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Inseguire la destra: la strategia perdente del Pd

La Lega Nord dell’Emilia Romagna sfotte il Pd: “a quasi un anno dai fatti di Gorino la Lega Nord ha vinto” recita un comunicato. “La sindaca Pd di Codigoro -si legge- ha deciso misure che i sindaci della Lega applicano da tempo con ottimi risultati”.

Alice Zanardi, tessera del Partito Democratico, sindaca di Codigoro, nel ferrarese, ha scritto su carta intestata del Comune che raddoppierà le tasse locali a chi abbia deciso di ospitare dei migranti, e che chiederà nei loro confronti controlli della Guardia di Finanza. Poi ha precisato, bontà sua, che si tratta di una provocazione.

E’ solo l’ultimo episodio di una estate 2017 che verrà ricordata per il caldo dei primi giorni di agosto e per le prese di posizione di tanti esponenti del Partito Democratico che hanno suscitato sgomento in chi ha sempre considerato il Pd un partito di sinistra, o di centrosinistra.

Se a Codigoro la sindaca vuole raddoppiare le tasse a chi ospita migranti, a Besnate, Varese, il sindaco Pd fa lo sciopero della fame contro la decisione della prefettura di mandare nel suo Comune 31 richiedenti asilo.

“C’è un problema con la selezione della classe dirigente locale” si sfoga un dirigente nazionale del partito, a microfoni staccati. Ma il tema, come si dice, è più ampio. L’estate 2017 è quella in cui il Senatore Stefano Esposito ha criticato le Ong affermando che “ideologicamente pensano solo a salvare vite umane e noi non possiamo permettercelo” e in cui Patrizia Prestipino ha argomentato che se si vuole “continuare la nostra razza, è chiaro che in Italia si deve dare sostegno alle mamme e alle famiglie”. Dopo una frase così, Patrizia Prestipino non è stata cacciata né dal partito né dalla Direzione Nazionale di cui fa parte.

La Direzione Nazionale è l’organismo che nell’estate 2017 è stato rinnovato, con la cancellazione del dipartimento “Diritti Civili” e con la creazione del dipartimento “Mamme”, il cui dichiarato obiettivo sarebbe il sostegno la natalità. Non, ad esempio, “Mamme e Papà”, non, per fare un altro esempio, “Genitorialità”. “Mamme”.

Come in Ritorno al Futuro, un salto indietro nel tempo, nel pieno degli anni ‘50 del ‘900. Il protagonista di Ritorno al Futuro torna indietro nel tempo per tentare di cambiare il passato in modo da aggiustare il presente. Il Pd di Renzi è in difficoltà con la propria stessa tradizione culturale, cerca la strada per interpretare il presente ma non trova di meglio che inseguire la destra.

Sono segnali che delineano una collocazione diversa da quella liberaldemocratica -diritti civili e liberismo economico- su cui pure Renzi aveva traghettato il partito e che rischia di fare scivolare il Pd direttamente nel campo del conservatorismo.

Facciamo altri due esempi: il voto al Senato della legge sullo Ius Soli temperato e di quella sul testamento biologico sono state rinviate a settembre, con il rischio concreto che non vengano mai approvate. I numeri sono a rischio, è l’argomento. E’ vero. Ma è altrettanto vero che Renzi, fino a oggi, non ha alzato la voce con l’alleato Alfano per imporsi. Non si è avuta, fino a oggi, l’impressione che il Pd voglia giocarsi il tutto per tutto pur di approvare le due leggi.

Inseguire il proprio avversario nel suo terreno è un’operazione difficilmente paga in temini elettorali. E’ rara la conquista di consensi al centro o addirittura a destra. E al tempo stesso se ne perdono tanti alla propria sinistra. Ma Renzi persegue questa strategia senza farsi prendere dal dubbio.

Nel pieno della campagna contro le Ong che salvano vite umane nel Mediterraneo, il segretario del Pd ha affermato che bisogna usare il “pugno di ferro” contro le Ong che hanno rapporti con gli scafisti. Avrebbe potuto dire “agire contro di loro sul piano giudiziario”. Ha scelto di dire “usare il pugno di ferro”. Ha ribadito che i migranti bisogna anzitutto “aiutarli a casa loro” e che chi arriva qui è accolto “temporaneamente”.

E mentre il ministro dell’Interno Minniti, uno degli ultimi figli del Partito Comunista Italiano, annuncia di bloccare le imbarcazioni delle Ong che non firmeranno il Codice di Condotta imposto loro dal Governo e la prima nave di Medici Senza Frontiere viene lasciata fuori dal porto di Lampedusa, la destra dimostra di essere imbattibile sul proprio terreno. Due soli esempi delle ultimissime ore: a Ostia i fascisti di Casapound organizzano ronde contro i venditori ambulanti stranieri e il leader della Lega Nord, Matteo Salvini, chiede di affondare le imbarcazioni delle Ong.

Il rischio concreto è quello di una escalation alla ricerca del consenso e di un esito finale, nelle urne, che potrebbe essere drammatico

  • Autore articolo
    Luigi Ambrosio
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    Diesel Euro 5, il blitz della lega contro il blocco che sarebbe scattato a fine anno: rimandato al 2026, riguarderà solo le grandi città

    La Lega ha ottenuto il rinvio dell’entrata in vigore del blocco alle auto diesel euro 5. Con un emedamento al decreto infrastrutture è stata rimandata di un anno l’entrata in vigore del provvedimento, che era stato approvato dal governo in recepimento di una direttiva europea. Il blocco agi diesel più inquinanti scatterà a questo punto solo alla fine del 2026: e non riguarderà tutte le città oltre i 30mila abitanti ma sarà applicato solo alle grandi città di oltre 100mila. La Lega e Salvini in queste ore rivendicano questo come “un atto di buonsenso”. Una lettura diversa e opposta a quella che danno in queste ore le associazioni ambientaliste e molti osservatori. Ester Marchetti, direttrice del settore trasporto pulito di Transport and environment.

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