Approfondimenti

Il caso Salvini, il no al tetto sul prezzo del gas e le altre notizie della giornata

Il racconto della giornata di mercoledì 28 settembre 2022 con le notizie principali del giornale radio delle 19.30. Salvini, il caso. L’aumento delle bollette dell’elettricità. Il no della commissione europea al tetto sul prezzo del gas. La Russia è pronta ad annettere i territori di Donetsk e Luhansk. Il disastro provocato dall’uragano Ian negli Stati Uniti.

La diplomazia Lega-Fdi per risolvere il caso Salvini

(di Luigi Ambrosio)

Guido Crosetto di Fratelli d’Italia e Claudio Borghi della Lega hanno parlato a lungo tra loro, dopo l’assemblea degli eletti leghisti con Salvini, quella in cui tutti hanno fatto il coro sul palco della Sala Umberto.
Si sono parlati sedendosi sui divani di Montecitorio. Quindi praticamente davanti a tutta la stampa.
Lega e Fratelli d’Italia continuano a discutere di posti di governo ma l’interlocuzione cruciale avviene un po’ più discretamente di così. Gli ufficiali di collegamento dei due partiti sarebbero Calderoli per la Lega e Fazzolari di Fratelli d’Italia, uno della fiamma magica di Giorgia Meloni, la sua cerchia ristretta.
Si stanno parlando per cercare di risolvere la grana Salvini. Nella Lega è in fase di accelerazione l’iniziativa di chi vuole togliere la segreteria a Salvini. Oggi Bobo Maroni lo ha scritto su Il Foglio: “il mio candidato è Luca Zaia”. Il presidente del Veneto. E Zaia stamattina ha incontrato in modo riservato il collega Fedriga del Friuli Venezia Giulia. “Nel partito stanno aspettando che quei due si alzino in piedi per alzarsi tutti in piedi” commentava a Roma un osservatore. Alzarsi in piedi vuol dire prendere l’iniziativa.
Salvini vuole una assicurazione per il suo futuro. E l’assicurazione è il ministero dell’Interno. Il compromesso sarebbe quello di fare un passo indietro nel partito ma sedendosi al Viminale. Solo che al piano si frappongono Giorgia Meloni e il Capo dello Stato Mattarella che dopo i disastri combinati da ministro dell’Interno nel Governo coi 5 Stelle su quella poltrona non lo vuole più vedere.

L’imminente aumento delle bollette

Nel prossimo trimestre le bollette elettriche in Italia aumenteranno di quasi il 60%, il 59, per la precisione, secondo quanto ha annunciato oggi l’autorità per la regolazione per l’energia. Stiamo parlando naturalmente del mercato tutelato.
Arera rivendica di avere scongiurato il peggio, posticipando di qualche mese il recupero della differenza tra i prezzi preventivati e quelli effettivi. Ma la stangata è lo stesso pesante: l’aumento si somma a quelli dei mesi scorsi, col risultato che rispetto al periodo ottobre dicembre del 2021 le bollette subiscono un aumento del 120%, più che raddoppiate insomma. Mauro Antonelli è il presidente dell’Associazione Italiana Consumatori.

Il no definitivo al tetto sul prezzo del gas

(di Massimo Alberti)

Domani il vertice dei ministri dell’energia dell’Unione Europea che deciderà il piano di razionamenti. Dalla commissione escluso il tetto al prezzo del gas. Mentre la Germania, ormai sull’orlo della recessione, non aspetta le decisioni di Bruxelles e il primo ministro Scholz annuncia un nuovo piano di 200 miliardi di aiuti alle famiglie ed alle imprese per le bollette. L’appello del presidente del consiglio italiano uscente “on possiamo dividerci a seconda dello spazio nei nostri bilanci nazionali”, ha dichiarato Mario Draghi, arriva troppo tardi.
Con il nuovo piano annunciato oggi, la Germania arriverà circa a 300 miliardi di euro stanziati in pochi mesi per la crisi energetica ed economica. Sommandoli, i paesi europei ne hanno messi in aiuti circa 550, avvicinandosi al valore dell’intero piano Next Generation Eu. Questo dato basta a far capire la portata della crisi che sempre più velocemente sta investendo l’Europa. Con i botti sui due tubi di North Stream, per i tedeschi si è di fatto chiusa la speranza di poter recuperare gas russo, di cui era il principale paese europeo per dipendenza. L’inflazione a doppia cifra di settembre, e l’ormai certa recessione, portano Berlino ad accelerare la linea da loro imposta in Europa, alla commissione come alla BCE. Una politica monetaria aggressiva per contrastare l’inflazione – riducendo la domanda proprio attraverso la recessione – e con ingenti piani di aiuti, di cui però ogni stato dovrà farsi carico, per mitigare i danni sui sistemi produttivi e sulle fasce più fragili della popolazione. Chiaro: non tutti ce la faranno perché non tutti hanno, per debito e bilancio, le possibilità di Berlino; non a caso erano i paesi sud Europei a chiedere un tetto sul prezzo del gas a tutti i fornitori, oltre a Mosca il cui apporto però è ormai sotto il 10%. La recessione in questi paesi contribuirà al calo di inflazione auspicato dalla Germania. L’Europa in cambio salverà la sua, forse ormai ex, locomotiva. Ma di fatto, con oggi si chiude il discorso di un intervento comune sui prezzi del gas. Fonti della commissione ripetono che il tetto al prezzo non ci sarà. In capo all’unione resta il coordinamento degli aiuti che ogni stato proverà a fare e i piani di razionamento a cominciare da quello dell’energia che domani sarà discusso dai ministri dei 27, perché l’altro pezzo della strategia per passare l’inverno sarà inevitabilmente il taglio dei consumi. Sperando che basti.

I preparativi per l’annessione di Donetsk e Lugansk

E’ tutto pronto in Russia per l’annessione dei 4 nuovi territori ucraini, a pochi giorni dai cosiddetti referendum.
La cerimonia di firma dei trattati si terrà domani al Cremlino alle 15 ora locale, le 14 in Italia, sarà presente Putin.
A mosca sulla Piazza Rossa è stato eretto un palco con le scritta ‘Donetsk, Lugansk, Zaporizhzhia, Kherson, Russia, insieme per sempre’.
Dopo questo annuncio il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha convocato per domani una riunione urgente del Consiglio Nazionale di Sicurezza e Difesa: Kiev si prepara a far fronte ad una nuova fase del conflitto.
In Ucraina abbiamo raggiunto poco fa Lorenzo Cremonesi, inviato speciale del Corriere della Sera:

Nei territori ucraini che verranno annessi alla Russia, in particolare nelle regioni di Kherson e di Zaporizhzia, i cittadini sono stati informati dalle autorità occupanti che per poter lasciare il territorio dovranno ottenere dei permessi speciali.

Nel sud e nell’est del paese intanto il conflitto continua: un raid russo con bombe a grappolo ha colpito una fermata dell’autobus nella città meridionale di Mykolaiv, provocando almeno due morti e 12 feriti.
In Russia, intanto, sono già stati convocati più di un terzo dei 300 mila riservisti annunciati con la mobilitazione parziale. Prosegue però anche la fuga dal paese di chi è idoneo all’esercito: dopo il picco di arrivi registrato nei giorni scorsi, la Finlandia ha annunciato che dalla mezzanotte di stasera chiuderà il confine con la Russia e permetterà l’ingresso solo per alcuni motivi particolari, e dimostrati, come visite ai parenti, per lavoro o per ricevere cure mediche.

Il disastro dell’uragano Ian

L’uragano Ian potrebbe essere il più letale nella storia della Florida: lo ha detto il presidente Joe Biden, che ha proclamato lo stato di disastro naturale nella regione.
Dopo essersi abbattuto ieri sera sulla costa degli Stati Uniti, l’uragano si è indebolito fino a diventare una tempesta di categoria 1 ma sta ancora investendo alcune aree della penisola della Florida con forti venti, mareggiate e inondazioni “pericolose e catastrofiche”.
I danni sono ingenti: intere città sommerse, molte persone sono ancora intrappolate nelle loro case allagate.
Due finora le vittime accertate, si teme che il numero reali di morti sia molto più alto.

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    Redazione
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    Quando le povertà dei padri e delle madri ricadono sui figli e sulle figlie. In Italia il titolo di studio dei genitori condiziona le opportunità di di vita dei minori. La povertà educativa è diventata di fatto ereditaria. Sono gli ultimi dati dell’Istat a raccontare questa ingiustizia. Il 34% dei figli di genitori con un titolo di studio inferiore o uguale alla licenza media vive in condizione di “deprivazione materiale e sociale”. La percentuale crolla al 3% se i genitori sono laureati. L'ereditarietà della povertà educativa è anche un tradimento di un principio fondante della Repubblica. L’articolo 3 della nostra Costituzione, la seconda parte, assegna un compito preciso allo stato, e cioè quello di “rimuovere gli ostacoli” che limitano di fatto l’uguaglianza tra i cittadini. Un compito evidentemente non svolto, vista la permanenza della disuguaglianza. Pubblica ha ospitato oggi la sociologa Chiara Saraceno.

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