Approfondimenti

Green New Deal Europeo, l’economista Tagliapietra: “Non è più una scelta. Va fatto”

Impianto eolico

Il nuovo obiettivo della Commissione Europea sembra essere un Green New Deal finalizzato a far diventare l’Europa il primo continente totalmente decarbonizzato entro il 2050. Ne abbiamo parlato con l’economista Simone Tagliapietra, fellow presso il think-tank economico europeo Bruegel di Bruxelles e ricercatore senior presso Fondazione Eni Enrico Mattei (FEEM) di Milano.

L’intervista di Francesca Abruzzese e Gianluca Ruggeri a C’è Luce.

Cos’è questo Green New Deal europeo e che ruolo ha nel programma della Commissione UE?

Lo scopo finale è quello di portare l’Europa ad essere il primo continente al Mondo neutrale dal punto di vista climatico entro il 2050. La scienza è ormai molto chiara: se vogliamo evitare gli impatti più disastrosi del cambiamento climatico sul pianeta abbiamo la necessità di mantenere il rialzo della temperatura terrestre al di sotto della soglia dell’1.5 gradi centigradi. Per fare questo bisogna arrivare ad essere climaticamente neutri al 2050. Questo significa che non dobbiamo più emettere emissioni di CO2 e, qualora dovessimo continuare ad emettere qualcosa dovremmo riequilibrare il netto attraverso, ad esempio, un’opera di riforestazione per assorbire il carbonio nell’atmosfera oppure attraverso delle tecnologie per assorbirlo in modo artificiale. Per fare questo la Commissione Europea e la neo presidente Ursula von der Leyen hanno deciso di mettere in campo una grande iniziativa di politica climatica, ma anche di politica economica e sociale, che prende il nome di Green Deal Europeo.
Si tratta di un grande quadro politico che cerca di muovere tutte le forze possibili per portare questa trasformazione nel sistema energetico, dei trasporti e della società in generale dell’Europa per metterci nella direzione della neutralità climatica entro il 2050. Questo significa innanzitutto dare un costo all’inquinamento e dare un costo al carbonio che viene emesso attraverso la combustione dei combustibili fossili come il carbone, il petrolio e il gas naturale. Significa dare una mano all’industria per riqualificarsi e per porre in essere dei processi industriali più puliti per investire in innovazione e sulle nuove tecnologie green. Significa dare una mano alle imprese europee che vogliono andare all’estero ad esportare queste tecnologie.
Significa porre in essere gli investimenti pubblici che sono necessari. Prima parlavate di mobilità elettrica, pensate solamente alla necessità di investimento per le colonnine di ricarica. E questo significa mettere in piano tutte quelle politiche sociali che sono necessarie per far sì che, se ci saranno delle perdite di posti di lavoro in questa trasformazione, si accompagnino i lavoratori a trovare un nuovo posto di lavoro oppure trovare nuove opportunità. Questo è quello che sta succedendo oggi a Bruxelles.

Un vostro contributo, tuo e di altri ricercatori del Bruegel, è stato pubblicato in Italia dal Corriere Economia. Voi definite quattro pilastri importanti per la riuscita del Green New Deal Europeo. Hai già citato il primo, che è quello della tassazione delle emissioni. Come si fa a fare in modo che una nuova tassa non finisca per essere pagata dai cittadini oppure delle aziende?

Questo è un punto centrale perché non si può pensare di fare una proibizione energetica solamente mettendo nuove tasse. E soprattutto non si può pensare di introdurre nuove tasse come quella sul carbonio in settori che attualmente non l’hanno, come quello dei trasporti, e poi vedere gli introiti di questa tassa andare a finire nelle casse dello Stato in modo così generale senza uno scopo d’uso specifico che non sia quello di incentivare la produzione attraverso, ad esempio, sussidi all’innovazione per l’industria. Bisogna mettere in piano la tassazione del carbonio perché quello è uno strumento fondamentale per far capire che l’inquinamento ha un costo e quindi chi inquina deve pagare. Allo stesso tempo gli introiti che vengono ricevuti da una tassa sul carbonio vadano utilizzati per sostenere le industrie che devono riconvertire i propri processi industriali per renderli più puliti. Questo fa sì che le industrie non debbano poi scaricare immediatamente il costo della tassa sui consumatori, ma possano,divenendo più efficienti da un punto di vista energetico e quindi spendendo meno in energia, recuperare il costo aggiuntivo della tassazione e diventare più puliti. E man mano che loro diventeranno più puliti saranno meno assoggettati alla tassa stessa in quanto se non non emetti carbonio semplicemente non paghi. Questa è vista come una volontà di innescare una dinamica virtuosa.
Per quanto concerne l’aspetto sociale, e quindi il rischio di scaricare il costo di questa transizione sui cittadini, questo è un rischio reale, come ci ha insegnato il caso francese. È ciò che gli economisti chiamano effetto retroattivo: quando si impone una misura e i primi a pagarne il conto sono quelli più poveri rispetto a quelli più ricchi. Se noi pensiamo a come viene gestito il reddito di una famiglia a basso reddito che magari vive in una zona rurale e quindi ha bisogno di usare tutti i giorni la macchina per andare a lavoro, è chiaro che se c’è un aumento del costo della benzina alla pompa quella famiglia sente di più quel rialzo rispetto ad una famiglia molto benestante che sta in città e che magari neanche si accorge di questo rialzo e magari neanche usa la macchina perché stando in città può usare i mezzi pubblici o altre soluzioni. Questo è esattamente il problema che si è verificato in Francia coi gilet gialli. Perché abbiamo visto queste proteste in Francia? Per il semplice fatto che il governo ha deciso di aumentare i prezzi dei carburanti per cercare di decarbonizzare i trasporti non pensando a questi effetti regressivi delle politiche. Per questo è importantissimo essere molto attenti e, nel momento in cui si vuole andare ad alzare i prezzi dei carburanti perché si introduce una tassa sul carbonio, in quello stesso momento bisogna già prevedere delle forme di compensazione che vengono dati a chi ha un reddito sotto una certa soglia o vive in zone in cui non ci sono alternative all’uso della macchina perché semplicemente non c’è un sistema di trasporto pubblico locale ben sviluppato. Questo è fondamentale ed è un sistema che viene già messo in atto in Svizzera e in alcune zone del Canada. Funziona, ma è necessario che i politici abbiano una visione ben più ampia della questione e di politica economica più in generale. È questo approccio più ampio che sta alla base del Green New Deal: il riconoscimento del fatto che la trasformazione che ci attende è talmente forte, strutturale e impegnativa che la politica energetica e climatica da sole, come abbiamo sempre fatto in passato, non sono più sufficienti. Bisogna mettere tutti gli strumenti in atto per arrivare a quell’obiettivo.

Ritieni che questi siano obiettivi raggiungibili o sei un po’ più pessimista?

Dal mio punto di vista questi due temi imprescindibili. Qui non ci troviamo più davanti ad una scelta. Va fatto, perchè altrimenti il costo del cambiamento climatico e gli impatti del cambiamento climatico saranno devastanti. Lo stiamo già vedendo negli ultimi anni con sempre più violente ondata di calore d’estate o violenti fenomeni torrenziali d’inverno. Sono chiari segni che il clima sta cambiando. Non riguarda più solo gli orsi polari come si pensava fino a dieci anni fa. Riguarda la vita di tutti noi e riguarda un Paese vulnerabile dal punto di vista idrogeologico ed ambientale come l’Italia. Noi guardiamo sempre i costi, ma è utile guardare anche i benefici. Pensiamo a quanto paghiamo per importare il petrolio e il gas naturale che consumiamo tutti gli anni a livello europeo. Se dovessimo riuscire a metterci più seriamente sull’efficienza energetica e sulle rinnovabili questo costo energetico sarebbe notevolmente più basso e quindi andremo a risparmiare ogni anno sulla bolletta energetica che attualmente abbiamo.
Questa è anche l’industria del futuro, non a caso un Paese come la Cina ha iniziato ad investirci ormai da anni in modo assolutamente importante.
Dobbiamo cercare di usare questo momento per rivitalizzare la nostra economia e investire nelle industrie del futuro per garantire posti di lavoro e crescita. Anche l’inquinamento dell’aria è un tema fondamentale. Tutto quello che noi facciamo per il cambiamento climatico ci torna utile per la qualità dell’ambiente che respiriamo e viviamo tutti i giorni. Fare politica del clima significa, allo stesso modo e allo stesso tempo, fare una politica che pulisce l’aria delle nostre città. E questo ha un impatto importantissimo sulla salute delle persone. Sono veramente incredibili i numero delle morti premature che abbiamo ogni anno ancora in Europa legate ai problemi respiratori e all’inquinamento dell’aria. Se affrontato, questo tema porterà dei benefici allo Stato in termini di minore spesa sanitaria. Ci sono tanti lati positivi che spesso non vengono considerati e che vanno davvero a bilanciare i costi della transizione.

  • Autore articolo
    Redazione
ARTICOLI CORRELATITutti gli articoli
POTREBBE PIACERTI ANCHETutte le trasmissioni

Adesso in diretta

  • Ascolta la diretta

Ultimo giornale Radio

  • PlayStop

    Giornale Radio mercoledì 17/09 19:31

    Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi. Tutto questo nelle tre edizioni principali del notiziario di Radio Popolare, al mattino, a metà giornata e alla sera.

    Giornale Radio - 17-09-2025

Ultimo giornale Radio in breve

  • PlayStop

    Gr in breve mercoledì 17/09 18:29

    Edizione breve del notiziario di Radio Popolare. Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi.

    Giornale Radio in breve - 17-09-2025

Ultima Rassegna stampa

  • PlayStop

    Rassegna stampa di mercoledì 17/09/2025

    La rassegna stampa di Popolare Network non si limita ad una carrellata sulle prime pagine dei principali quotidiani italiani: entra in profondità, scova notizie curiose, evidenzia punti di vista differenti e scopre strane analogie tra giornali che dovrebbero pensarla diversamente.

    Rassegna stampa - 17-09-2025

Ultimo Metroregione

  • PlayStop

    Metroregione di mercoledì 17/09/2025 delle 19:49

    Metroregione è il notiziario regionale di Radio Popolare. Racconta le notizie che arrivano dal territorio della Lombardia, con particolare attenzione ai fatti che riguardano la politica locale, le lotte sindacali e le questioni che riguardano i nuovi cittadini. Da Milano agli altri capoluoghi di provincia lombardi, senza dimenticare i comuni più piccoli, da dove possono arrivare storie esemplificative dei cambiamenti della nostra società.

    Metroregione - 17-09-2025

Ultimi Podcasts

  • PlayStop

    The Box di mercoledì 17/09/2025

    la sigla del programma è opera di FIMIANI & STUMP VALLEY La sigla è un vero e proprio viaggio nel cuore pulsante della notte. Ispirata ai primordi del suono Italo, Stump Valley e Fimiani della scuderia Toy Tonics, label berlinese di riferimento per il suono italo, disco e house, ci riportano a un'epoca di neon e inseguimenti in puro stile Miami Vice, un viaggio nella notte americana alla guida di una Ferrari bianca. INSTAGRAM @tommasotoma

    The Box - 17-09-2025

  • PlayStop

    News della notte di mercoledì 17/09/2025

    L’ultimo approfondimento dei temi d’attualità in chiusura di giornata

    News della notte - 17-09-2025

  • PlayStop

    Doppio Click di mercoledì 17/09/2025

    Doppio Click è la trasmissione di Radio Popolare dedicata ai temi di attualità legati al mondo di Internet e delle nuove tecnologie. Ogni settimana, dal lunedì al giovedì, approfondiamo le notizie più importanti, le curiosità e i retroscena di tutto ciò che succede sul Web e non solo. Ogni settimana approfondiamo le notizie più importanti, le curiosità e i retroscena di tutto ciò che succede sul Web e non solo. A cura di Marco Schiaffino.

    Doppio Click - 17-09-2025

  • PlayStop

    Il giusto clima di mercoledì 17/09/2025

    Ambiente, energia, clima, uso razionale delle risorse, mobilità sostenibile, transizione energetica. Il giusto clima è la trasmissione di Radio Popolare che racconta le sfide locali e globali per contrastare il cambiamento climatico e ridurre la nostra impronta sul Pianeta. Il giusto clima è realizzato in collaborazione con è nostra, la cooperativa che produce e vende energia elettrica rinnovabile, sostenibile, etica. In onda tutti i mercoledì, dalle 20.30 alle 21.30. In studio, Gianluca Ruggieri ed Elena Mordiglia. In redazione, Sara Milanese e Marianna Usuelli.

    Il giusto clima - 17-09-2025

  • PlayStop

    L'Orizzonte delle Venti di mercoledì 17/09/2025

    A fine giornata selezioniamo il fatto nazionale o internazionale che ci è sembrato più interessante e lo sviluppiamo con il contributo dei nostri ospiti e collaboratori. Un approfondimento che chiude la giornata dell'informazione di Radio Popolare e fa da ponte con il giorno successivo.

    L’Orizzonte delle Venti - 17-09-2025

  • PlayStop

    Vade retro gay: l'offensiva dei conservatori in Vaticano

    Gli omosessuali? Sono in peccato mortale e la chiesa non deve benedire le coppie gay. Sono parole del cardinale tedesco Gerhard Ludwig Müller, prefetto emerito per la congregazione della dottrina della fede. Il porporato è uno dei punti di riferimento dell’ala più conservatrice in Vaticano, che osteggiò papa Francesco. Müller ha detto anche che aver fatto passare le associazioni cattoliche dalla Porta Santa di San Pietro in occasione del Giubileo è “solo propaganda”. A chi si rivolge il cardinale? Vuole provare a influenzare Papa Leone? Ne abbiamo parlato con il giornalista vaticanista e scrittore Marco Politi, autore di "La rivoluzione incompiuta, la Chiesa dopo Francesco". L'intervista di Alessandro Principe.

    Clip - 17-09-2025

  • PlayStop

    Esteri di mercoledì 17/09/2025

    Il giro del mondo in 24 ore. Ideato da Chawki Senouci e in onda dal 6 ottobre 2003. Ogni giorno alle 19 Chawki Senouci e Martina Stefanoni selezionano e raccontano fatti interessanti attraverso rubriche, reportage, interviste e approfondimenti. Il programma combina notizie e stacchi musicali, offrendo una panoramica variegata e coinvolgente degli eventi globali.

    Esteri - 17-09-2025

  • PlayStop

    L'Orizzonte di mercoledì 17/09 18:33

    L'Orizzonte è l’appuntamento serale con la redazione di Radio Popolare. Dalle 18 alle 19 i fatti dall’Italia e dal mondo, mentre accadono. Una cronaca in movimento, tra studio, corrispondenze e territorio. Senza copioni e in presa diretta. Un orizzonte che cambia, come le notizie e chi le racconta. Conducono Luigi Ambrosio e Mattia Guastafierro.

    L’Orizzonte - 17-09-2025

  • PlayStop

    A Milano arriva il Godai Fest: Rodrigo D'Erasmo, tra gli ideatori, ce l'ha raccontato

    Sabato 20 e domenica 21 settembre al Paolo Pini di Milano si terrà la prima edizione del Godai Fest, il festival multidisciplinare che unisce la musica alle arti performative e visive nato da un’idea del musicista Rodrigo D’Erasmo, del produttore Daniele Tortora e dell’artista visivo Cristiano Carotti per abbattere i recinti di genere e di partecipazione, connettere le arti, sperimentare nuovi linguaggi, ampliare le visioni. L’arte, in tutte le sue declinazioni, sarà protagonista di un viaggio attraverso i 4 elementi della cultura umana (Fuoco, Terra, Acqua, Aria) ai quali si aggiunge, secondo la filosofia orientale, il principio del Vuoto. Ad ogni elemento corrisponde un curatore: Rodrigo D'Erasmo in questa intervista di Elisa Graci e Dario Grande a Volume ci ha presentato il concetto e il programma di questo festival.

    Volume - 17-09-2025

  • PlayStop

    Poveri ma belli di mercoledì 17/09/2025

    Un percorso attraverso la stratificazione sociale italiana, un viaggio nell’ascensore sociale del Belpaese, spesso rotto da anni e in attesa di manutenzione, che parte dal sottoscala con l’ambizione di arrivare al roof top con l’obiettivo dichiarato di trovare scorciatoie per entrare nelle stanze del lusso più sfrenato e dell’abbienza. Ma anche uno spazio per arricchirsi culturalmente e sfondare le porte dei salotti buoni, per sdraiarci sui loro divani e mettere i piedi sul tavolo. A cura di Alessandro Diegoli e Disma Pestalozza

    Poveri ma belli - 17-09-2025

  • PlayStop

    Vieni con me di mercoledì 17/09/2025

    Il primo Pride della Valtellina Chiavenna. L'emozione, ha fatto salir la fame! Per merenda: pane burro e acciughe con bollicina,. Poi via si torna a Milano, al Piccolo Salone del Libro Politico al Conchetta. Vuoi segnalare un evento, un’iniziativa o raccontare una storia? Scrivi a vieniconme@radiopopolare.it o chiama in diretta allo 02 33 001 001 Dal lunedi al venerdì, dalle 16.00 alle 17.00 Conduzione, Giulia Strippoli Redazione, Giulia Strippoli e Claudio Agostoni La sigla di Vieni con Me è "Caosmosi" di Addict Ameba

    Vieni con me - 17-09-2025

  • PlayStop

    In Etiopia inaugurata la diga della discordia

    Il 9 settembre, dopo 14 anni di lavori, l’Etiopia ha inaugurato ufficialmente la Gerd, la Grand Ethiopian Renaissance Dam, il più grande progetto idroelettrico d'Africa, e tra i 20 più grandi al mondo. Da anni la diga è anche causa di tensione con i paesi a valle del Nilo: Sudan e soprattutto Egitto, che temono di vedere ridotte le proprie risorse idriche, anche in considerazione dei sempre più frequenti periodi di siccità. “Questa diga sarà certamente uno degli epicentri di tensione di questa regione nel prossimo futuro” spiega Luca Puddu, docente di storia dell’Africa all'Università di Palermo, al microfono di Sara Milanese. Ascolta l’intervista andata in onda in A come Africa.

    Clip - 17-09-2025

  • PlayStop

    Volume di mercoledì 17/09/2025

    Oggi a Volume abbiamo iniziato parlando del Festival Suoni Delle Dolomiti giunto alla sua 30a edizione, ma anche del Godai Fest, evento che si terrà nel weekend al Parco Ex Paolo Pini di Milano e che ci racconta Rodrigo D'Erasmo in qualità di direttore artistico. A seguire segnaliamo il concerto-evento pro Palestina organizzato da Brian Eno che si terrà questa sera a Londra, e concludiamo con il quiz dedicato al cinema, oggi incentrato sul film Il Diavolo Veste Prada del 2006.

    Volume - 17-09-2025

Adesso in diretta