arresto di uno degli autori, raccontata da Davide Enia, drammaturgo, attore teatrale, scrittore e regista palermitano.

    Presto Presto – Interviste e analisi - 29-04-2025

Adesso in diretta