
Ungheria, 1944: a Budapest il diplomatico svizzero Carl Lutz mette in salvo decine di migliaia di ebrei in fuga dai nazisti, estendendo a proprio rischio e pericolo la copertura dei salvacondotti che la confederazione elvetica gli aveva concesso e ospitando i profughi nella Glass House (Casa di Vetro, Üvegház), dove aveva sede il suo consolato.
Una delle più grandi imprese mai portate a termine per iniziativa individuale durante la Shoa, eppure per decenni dimenticata e accantonata fra documenti ufficiali e memorie private, anche perché Lutz mise a rischio la propria vita e andò incontro a gravi penalizzazioni per avere messo a repentaglio la neutralità elvetica con la sua azione.
Questa è stata la suggestione che ha ispirato il celebre trombettista newyorkese Frank London, fondatore e solista dei Klezmatics, che ha dedicato a questa straordinaria storia The Glass House Project.
L’ensamble appositamente creato per il progetto è composto da artisti provenienti da USA, Argentina, Israele, Ungheria e il concerto, proposto recentemente poco prima della Giornata della Memoria a Milano, nell’ambito della rassegna “Aperitivo in Concerto”, mescola le fonti musicali.
Abbiamo intervistato Frank London per Cult.
Ascolta l’intervista a Frank London