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“Ho visto una rivoluzione”

“L’elemento fondamentale è stato vedere una rivoluzione”.

Davide Grasso ha 36 anni ed è un militante dei movimenti sociali. Ha contribuito alle lotte contro l’Alta Velocità.

Dopo gli attentati di Parigi del 13 novembre 2015 ha deciso di combattere contro Isis.

Il Bataclan mi ha profondamente colpito e ho pensato che la mia generazione dovesse rispondere all’attacco che era stato portato” spiega Davide in questa intervista con Radio Popolare, in cui racconta la sua storia a fianco dei combattenti curdi dello Ypg.

“Mi son sempre definito un rivoluzionario, in un’epoca e in un luogo però dove le rivoluzioni non esistono”.

L’elemento politico, assieme a quello umano, è centrale nel racconto di Davide.

“Dopo avere fatto questa esperienza il termine rivoluzione si è riempito di significato, compreso quanto costa” ci ha detto.

“La rivoluzione che sta avvenendo nella Siria del Nord è egualitaria, mette al centro le donne e l’educazione -continua Davide- vedere un fenomeno di massa così grande che resiste contro il regime siriano, contro l’intervento turco, contro lo stato islamico, sulla base di un esercito volontario e popolare, dimostra di cosa sia capace l’essere umano, e questo sicuramente, pure con tutto il dolore con cui è associato, è un fattore bello per la storia contemporanea”.

In un primo momento, Davide non è andato al fronte.

Sono partito per fare informazione, poi ho scelto di arruolarmi nelle Unità di Protezione Popolare, forze curde caratterizzate da una visione non nazionalista. Oggi lo Ypg sta assediando Raqqa nel quadro delle forze siriane democratiche, un esercito internazionalista in cui combattono volontari di diverse nazionalità.

Come sei diventato un combattente?

“Mi è stato detto domani sali in machina con me ti porto a conoscere i comandanti, e da lì in poi ho ricevuto una formazione minima, più ideologica, storica, politica e culturale, oltre che tecnica -ci dice Davide nel descrivere il suo esordio al fronte- poi sono stato mandato sul fronte di Raqqa dove sono rimasto alcuni mesi, per poi partecipare all’episodio più duro, l’offensiva della scorsa estate a a Nord di Aleppo. E’ stata una battaglia molto importante perché ha tagliato il collegamento tra lo stato islamico e la Turchia, quindi il mondo esterno. Ora ad esempio lo stato islamico non riesce più a ricevere i foreign fighters”.

Davide non nasconde la violenza e la durezza della guerra

“Per un civile che non ha mai toccato un’arma è stata un’esperienza durissima a livello psicologico, fino alla fine. E’ un conflitto orrendo e con tratti barbarici indescrivibili, con questo genere di avversario che, come sappiamo, non fa prigionieri”.

Ascolta l’intervista a Davide Grasso a cura di Luigi Ambrosio e Gianmarco Bachi

Intervista Davide Grasso 7 febbraio 2016

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    Stringono i tempi nella procedura di vendita dello stadio Meazza. Nel giro di pochi giorni è prevista la delibera di Giunta e il voto in Consiglio comunale per autizzarla. In una procedura che sembra quasi gia scritta, nelle ultime ore appare qualche fatto nuovo: un'assemblea molto partecipata a Milano, una proposta per prendere più tempo, il ritorno alla carica di chi chiede un referendum per decidere. In zona Cesarini potrebbero decideresi i tempi supplementari? Ospiti: Roberto Maggioni, redazione locale di RP; Franco D'Alfonso, Centro Caldara di Milano, estensore della proposta; Gabriele Mariani, Comitato Referendum per San Siro; Bruno Ceccarelli, Pd Milano, Commissione urbanistica; Lia Quartapelle, parlamentare Pd. In studio Massimo Bacchetta, in redazione Luisa Nannipieri.

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    “Quelle che arrivano dalla maggioranza sono delle sciocchezze, che sarebbero grottesche se non fossero pericolose perché tradiscono una chiara volontà di creare un clima di paura e di allarme, criminalizzando tutta la galassia dell’opposizione”. Così Benedetta Tobagi, intervistata da Luigi Ambrosio all'Orizzonte delle Venti, sui reiterati attacchi del Governo alle opposizioni accusate di fomentare la violenza. “Anche per ciò che porto nel mio nome, l’Italia ha nella sua storia una sinistra antifascista e democratica che non è mai stata violenta. Figure come mio padre e Aldo Moro sono state colpite addirittura dal terrorismo di sinistra. Questa è la storia che vergognosamente Meloni, Tajani e Salvini non riconoscono e che, invece, deve essere la nostra forza”.

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    In diretta dall'Ucraina Sabato Angieri ci racconta delle profonde differenze che ormai segnano il paese tra territori in guerra e retrovie, di chi non vuole andarsene nonostante la guerra abbia distrutto spazi e vite e di come il fronte insista da due anni sugli stessi campi. Gianpaolo Scarante, docente all'Università di Padova ed ex-diplomatico analizza lo scontro verbale tra Russia e Nato e invoca il ritorno della ragione per evitare una escalation dei fatti. Emanuele Valenti ci aggiorna sull'entrata dei carri armati a Gaza City dopo giorni di bombardamenti mirati a distruggere tutti i palazzi principali della città per forzare la popolazione ad andarsene. Ma la popolazione non ha nessun posto dove andare. E anche chi avrebbe un visto di studio in Italia non riesce a uscire dall'inferno della Striscia lo raccontano le voci di alcuni degli studenti palestinesi che hanno vinto una borsa di studio nelle università italiane. Molti di loro hanno diffuso appelli sui social per chiedere di fare pressione sulle autorità italiane affinché organizzino la loro evacuazione immediata. Sentiamo le loro voci e ci spiega come stanno, chi sono e perché non si riesce ad aprire un corridoio umanitario per loro Stefano Simonetta, Prorettore ai Servizi agli Studenti e al Diritto allo Studio della Università Statale di Milano.

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