Approfondimenti

Fluctuat nec mergitur. Parigi un mese dopo

Quando Véronique Julien chiede alla sua classe di terza media “ quali valori sono stati attaccati il 13 novembre”, le risposte arrivano tutte insieme. “ La libertà , prof ! “ grida Assia; “ la libertà di espressione “ rispondono Axel e Sacha; “ la libertà di culto” aggiunge Clémence; “ la libertà di opinione “ dice Maxime. Dopo un istante di esitazione Florian alza la mano “la laicità anche .. no? “; “ ma la laicità ci rende liberi da che cosa ? “, gli chiede Amandine. Le domande di Amandine e Maxime cadono a fagiolo perché il giorno dopo, il 9 dicembre, bisognava celebrare nelle scuole la giornata nazionale della laicità. La commemorazione dell’approvazione della legge sulla separazione stato- chiesa del 1905 fu decisa dal presidente Hollande all’indomani della strage di Charlie Hebdo del 7 gennaio 2015.“ Liberi di credere, risponde Antonin… ma non ha senso, vuole dire che dobbiamo essere tutti dei credenti ?”, aggiunge perplesso. “ No, libero di credere o di non credere”, gli risponde Clémence. “ Con dei limiti, lo interrompe Celia, perché la libertà di ognuno di noi si ferma dove inizia quella degli altri”. La classe acconsente. Poi Antonin bisbiglia, un po’ preoccupato:” ci sono dei limiti da rispettare, altrimenti, le aggressioni si ripeteranno”.

La storia raccontata dal giornale Le Monde è ambientata in una scuola media in un comune benestante vicino a Lione. Dalla discussione si capisce che gli attentati del 13 novembre e di Charlie Hebdo sono presenti nella testa dei ragazzi. Dieci mesi dopo, il clima però è cambiato, puntualizzano gli insegnanti francesi intervistati dai mass media: questa volta non c’è stato il “ noi, non musulmani, e loro “ oppure “ sono per Charlie ma… ” da parte di qualche studente maghrebino perché “ ancora indignato per le vignette contro Maometto ”. Nessun adolescente ha provocato una crisi di nervi al premier Manuel Valls che a gennaio riteneva insopportabili i dubbi dei bambini musulmani sul “diritto alla blasfemia”. Gli attacchi nel decimo e undicesimo arrondissement hanno unito nel dolore questi ragazzi, da Calais a Marsiglia, perché la morte ha colpito le strade, le terrazze dei bar, una sala concerti, il piazzale di fronte a stadio di calcio. Isabelle Bailleul insegna in un liceo di Le Havre. ” Oggi parlare della convivenza è diventato più facile – ha detto a Le Monde- Bisogna accompagnare questa presa di coscienza degli studenti”. Perché tutte le vittime del 13 novembre sono legate per sempre da un tragico destino chiamato da Libération “ Génération Bataclan ”: un modo di vivere edonista e festaiolo di una generazione profondamente segnata dalla strage di Charlie Hebdo – spiegava il quotidiano della gauche – che trovava la felicità in uno spazio urbano dove coesistono negozi di moda, bar pakistani, caffè arabi, ristoranti cinesi, librerie musulmane e sinagoghe. Le testimonianze di parenti, colleghi e amici delle 130 vittime, raccolte e pubblicate ogni giorno da Le Monde e Libération, confermano l’intuizione di Libé: avevano brindato alla vita, cantato, amato, ballato e viaggiato molto ma trovavano sempre il tempo per aiutare gli altri e per protestare contro le ingiustizie. Come la famiglia San Martin che il venerdi 13 novembre era al concerto degli Eagles of Death Metal: insieme a Louis 5 anni c’era la mamma Elsa e la nonna Patricia, cilena fuggita alla dittatura di Pinochet, funzionaria presso il sindacato comunista Cgt. Louis è l’unico sopravvissuto.

Un mese dopo gli attentati, rimangono le paure, la tristezza ma anche molta solidarietà verso chi ha perso un cara persona e chi deve assistere un figlio o una figlia gravemente feriti. Ha colpito la civiltà dei cittadini perché nonostante le ferite, nessuno è andato davanti alle telecamere per urlare “ vogliamo vendicare i nostri morti”, non sono stati segnalati gesti di stigmatizzazione nei confronti dei francesi di origine musulmana, non si sono lamentati per le restrizioni dovute allo stato di emergenza e alla Cop 21. Il 27 novembre scorso alle Invalides, François Hollande aveva colto lo spirito Bataclan che animava le vittime:” avevano fatto della musica la loro professione. Ma la musica e’ insopportabile per i terroristi. Per rispondere nel modo migliore, moltiplicheremo le canzoni, continueremo ad andare ai concerti, agli stadi e a salvaguardare la nostra identità”. Parigi ha accolto il messaggio, il Bercy ha fatto il pieno per le due date degli U2 e la tappa del Rebel Heart tour di Madonna. Il Parco dei Principi ha festeggiato martedì il passaggio agli ottavi del Paris st Germain e applaudito a lungo il gol di Ibrahimovic, diventato il miglior marcatore della squadra in Europa. Place de la République è invece il luogo per il raccoglimento. Come documentano i social network, ogni giorno centinaia di persone depongono un fiore, accendono una candela e scrivono un messaggio di pace, qualche volta la sera, nonostante il freddo pungente, cantano in piccoli gruppi “Imagine” di John Lennon. L’Isis ha perso la sua scommessa: nessuna scritta o canto inneggiano alla guerra contro i musulmani di Francia, e al primo turno delle regionali negli arrondissement colpiti dal terrorismo la gauche ha ottenuto il 65% mentre il Fronte nazionale non è andato oltre il 7%. Giovedì 10 dicembre sulla sua pagina Facebook, la sindaca di Parigi Anne Hidalgo ha tenuto a ringraziare ancora una volta i suoi concittadini: “Spesso i parigini sono chiamati bobo( bourgeois-bohème) ma se bobo è essere una persona mite, aperta agli altri, aver una capacità di amare la vita e la cultura, di condividerle con gli altri, di non fare di tutta l’erba un fascio, di sentirsi bene in una città cosmopolita, allora bobo deve essere un motivo di fierezza”.

“Fluctuat nec mergitur”  è il motto della capitale francese, è impresso sul suo stemma. Anche questa volta la nave Parigi è stata sbattuta dalle onde ma non è affondata. La sua forza è racchiusa nelle parole di Anne Hidalgo. Alla celebrazione solenne per i morti è stata eseguita più volte la marsigliese ma il momento più toccante è stato quando il minuto di silenzio è stato interrotto dalla canzone “Quand on n’a que l’amour” di Jacques Brel. “Quando non avremo che l’amore/ per parlare ai cannoni/ e nient’altro che una canzone/ per convincere a un tamburo/ Allora, senza avere nient’altro/ che la forza d’amare/ avremo nelle nostre mani/ amici, il mondo intero”. È un bellissimo messaggio per le nuove generazioni, per Assia, Axel, Sacha, Amandine e Antonin che frequentano la terza media in una scuola vicino a Lione.

  • Autore articolo
    Chawki Senouci
ARTICOLI CORRELATITutti gli articoli
POTREBBE PIACERTI ANCHETutte le trasmissioni

Adesso in diretta

  • Ascolta la diretta

Ultimo giornale Radio

  • PlayStop

    Giornale Radio giovedì 10/07 19:30

    Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi. Tutto questo nelle tre edizioni principali del notiziario di Radio Popolare, al mattino, a metà giornata e alla sera.

    Giornale Radio - 10-07-2025

Ultimo giornale Radio in breve

  • PlayStop

    Gr in breve venerdì 11/07 07:00

    Edizione breve del notiziario di Radio Popolare. Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi.

    Giornale Radio in breve - 11-07-2025

Ultima Rassegna stampa

  • PlayStop

    Rassegna stampa di giovedì 10/07/2025

    La rassegna stampa di Popolare Network non si limita ad una carrellata sulle prime pagine dei principali quotidiani italiani: entra in profondità, scova notizie curiose, evidenzia punti di vista differenti e scopre strane analogie tra giornali che dovrebbero pensarla diversamente.

    Rassegna stampa - 10-07-2025

Ultimo Metroregione

  • PlayStop

    Metroregione di giovedì 10/07/2025 delle 19:51

    Metroregione è il notiziario regionale di Radio Popolare. Racconta le notizie che arrivano dal territorio della Lombardia, con particolare attenzione ai fatti che riguardano la politica locale, le lotte sindacali e le questioni che riguardano i nuovi cittadini. Da Milano agli altri capoluoghi di provincia lombardi, senza dimenticare i comuni più piccoli, da dove possono arrivare storie esemplificative dei cambiamenti della nostra società.

    Metroregione - 10-07-2025

Ultimi Podcasts

  • PlayStop

    Apertura Musicale di venerdì 11/07/2025

    Svegliarsi con la musica libera di Radio Popolare

    Apertura musicale - 11-07-2025

  • PlayStop

    PoPolaroid di giovedì 10/07/2025

    Basil Baz evoca il suo amore per la Polaroid, per la bellezza dello spazio bianco intorno all’immagine, che gli permetteva di scrivere la data e dare un titolo alla foto; spesso era ispirato da una canzone. Come le fotografie, le canzoni sono memorie nel tempo, e in PoPolaroid accompagno la musica con istantanee sonore; scatti personali, sociali e soprattutto sentimentali.

    PoPolaroid – istantanee notturne per sognatori - 10-07-2025

  • PlayStop

    News della notte di giovedì 10/07/2025

    L’ultimo approfondimento dei temi d’attualità in chiusura di giornata

    News della notte - 10-07-2025

  • PlayStop

    Conduzione musicale di giovedì 10/07/2025 delle 21:00

    Un viaggio musicale sempre diverso insieme ai nostri tanti bravissimi deejay: nei giorni festivi, qua e là, ogni volta che serve!

    Conduzione musicale - 10-07-2025

  • PlayStop

    Jazz in un giorno d'estate di giovedì 10/07/2025

    “Jazz in un giorno d’estate”: il titolo ricalca quello di un famoso film sul jazz girato al Newport Jazz Festival nel luglio del ’58. “Jazz in un giorno d’estate” propone grandi momenti e grandi protagonisti delle estati del jazz, in particolare facendo ascoltare jazz immortalato nel corso di festival che hanno fatto la storia di questa musica. Dopo avere negli anni scorsi ripercorso le prime edizioni dei pionieristici festival americani di Newport, nato nel '54, e di Monterey, nato nel '58, "Jazz in un giorno d'estate" rende omaggio al Montreux Jazz Festival, la manifestazione europea dedicata al jazz che più di ogni altra è riuscita a rivaleggiare, anche come fucina di grandi album dal vivo, con i maggiori festival d'oltre Atlantico. Decollato nel giugno del '67 nella rinomata località di villeggiatura sulle rive del lago di Ginevra, e da allora tornato ogni anno con puntualità svizzera, il Montreux Jazz Festival è arrivato nel 2017 alla sua cinquantunesima edizione.

    Jazz in un giorno d’estate - 10-07-2025

  • PlayStop

    Popsera di giovedì 10/07/2025

    Popsera è lo spazio che dedicheremo all'informazione nella prima serata. Si comincia alle 18.30 con le notizie nazionali e internazionali, per poi dare la linea alle 19.30 al giornale radio. Popsera riprende con il Microfono aperto, per concludersi alle 20.30. Ogni settimana in onda un giornalista della nostra redazione.

    Popsera - 10-07-2025

  • PlayStop

    Poveri ma in ferie di giovedì 10/07/2025

    Quando con gli amici si giocava a ruba bandiera, strega comanda color, rialzo, astragolo e molti altri ancora. In questa puntata "amarcord" Alessandro Diegoli e Vittoria Davalli, insieme agli ascoltatori e ascoltatrici, ricordano tutti i giochi che facevano da bambini.

    Poveri ma belli - 10-07-2025

  • PlayStop

    Osservatorio Nomisma: comprare casa a Milano costa sempre di più

    Tornano a salire, anche se di poco, i prezzi delle case a Milano: è quanto emerge dal secondo Osservatorio sul Mercato Immobiliare 2025 di Nomisma, che nel primo semestre dell’anno registra un +0,6% nel nuovo e un +0,3% nell’usato. Una ripresa del mercato, mostra il rapporto, che arriva dopo mesi in calo. E, su base annuale, i prezzi a Milano scendono, con -0,9% per le abitazioni nuove o ristrutturate al nuovo e -1,2% per quelle usate. Cresce la domanda di acquisto, spesso sostenuta da un mutuo. Il settore commerciale invece rallenta, con negozi e uffici che registrano un calo annuale. Per l’intero 2025, Nomisma stima nel capoluogo lombardo una stabilità del numero di compravendite, dei prezzi e canoni medi e del numero dei contratti di locazione. Chiara Pelizzoni è Senior Project Manager di Nomisma e curatrice del rapporto su Milano.

    Clip - 10-07-2025

  • PlayStop

    Almendra di giovedì 10/07/2025

    Iniziamo con artista della settimana e con una notizia piuttosto divertente sul tour in corso di Kendrick Lamar, ma ben presto ci abbandoniamo al fruscio del vinile insieme a Giulia Cavaliere che porta in studio una minuscola parte della sua collezione di vinili, per parlare delle loro storie e del modo in cui la passione del vinile oggi può avere senso senza diventare élitismo e senza prestarsi a operazioni evidentemente di mercato. Nell'ultima mezz'ora parliamo con Soul Beretta, direttore creativo di Metamorfosi, del festival Royal Summer Stage (10-13 luglio) e del successivo La Città che Sale. Chiudiamo con novità musicali e nuovi concerti annunciati. A cura di Luca Santoro.

    Almendra - 10-07-2025

Adesso in diretta