La Somalia avrebbe ricevuto dall’Arabia Saudita un impegno per 50 milioni di dollari in aiuti lo stesso giorno in cui ha annunciato di aver rotto i legami diplomatici con l’Iran. Lo riferiscono diversi organi di stampa del Medio Oriente.
Le autorità di Riad, tramite il ministero degli Esteri, non hanno confermato né smentito la notizia. Secondo alcune indiscrezioni l’Arabia Saudita si sarebbe impegnata a concedere a Mogadiscio 20 milioni per sostenere il bilancio ed altri 30 in investimenti. Secondo alcuni analisti la decisione di Riad, se confermata, ribadirebbe la volontà saudita di contrastare l’influenza iraniana nella regione.
La vicenda discende dall’inasprirsi delle relazioni tra l’Iran sciita e la sunnita Arabia Saudita che sono tornati tesi il 2 gennaio scorso, dopo la diffusione della notizia secondo cui le autorità saudite avevano eseguito la condanna a morte dello sceicco sciita Nimr al-Nimr.
La solerzia e il tempismo con cui l’Arabia Saudita avrebbe ricompensato la Somalia per avere rotto le relazioni con l’Iran (unico Paese africano a oltre a Sudan e Gibuti) mostra ancora una volta che, evidentemente, l’Africa sta diventando sempre più un territorio di confronto tra le potenze mondiali.
I giochi sono importanti. Il mondo arabo – seppure diviso tra sinniti e sciiti – ha sempre più bisogno delle risorse africane. Ne hanno bisogno anche le emergenti potenze economiche asiatiche che sono sempre più presenti nel continente. Allo stesso modo non vogliono perdere posizioni le vecchie potenze occidentali per le quali l’Africa è stata una sorta di serbatoio. La mossa dell’Arabia Saudita con la Somalia – paese che esce da una lunghissima guerra civile, eppure corteggiato dalla Turchia, dal Qatar, da Riad – mostra che il Corno d’Africa tornerà ad essere una regione strategica nella quale le vecchie potenze occidentali conteranno sempre meno.
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La Politica Agricola Comune (PAC) è lo strumento chiave di regolazione del settore agroalimentare europeo. È attorno ad essa che si condensa il conflitto in merito ai suoi processi decisionali, ai criteri di erogazione dei sussidi e alle condizionalità di natura socio-ambientale. Misure green che nell’ultimo anno sono state oggetto di deroghe e forti ridimensionamenti, strumentali alle lobby dell’agroindustria e ai partiti della destra conservatrice e in linea con il più ampio cambio di direzione verso il riarmo dell’Unione europea.
Il decimo episodio del podcast “A qualcuno piace verde”, a cura di Massimo Alberti, approfondisce questi temi e queste dinamiche, mettendo al centro l’importanza di una giusta transizione del sistema agro-alimentare capace di coniugare sostenibilità ambientale e sociale.
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Gli Studio Murena escono con il loro nuovo album "Notturno", un lavoro in cui continua la loro fuga dalla facile etichettazione musicale a favore della sperimentazione, della fusione di elementi jazz con ingredienti, e ospiti, che arrivano da percorsi diversi, non sempre vicinissimi. Oggi a Jack ne hanno parlato con Matteo Villaci e hanno anche portato tre pezzi da vivo.
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