Approfondimenti

Il partigiano Gino Schiavi, l’eroe di Pecorara

“Dalla finestra sventolo il fazzoletto bianco e per tutta risposta mi arriva una raffica che a momenti mi uccidono i miei amici. Ah ah!”. Gino Schiavi raccontava le battaglie della sua lotta partigiana ridendo davanti a decine di persone, al castello di Oramala, dove ogni anno l’Anpi del Comune di Val di Nizza, nell’alto Oltrepò pavese, festeggia il 25 aprile.

Il partigiano Ginetto, ricordato come “l’eroe di Pecorara”, si è spento il 21 settembre, a 95 anni. Ai funerali nella sua Val di Nizza hanno partecipato diversi politici e rappresentanti partigiani, tra cui il presidente dell’Anpi Lombardia, Tullio Montagna. Schiavi svolse un ruolo importante nelle battaglie partigiane in Oltrepò: con il fratello Lino e con Renzo e Ciali Rossi, Ginetto formò la prima “volante” della brigata garibaldina Crespi, un piccolo gruppo di ribelli che muovendosi su un’auto o un camion compì azioni lampo per catturare nazifascisti da scambiare con prigionieri o ebrei, oltre a recuperare armi e cibo da condividere con la popolazione.

“Piango un fratello e un uomo profondamente buono che mi dava conforto. Ora mi sento solo”, ha detto Luigi Panigazzi, ex senatore e partigiano, proprietario del castello di Oramala che ospita le feste della Liberazione in Val di Nizza. Un luogo simbolico poco lontano da un altro castello, a Torre degli Alberi, dove vive l’ultracentenario Luchino Dal Verme, il conte che fu il comandante Maino della divisione garibaldina Gramsci.

[youtube id=”N3kPVTuTNOs”]

A Oramala, lo scorso 25 aprile, Ginetto ha raccontato l’episodio di Pecorara che lo rese un eroe: nel marzo del 1944, insieme a un altro partigiano, Schiavi approfittò di un volantino fascista che invitava i renitenti ad arruolarsi nella Repubblica sociale, in cambio del perdono. Fingendo di volersi arruolare, Ginetto e il compagno si presentarono alla caserma dei carabinieri di Pecorara, nel Piacentino, poco distante da Bobbio e dal monte Lazzaro dove c’era la base della «banda Piccoli » di cui Schiavi faceva parte.

I due partigiani riuscirono a disarmare una quindicina di carabinieri e fascisti della Brigata Nera, i quali si arresero. Quindi Ginetto trattò con il maresciallo, l’unico a rimanere fuori dalla cella. “Quando sentirai tre colpi – disse il partigiano al carabiniere – significa che ci saremo allontanati e potrai liberare i prigionieri”. Nessun fascista venne fucilato. “Era l’inizio della lotta partigiana – spiega Carlo Schiavi, segretario dell’Anpi di Val di Nizza e nipote di Ginetto – e non c’erano ancora state le efferatezze contro i partigiani che sarebbero venute dopo. Anche i brigatisti neri erano ragazzi, e si erano arresi senza reagire”. Dopo la resa, Ginetto rischiò ancora la vita quando si affacciò da una finestra della caserma e sventolò un fazzoletto bianco per avvisare i compagni nascosti lì attorno che la caserma era libera. Ma i partigiani gli spararono contro, pensando che fosse un fascista a chiedere aiuto. Un esempio di quanto la lotta di Liberazione, all’inizio, fu un movimento spontaneo e poco organizzato.

ginetto-schiavi-a-oramala
Ginetto Schiavi a Oramala

L’episodio di Pecorara, che Ginetto ricordava ridendo, è raccontato nel libro Parlano ancora di Camillo Moroni, che ha intervistato quattro partigiani: i fratelli Schiavi, Luigi Panigazzi e Giacomo Bruni, il partigiano Arturo che partecipò alla spedizione di Dongo per catturare Mussolini. Moroni, insieme all’Anpi di Val di Nizza che ha istituito alcune borse di studio, porta il suo libro nelle scuole dell’alto Oltrepò per far conoscere la Resistenza ai giovanissimi. “Quel che più mi colpiva di Ginetto – racconta Moroni – era la sua umiltà. Era un uomo che ha fatto la storia d’Italia ma parlava della lotta partigiana con semplicità, come se la sua scelta fosse stata ovvia. Ginetto era un personaggio schietto, a volte scontroso, ma in compagnia faceva morire dal ridere. Ed era un tipo spericolato e pieno di vita: ancora pochi giorni prima di lasciarci lo si vedeva in giro con il motocarro”.

Il suo animo spericolato, Ginetto lo valorizzò quando con il fratello Lino e i fratelli Rossi formò la “volante” della brigata Crespi. “Eravamo un gruppo di ardimentosi – racconta il partigiano in Parlano ancora – che fermavano i camion tedeschi carichi di vettovagliamento con degli stratagemmi, per poi distribuire il materiale al comando di Zavattarello o alla popolazione”. La volante (alla quale partecipò anche “Arturo” come autista del camion) agiva in particolare sulla via Emilia, l’importante via di comunicazione che ai piedi delle colline d’Oltrepò porta verso Piacenza. Ginetto rideva a raccontare la festa che fecero gli abitanti di Zavattarello quando la volante ritornò con un bel carico di formaggio. Ma il gruppetto di partigiani, con le catture di nazifascisti e gli scambi di prigionieri, evitò anche la morte di compagni di lotta o di ebrei.

La volante venne poi sciolta e i fratelli Schiavi e Rossi divennero la scorta e le guide locali di due paracadutisti inglesi, il capitano Bill e il soldato Teddy, che avevano il compito di informare gli Alleati sui movimenti nemici. “Si formò così la ‘missione inglese’ in Oltrepò. I quattro fratelli – spiega Carlo Schiavi – accompagnarono i due inglesi sul territorio. Un episodio importante fu a Cervesina, dove c’era un ponte di barche sul Po. Il gruppo scese dai monti e si appostò vicino al fiume per analizzare gli spostamenti dei nazifascisti. Così di notte il capitano Bill trasmise un rapporto agli Alleati”.

Dopo la guerra, Ginetto, perito agrario, fece l’insegnante nelle scuole medie. Fu anche geometra e assessore a Val di Nizza. “A casa di mio zio – ricorda il nipote Carlo – erano soliti ritrovarsi i partigiani della volante, oltre a Luigi Panigazzi e al comandante della brigata Crespi, il partigiano Gim Ernesto Gardella, che fu sindaco di Voghera. Ginetto ricordava spesso che dopo la guerra i partigiani venivano bistrattati, perché i fascisti mantennero il loro posto all’interno dello Stato. A Val di Nizza – prosegue Schiavi – i partigiani riuscirono a far cancellare un comizio dell’Uomo Qualunque, considerato una riedizione del fascismo. Non furono rari gli episodi in cui gli ex repubblichini cercarono di picchiare i partigiani alle feste di paese”.

Il prossimo 25 aprile, al castello di Oramala mancherà la voce allegra di Ginetto, l’eroe di Pecorara. Ma la sua testimonianza rimane nei ricordi e nei libri. I giovani dell’Oltrepò pavese potranno dire che i loro partigiani “parlano ancora”.

Festa della Liberazione a Oramala
Festa della Liberazione a Oramala

  • Autore articolo
    Daniele Ferro
ARTICOLI CORRELATITutti gli articoli
POTREBBE PIACERTI ANCHETutte le trasmissioni

Adesso in diretta

  • Ascolta la diretta

Ultimo giornale Radio

  • PlayStop

    Giornale Radio giovedì 20/11 12:30

    Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi. Tutto questo nelle tre edizioni principali del notiziario di Radio Popolare, al mattino, a metà giornata e alla sera.

    Giornale Radio - 20-11-2025

Ultimo giornale Radio in breve

  • PlayStop

    Gr in breve giovedì 20/11 18:30

    Edizione breve del notiziario di Radio Popolare. Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi.

    Giornale Radio in breve - 20-11-2025

Ultima Rassegna stampa

  • PlayStop

    Rassegna stampa di giovedì 20/11/2025

    La rassegna stampa di Popolare Network non si limita ad una carrellata sulle prime pagine dei principali quotidiani italiani: entra in profondità, scova notizie curiose, evidenzia punti di vista differenti e scopre strane analogie tra giornali che dovrebbero pensarla diversamente.

    Rassegna stampa - 20-11-2025

Ultimo Metroregione

  • PlayStop

    Metroregione di giovedì 20/11/2025 delle 07:15

    Metroregione è il notiziario regionale di Radio Popolare. Racconta le notizie che arrivano dal territorio della Lombardia, con particolare attenzione ai fatti che riguardano la politica locale, le lotte sindacali e le questioni che riguardano i nuovi cittadini. Da Milano agli altri capoluoghi di provincia lombardi, senza dimenticare i comuni più piccoli, da dove possono arrivare storie esemplificative dei cambiamenti della nostra società.

    Metroregione - 20-11-2025

Ultimi Podcasts

  • PlayStop

    Esteri di giovedì 20/11/2025

    Il giro del mondo in 24 ore. Ideato da Chawki Senouci e in onda dal 6 ottobre 2003. Ogni giorno alle 19 Chawki Senouci e Martina Stefanoni selezionano e raccontano fatti interessanti attraverso rubriche, reportage, interviste e approfondimenti. Il programma combina notizie e stacchi musicali, offrendo una panoramica variegata e coinvolgente degli eventi globali.

    Esteri - 20-11-2025

  • PlayStop

    L'Orizzonte di giovedì 20/11 18:34

    L'Orizzonte è l’appuntamento serale con la redazione di Radio Popolare. Dalle 18 alle 19 i fatti dall’Italia e dal mondo, mentre accadono. Una cronaca in movimento, tra studio, corrispondenze e territorio. Senza copioni e in presa diretta. Un orizzonte che cambia, come le notizie e chi le racconta. Conducono Luigi Ambrosio e Mattia Guastafierro.

    L’Orizzonte - 20-11-2025

  • PlayStop

    Cinema. Maternità desiderata e negata in un film in concorso a FilmMaker

    Cinque madri di diverse provenienze, raccolte in uno studio radiofonico parlano di maternità. “Sono le loro storie, con il proprio vissuto emotivo", spiega Fatima Bianchi, regista di Mater Insula. L’esperienza della maternità, desiderata o negata, è diventata la trama del mio film”. In questo concerto di racconti dolorosi, ma anche pieni di esperienza, vengono lette anche le lettere di altri madri anonime. “A volte la maternità si identifica come un’aspettativa nei confronti delle donne. La cultura patriarcale le vorrebbe ancora mogli e madri”. Girato vicino a Marsiglia, Mater Insula alterna scene in cui si vedono le protagoniste mentre lavano lenzuola in riva al mare: “sono stoffe gigantesche che mostrano l’affanno e la fatica quotidiana che ogni donna si porta sulle spalle”. L'intervista di Barbara Sorrentini a Fatima Bianchi.

    Clip - 20-11-2025

  • PlayStop

    Poveri ma belli di giovedì 20/11/2025

    Un percorso attraverso la stratificazione sociale italiana, un viaggio nell’ascensore sociale del Belpaese, spesso rotto da anni e in attesa di manutenzione, che parte dal sottoscala con l’ambizione di arrivare al roof top con l’obiettivo dichiarato di trovare scorciatoie per entrare nelle stanze del lusso più sfrenato e dell’abbienza. Ma anche uno spazio per arricchirsi culturalmente e sfondare le porte dei salotti buoni, per sdraiarci sui loro divani e mettere i piedi sul tavolo. A cura di Alessandro Diegoli e Disma Pestalozza

    Poveri ma belli - 20-11-2025

  • PlayStop

    Vieni con me di giovedì 20/11/2025

    Vieni con me è una grande panchina sociale. Ci si siedono coloro che amano il rammendo creativo o chi si rilassa facendo giardinaggio. Quelli che ballano lo swing, i giocatori di burraco e chi va a funghi. Poi i concerti, i talk impegnati e quelli più garruli. Uno spazio radiofonico per incontrarsi nella vita. Vuoi segnalare un evento, un’iniziativa o raccontare una storia? Scrivi a vieniconme@radiopopolare.it o chiama in diretta allo 02 33 001 001 Dal lunedi al venerdì, dalle 16.00 alle 17.00 Conduzione, Giulia Strippoli Redazione, Giulia Strippoli e Claudio Agostoni La sigla di Vieni con Me è "Caosmosi" di Addict Ameba

    Vieni con me - 20-11-2025

  • PlayStop

    Volume di giovedì 20/11/2025

    Il nuovo singolo dei Kneecap sulle illecite persecuzioni ricevute dal governo britannico e le misure green adottate a Bristol per consentire concerti a impatto zero la prossima estate. La terza edizione del Dinamica Contest, in scena domani sera all'auditorium di Radio Popolare, e l'appuntamento con Piergiorgio Pardo per la consueta rubrica LGBT+ del giovedì.

    Volume - 20-11-2025

  • PlayStop

    Natalino Balasso e il suo “APOCRIFO BRECHTIANO"

    “Giovanna dei disoccupati” di e con Natalino Balasso arriva al Teatro Carcano di Milano. I personaggi della “Santa Giovanna dei Macelli” di Brecht aggiornano linguaggio, contesto e funzioni ma non abbandonano la dinamica dominanza/sudditanza tipica del capitalismo. Il padrone non è più in carne e ossa, è una multinazionale, ma continua a colpire e sfruttare i più poveri. L’istigazione al consumo, facilitata dall’online, crea nuove povertà, quelle invece per nulla virtuali. Milioni di persone sempre più isolate, imprigionate in una macchina per soldi creata dal superuomo economico, mediocre e per questo spietato. Un ironico “apocrifo” di Bertolt Brecht, per tornare a pensare, grazie al teatro. Natalino Balasso è stato ospite a Cult. Ascolta l'intervista di Ira Rubini.

    Clip - 20-11-2025

  • PlayStop

    Le politiche sulle droghe

    Il 7 e l'8 novembre si è tenuta a Roma la Conferenza Nazionale governativa sulle Droghe e, contemporaneamente, la contro-conferenza della rete delle organizzazioni della società civile per la riforma delle politiche sulle droghe. Cosa è emerso? Ne abbiamo parlato con Leopoldo Grosso, responsabile dell'area tossicodipendenza del Gruppo Abele.

    37 e 2 - 20-11-2025

  • PlayStop

    Musica leggerissima di giovedì 20/11/2025

    a cura di Davide Facchini. Per le playlist: https://www.facebook.com/groups/406723886036915

    Musica leggerissima - 20-11-2025

  • PlayStop

    Considera l’armadillo di giovedì 20/11/2025

    Considera l'armadillo di mercoledì 19 novembre 2025 con Michela Kuan, biologa e responsabile ricerca senza animali di @LAV per parlare della xampagna contro la sperimentazione animale è della petizione per chiedere fondi per la ricerca alternativa. A cura di Cecilia Di Lieto.

    Considera l’armadillo - 20-11-2025

Adesso in diretta