
Il più importante consigliere di Meloni, Alfredo Mantovano sarà oggi al Coparis a riferire sul caso di Cecilia Sala. Le opposizioni avevano chiesto che il governo riferisse in aula. Con l’argomento del silenzio stampa per non ostacolare le trattative sono molte le cose che Meloni non dice: ad esempio non dice se di Cecilia Sala abbia parlato con Trump nella sua visita americana. E non dice quali contatti siano in corso con l’amministrazione uscente, quella di Biden il quale, per inciso, sarà a Roma tra tre giorni per una visita già programmata.
Meloni si trova sicuramente più a suo agio con Trump. “Lavoreremo bene insieme” ha scritto ieri di ritorno da Mar-a-Lago. Mentre Elon Musk continua a martellare i governi non allineati, Meloni cerca di accreditarsi come più importante rappresentante del trumpismo in Europa. Sperando così evitare che le future politiche americane facciano troppo male al nostro Paese. Ma con scarse possibilità, perché quando si tratterà di imporre dazi e politiche protezioniste, o quando si tratterà di imporre maggiori spese militari agli alleati della Nato, Trump non guarderà certo in faccia al governo italiano. Meloni però sogna. Sogna di venire riconosciuta oltreoceano come la leader della destra europea.
Meloni-Trump-Milei è l’asse mondiale che la nostra presidente del Consiglio ha in mente. Per consolidare il suo potere a Roma. Per rientrare dalla finestra a Bruxelles, dopo la disastrosa gestione della partita per la composizione della nuova Commissione Europea.