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Il post Expo di Renzi non piace ai rettori

C’è una lettera che sta raggiungendo Palazzo Chigi, indirizzata al presidente del consiglio Matteo Renzi e firmata dai rettori delle università italiane. Chiede a Renzi di rivedere il progetto Human Technopole, il polo della ricerca scientifica che dovrà occupare l’area di Expo 2015. E che è stato affidato da Renzi all’Iit di Genova, l’Istituto Italiano di Tecnologica. Un progetto da un miliardo e mezzo di euro in dieci anni, soldi che la ricerca pubblica italiana fatica a vedere tutti insieme, in questo modo.

Alcuni mesi fa i primi dubbi sull’operazione vennero sollevati dalla scienziata e senatrice a vita Elena Cattaneo: “E’ un progetto destinato a diventare una corte di vassalli. La ricerca italiana merita fondi e trasparenza”, scrisse la scienziata.

Recentemente anche l’ex presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha espresso perplessità sulle modalità con cui Renzi sta portando avanti l’operazione.

Ora anche i rettori prendono parola con una lettera indirizzata al governo.

“L’idea scientifica di Human Technopole è sicuramente valida e crediamo che l’impegno del governo nel cominciare a potenziare la ricerca sia un fatto importante”, ci dice il presidente della Conferenza dei rettori delle università italiane Gaetano Manfredi, rettore della Federico II di Napoli. “Ma oggi – aggiunge Manfredi – per poter essere davvero competitivi a livello internazionale dobbiamo mettere in campo il meglio che abbiamo a disposizione e questo lo si può fare solo coinvolgendo tutta la comunità scientifica, con procedure di valutazione aperte e trasparenti che consentano di selezionare i migliori atenei, i migliori talenti e le migliori idee nell’interesse del Paese”.

Metodo opaco e poca trasparenza, l’accusa dei rettori a Renzi.

“Noi crediamo che il problema sia di metodo. Le scelte devono essere fatte con bandi aperti, in modo che ci sia una valutazione oggettiva”.

Non è stata trasparente la scelta dell’Iit di Genova?

“Iit sta preparando uno studio di fattibilità, poi il governo valuterà. Noi crediamo sia utile una gestione aperta, un sistema che consenta la massima partecipazione. Chiediamo venga rivista la governance del futuro progetto, con una partnership tra i vari soggetti, bandi aperti tra aree di ricerca, per garantire metodo trasparente e partecipazione dei migliori”.

Insomma, le università vogliono contare, essere della partita.

“Singoli ricercatori, università, enti, si. Mi auguro che il governo possa in tempi rapidi delineare una road map che tenga conto di queste nostre richieste: un sistema aperto, competitivo, che possa garantire massima partecipazione possibile”.

Ascolta l’intervista completa al presidente della Crui, Gaetano Manfredi: 

Gaetano Manfredi_Crui

 

  • Autore articolo
    Roberto Maggioni
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    Per i lavoratori dei musei civici di Milano prima vittoria: 300 euro in più al mese e maggiori tutele

    I lavoratori e le lavoratrici dei musei civici milanesi hanno vinto la loro battaglia: ora saranno assunti con il contratto nazionale Federculture e non più quello Multiservizi. Significa, ad esempio, 300 euro al mese in più in busta paga e migliori tutele. I primi a beneficiare del cambio di contratto, dopo scioperi e proteste, saranno i lavoratori e le lavoratrici delle biglietterie. “Dopo due anni di lotta serrata all’interno dei Musei Civici di Milano arrivano le certezze sull’applicazione del CCNL Federculture nel primo appalto che va in scadenza, ovvero le biglietterie” spiega il sindacato USB Lavoro Privato che ha seguito la vertenza. “Dopo l’uscita del bando non solo con l’indicazione del Federculture, ma con anche tutte le altre garanzie fondamentali che abbiamo rivendicato con scioperi e in tutti gli incontri avuti con i consiglieri e con gli Assessori alla Cultura e al Bilancio, è stata data comunicazione ai lavoratori che quanto scritto nel bando troverà corrispondenza nel cambio appalto di settembre”. L’obbiettivo di sindacato e lavoratori è ora quello di cambiare il contratto in tutti gli altri bandi in scadenza, a partire da quello degli operatori di sala che scadrà a maggio 2026. Roberto Maggioni ha intervistato Elena Lott di USB Lavoro Privato.

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