Nel mondo 36,7 milioni di persone sono portatrici del virus Hiv (120mila circa in Italia: 90mila sono o in terapia o in contatto con i centri specializzati, gli altri non sono consapevoli di essere infetti) e, sempre a livello planetario, sono in terapia soltanto 18,2 milioni di malati, meno della metà.
Sono solo alcuni numeri per capire la situazione, in un momento in cui, a differenza di anni fa, l’Aids non fa più scalpore, non riempie le pagine dei giornali, ma è ancora molto diffuso e la ricerca delle cure si sta evolvendo, anche se c’è ancora molta strada da fare. L’Unaids, l’agenzia dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Aids, che tiene d’occhio la situazione mondiale e ha appena pubblicato il suo rapporto annuale sull’Aids, ha proposto un programma chiamato “Get on the fast track: the life-cycle approach to Hiv”, con l’obiettivo di arginare l’epidemia di Aids entro il 2030.
In Italia da oggi sarà a disposizione un test diagnostico per l’hiv. Costerà 20 euro, per scoprire a casa propria se si è sieropositivi o meno. Non ci vorrà una ricetta del medico per averlo, esattamente come per il test di gravidanza. Si fa attraverso un prelievo del sangue con una piccola puntura al polpastrello. Già dopo 15 minuti sono disponibili i risultati. “Il problema è che le persone che faranno questo test saranno sole, mentre è fondamentale un supporto psicologico in questi casi”, dice Vittorio Agnoletto.
Qui potete sentire l’intervento di Vittorio Agnoletto
In Italia nel 2015 sono morte ancora circa mille persone per Hiv. “Le maggiori criticità oggi si riscontrano tra i pazienti con coinfezioni, ad esempio con l’epatite C”, ci ha spiegato Norberto Ceserani, medico infettivologo.
Qui potete sentire l’intervista a Norberto Ceserani
Nel 2015 si sono registrati 2,1 milioni di nuove infezioni in tutto il mondo (4mila in Italia e oltre la metà è stata diagnosticata quando la malattia era già in uno stadio avanzato). Molti sono pazienti “storici”, che hanno imparato a convivere col virus e con i pregiudizi nei loro confronti della società. “Oggi va molto meglio, ma è comunque molto difficile vivere da malato di Aids”, ci ha raccontato Paolo, malato da oltre 20 anni.
Qui potete sentire la testimonianza di Paolo