
In Burundi, nei giorni scorsi, foto satellitari scattate dai servizi di intelligence americani hanno rivelato l’esistenza di immense fosse comuni nella zona di Buringa a pochi chilometri dalla capitale Bujumbura.
Le foto sono nate dalle informazioni ricevute da testimoni oculari della zona in seguito alle quali il Pentagono ha deciso di puntare un satellite sulla zona nel periodo incriminato, cioè dal 9 dicembre 2015 al 20 gennaio 2016. Le immagini hanno rivelato l’esistenza di cinque grandi fosse comuni nella zona capaci di contenere diverse centinaia di corpi, almeno quattrocento.
Pur non esistendo foto delle attività di scarico dei corpi, gli esperti militari americani sono d’accordo sul fatto che quelle fosse comuni non sono state scavate per scopi agricoli o per creare artificiali bacini di acqua. L’unico scopo di quelle fosse – hanno concluso – è di far sparire in fretta le prove di un inizio di genocidio.
In Burundi da mesi è in corso una guerra civile strisciante che ha già prodotto diversi morti in scontri sulle strade. La causa è stata la candidatura – per la terza volta, nonostante il divieto esplicito della costituzione – del presidente uscente Pierre Nkurunziza che poi, naturalmente, ha vinto le elezioni.
Le foto e le conclusioni alle quali sono giunti i servizi americani sono l’ennesima prova che il Burundi è avviato su una china pericolosa che la comunità internazionale, gli Stati della regione, l’Unione Africana, l’Onu dovrebbero cercare di fermare immediatamente.