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Il caleidoscopio musicale di “Music from Saharan WhatsApp”

Creata da Chris Kirkley, che vive a Portland, nell’Oregon, Stati Uniti, Sahel Sounds è un’etichetta che esiste da una dozzina d’anni. Il Sahel è una fascia dell’Africa che sta a sud del deserto del Sahara e che comprende parti di numerosi paesi: Mauritania, Senegal, Gambia, Mali, Burkina Faso, Algeria, Niger, Nigeria, Camerun, Ciad, Sudan, Sud Sudan, Eritrea. Nel corso di un soggiorno di un paio d’anni nel Sahel, Kirkley si era reso conto che in questa regione esisteva un vasto fenomeno di diffusione di brani musicali attraverso i telefoni cellulari da parte di artisti che in certi casi non avevano nemmeno accesso ad un computer, ma che condividevano le loro canzoni con altre persone, che a loro volta le condividevano con altri, e in questo modo la loro musica si diffondeva nei centri urbani o addirittura in interi paesi. Kirkley cominciò a collezionare brani che circolavano attraverso le SIM dei telefoni e a riversarle sul suo computer.
Nel 2010 la Sahel Sounds pubblicò Music from Saharan Cellphones, un primo volume che nel giro di un anno fu seguito da altri due, tre uscite che lanciarono l’etichetta: i musicisti e i gruppi inseriti in queste raccolte non erano particolarmente famosi nemmeno nei loro paesi, ma attraverso l’esposizione offerta dalle compilation alcuni ebbero addirittura la possibilità di fare il salto ad una carriera internazionale: è il caso per esempio del chitarrista touareg nigerino Mdou Moctar, che si poteva ascoltare nella prima raccolta edita dalla Sahel Sounds, e che con la Sahel Sounds ha poi pubblicato alcuni album. Nel corso degli anni attraverso i social Kirkley dagli Stati Uniti ha mantenuto assidui rapporti con tutta una rete di musicisti e gruppi del Sahel.
Due anni fa Kirkley invitò gli artisti con cui era in contatto a registrare dei brani con un cellulare e a spedirglieli via WhatsApp, con l’accordo di metterli in vendita online per un mese e di girare interamente i profitti ai musicisti. Essendo nulle le spese di produzione, i margini di guadagno per gli artisti erano più ampi rispetto agli album prodotti in maniera tradizionale. Inoltre, questo procedimento ha messo completamente nelle mani dei musicisti la responsabilità della loro musica, che la Sahel Sounds, limitandosi in sostanza a fare da tramite, nel corso del 2020 ha man mano pubblicato così come la ha ricevuta dagli artisti in una serie di EP proposti ciascuno per la durata di un mese su Bandcamp. Adesso però una scelta dei brani di questa serie può essere ascoltata in un album, Music from Saharan WhatsApp, disponibile come Lp e in digitale: nell’album sono presenti artisti ormai affermati della “scuderia” Sahel Sounds, come Etran de L’Aïr, Hama, Alkibar Jr, Amaria Hamadaler, e altri nuovi per l’etichetta come Bounaly e Andal Sukabe, con un caleidoscopio di musiche che offrono un’idea della ricchezza di musiche del Sahel contemporaneo e che vanno dalla musica chitarristica di musicisti di etnia Woodabe alla techno del Niger.

  • Autore articolo
    Marcello Lorrai
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    MASSIMO FILIPPI - LAIKA, FORSE - presentato da Cecilia Di Lieto

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    Dopo il taglio ai fondi antismog da Meloni e Salvini meno soldi ai trasporti lombardi

    Dopo la sforbiciata da 270 milioni in tre anni ai fondi per le politiche anti inquinamento, arriva la conferma che dal governo Meloni arriveranno fondi insufficienti anche per il trasporto pubblico locale. La Lombardia è particolarmente penalizzata e se n’è accorto persino il presidente della giunta lombarda Attilio Fontana che ora chiede più risorse al Governo. La Lombardia riceve il 17,6% delle risorse nazionali destinate al trasporto pubblico, una quota che sembra destinata a non aumentare. Il risultato per chi si muove sui mezzi pubblici è che, sia con la mano del governo nazionale, sia con quello di quello regionale, i fondi sono insufficienti. E davanti ai finanziamenti insufficienti tocca ai comuni integrare con fondi propri. Per le opposizioni di centrosinistra la destra è incapace di risolvere i problemi dei cittadini. La denuncia di Simone Negri, consigliere regionale del Pd che si occupa di trasporti.

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    CECCHETTIN DUE ANNI DOPO

    La giovane età di vittima e assassino non era un’anomalia. Due anni dopo il femminicidio di Giulia Cecchettin i dati lo confermano: si abbassa progressivamente l’età di chi agisce e subisce violenza. Qualcosa non funziona, forse, nel passaggio generazionale anche da parte di chi si sente assolto. Servirebbe parlarne a scuola? Si, ma soltanto con l’autorizzazione delle famiglie, secondo la destra. Cioè di quei soggetti all’interno dei quali, quando c’è, la violenza viene esercitata. Ospiti: Elisabetta Canevini, Presidente quinta sezione penale del Tribunale di Milano; Lara Pipitone, insegnante, conduttrice di “Fuori Registro” su RP; Lorenzo Gasparrini, filosofo, formatore per la Fondazione Giulia Cecchettin. Condotta da Massimo Bacchetta, in redazione Luisa Nannipieri.

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