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Indomite, storie di donne che fanno ciò che vogliono su RaiPlay

Indomite

Indomite, storie di donne che fanno ciò che vogliono su RaiPlay. Tra le cose cui abbiamo dovuto rinunciare a causa dell’emergenza coronavirus ci sono state le manifestazioni per l’8 marzo, la Giornata internazionale della donna – le quali, nei piani originali, si sarebbero dovute estendere anche a lunedì 9, visto che quest’anno la data cadeva di domenica.

Come hanno fatto notare anche i comitati di Non una di meno, ci sono però molti modi di portare avanti la lotta per la parità e contro la discriminazione di genere, che tra l’altro continua ogni giorno dell’anno: noi ve ne proponiamo uno utile anche per fronteggiare un’altra delle situazioni anomale “regalataci” dal COVID-19, cioè il fatto che le scuole siano chiuse e i bambini a casa, desiderosi di farsi intrattenere. Su RaiPlay, la piattaforma streaming della Rai (è gratuita per tutti, cioè è compresa nel canone, basta registrarsi con un’email), dall’8 marzo è disponibile un’imperdibile serie animata.

S’intitola Indomite: si tratta di ben 30 episodi da circa 3 minuti e mezzo ciascuno, ognuno dedicato a ripercorrere la biografia di una figura femminile che ha fatto la storia e di cui difficilmente avrete sentito parlare. D’accordo, magari qualche nome un po’ più celebre c’è: per esempio la ballerina Josephine Baker, icona americana degli spettacoli parigini, spia partigiana durante l’occupazione nazista, e poi combattente per i diritti civili negli Stati Uniti degli anni 60. Oppure Hedy Lamarr, la diva del cinema austriaco prima e di Hollywood poi, che fu anche una grande inventrice, e aiutò gli alleati a vincere la guerra inventando qualcosa senza cui oggi non potremmo vivere: il WiFi.

E, ancora, la collezionista d’arte Peggy Guggenheim, la straordinaria reporter Nellie Bly, la musicista Betty Davis, l’illustratrice Tove Jansson… Ma molte meno persone, probabilmente, hanno sentito parlare della ginecologa Agnodice, che nell’Atene del 350 a.C. si travestì da uomo per studiare e curare le donne; o della donna barbuta Clémentine Delait, che nella Francia di fine Ottocento rifiutò di esibirsi in un circo e mantenne con il proprio bar il marito malato per tutta la vita; o della guerriera e sciamana apache Lozen, che combatté insieme a Geronimo contro i visi pallidi; o di Christine Jorgensen che, nata in un corpo maschile, fu tra le prime ad affrontare un’operazione di riassegnazione di genere e diventò attivista per i diritti delle persone trans.

Indomite è la trasposizione televisiva di una serie a fumetti intitolata in originale Les Culottées, realizzata dall’illustratrice e fumettista francese Pénélope Bagieu nel 2016 per un blog di “Le Monde”, e diventata poi un libro nel 2018. In Italia è pubblicato in due volumi da Bao Publishing con il sottotitolo Donne che fanno ciò che vogliono, ed è un acquisto fortemente consigliato.

La serie, disegnata e scritta dalla stessa Bagieu e diretta da Sarah Saidan, Charlotte Cambon e Mai Nguyen, conserva il tipico tratto deciso e lineare, e i giochi con l’alternanza di bianchi e colori pieni, delle bellissime illustrazioni originali, e anche il modo veloce, leggero ed efficace con cui l’autrice riesce a descrivere, di tanto in tanto, anche le inevitabili sofferenze e sopraffazioni vissute dalle protagoniste.

Per una volta, della versione italiana lodiamo anche il doppiaggio, grazie alla poliedrica voce di una bravissima Isabella Ragonese. Indomite è una visione perfetta per tutta la famiglia, che la si voglia centellinare poco a poco o trangugiare tutta d’un fiato: lasciamo a voi la sorpresa di scoprire quali altre biografie ha scelto Bagieu, spaziando tra i continenti e i periodi storici, e scovando personalità dimenticate che meritano di entrare nell’immaginario collettivo. Perché, come si dice: lottomarzo e lotto ogni giorno, anche in quarantena.

  • Autore articolo
    Alice Cucchetti
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    Errando per Antiche Vie è una grande azione performativa in cui artisti e pubblico percorrono a piedi la distanza che separa Cortina e Milano, tra il 5 e il 16 dicembre, a un mese dall’inizio delle Olimpiadi, per raccontare un territorio incredibile, contraddittorio che per la prima volta viene messo in luce dalle Olimpiadi. Un cammino lungo oltre 250 km, spettacoli teatrali e di danza, letture, pasti di comunità, incontri e dibattiti: un racconto della montagna fatto di sostenibilità, di protagonismo dei territori alpini e prealpini, di chi decide di vivere e lavorare in quota e nei territori periferici, al di là della spettacolarizzazione del momento olimpico. Michele Losi di Campsirago Residenza ha raccontato a Cult tutto il percorso. L'intervista di Ira Rubini.

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