Approfondimenti

FED, la scommessa sul futuro

Basterà la decisione della Federal Reserve per rilanciare l’economia americana, sostenere crescita e investimenti e di riflesso contribuire al rilancio di una economia mondiale debole, a rischio stagnazione?

Nessuno pare avere oggi una risposta certa sugli effetti della storica decisione della Fed: verrà vinta la scommessa di riportare l’economia in equilibrio, alla normalità, oppure riesploderanno tensioni, o bolle finanziarie speculative?

E’ uno scenario aperto.

In questo contesto la decisione presa dalla donna più potente dell’economia mondiale, Janet Yellen, presidente della Fed, è stata prudente per non frenare la ripresa su cui restano diverse ombre, a partire dai molti americani che vivono con lavori precari, mentre i salari sono fermi o aumentano di poco e le diseguaglianze sono in crescita.

Il rialzo del costo del denaro, il primo dopo nove anni, è stato prudente e modesto: un quarto di punto, lo 0,25 per cento, cui ne seguiranno altri nel 2016, se non ci saranno rallentamenti nell’economia. L’obiettivo è riportare progressivamente i tassi, il costo del denaro, al 3,25 per cento nel 2018.

La Fed scommette che questo primo rialzo dei tassi di riferimento non produrrà effetti negativi . “Non ci sarà un altra recessione, l’emergenza è finita “ ha detto Yellen.

Tutto era partito nel 2008 , con il crollo della banca Lehman Brothers e lo scandalo-truffa dei “ titoli tossici”, dei mutui subprime ad alto rischio. L’America e il mondo finirono in una crisi senza precedenti, che da finanziaria diventò economica. I mercati sbandarono, la fiducia crollò, le banche finirono in un vortice di pesanti difficoltà, i risparmiatori subirono notevoli perdite, molti lavoratori vennero licenziati. La Fed decise allora di portare i Fed Funds, il tasso d’interesse di riferimento, dall’1 per cento allo 0-0,25 per cento. Costo del denaro zero, quindi, e acquisto massiccio di titoli – Quantitive easing – per sostenere l’economia. Fu una mossa senza precedenti. L’inizio di una cura shock che portò squilibri e tensioni, soprattutto sui mercati emergenti, ma che al tempo stesso contribuì a salvare l’America.

La Fed con quella operazione mise in circolo una montagna di liquidità, oltre quattromila miliardi di dollari, provocando, secondo alcuni analisti, il rischio di bolle speculative. Sette anni dopo, l’economia americana è in ripresa. Il Pil cresce. La Fed stima un +2,1 per cento nel 2015 e +2,4 per cento nel 2016; la disoccupazione è calata, al 5 per cento. Ma è altrettanto vero che sono aumentati i cosiddetti “scoraggiati” che hanno rinunciato a cercare lavoro, i precari, la ricchezza si è sempre più spostata nelle mani di pochi, con un aumento delle diseguaglianze; la domanda, motore della crescita, resta debole, frenata da bassi salari e stipendi. Un quadro che conferma come la strada per la stabilità sia ancora lunga, anche per l’Europa.

Ora l’attenzione degli analisti è sugli effetti internazionali della decisione della Fed. Il rialzo dei tassi, se continuerà come ha detto Yellen, dovrebbe spingere i capitali verso gli Stati Uniti, e questo aprirebbe un problema per l’Europa, che nel frattempo però potrebbe beneficiare, con un dollaro piu forte e un euro piu debole, dei vantaggi nelle esportazioni. Tutto da verificare poi l’impatto della mossa della Fed sui paesi emergenti. La fuga di capitali dagli emergenti ha provocato pesanti svalutazioni delle valute locali esponendo le società indebitate in dollari, in particolare in Russia e Brasile, al rischio insolvenza. Situazione dunque in forte movimento, con molti punti interrogativi, in un contesto in cui la crescita globale resta lenta e disomogenea – ancora oggi la Banca centrale europea ha segnalato rischi al ribasso per l’economia.

“L’ipotesi di stagnazione secolare – come ha ricordato anche il ministro dell’Economia Giancarlo Padoan – non è un’ipotesi peregrina”.

Si tratta di un contesto in cui sino a oggi le banche (dalla Fed alla Bce) sono state supplenti della politica, assumendo un ruolo centrale che pone una problema per le democrazie. Senza il ritorno della politica, senza l’assunzione di responsabilità da parte della politica, che sappia riflettere anche sugli errori fatti, come per esempio l’accanimento delle politiche di austerità in Europa, difficilmente si andrà a una stabilità economica e al ritorno di una crescita equilibrata e che riduca le diseguaglianze.

  • Autore articolo
    Piero Bosio
ARTICOLI CORRELATITutti gli articoli
POTREBBE PIACERTI ANCHETutte le trasmissioni

Adesso in diretta

  • Ascolta la diretta

Ultimo giornale Radio

  • PlayStop

    Giornale Radio lunedì 22/12 19:30

    Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi. Tutto questo nelle tre edizioni principali del notiziario di Radio Popolare, al mattino, a metà giornata e alla sera.

    Giornale Radio - 22-12-2025

Ultimo giornale Radio in breve

  • PlayStop

    Gr in breve lunedì 22/12 18:31

    Edizione breve del notiziario di Radio Popolare. Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi.

    Giornale Radio in breve - 22-12-2025

Ultima Rassegna stampa

  • PlayStop

    Rassegna stampa di lunedì 22/12/2025

    La rassegna stampa di Popolare Network non si limita ad una carrellata sulle prime pagine dei principali quotidiani italiani: entra in profondità, scova notizie curiose, evidenzia punti di vista differenti e scopre strane analogie tra giornali che dovrebbero pensarla diversamente.

    Rassegna stampa - 22-12-2025

Ultimo Metroregione

  • PlayStop

    Metroregione di lunedì 22/12/2025 delle 19:48

    Metroregione è il notiziario regionale di Radio Popolare. Racconta le notizie che arrivano dal territorio della Lombardia, con particolare attenzione ai fatti che riguardano la politica locale, le lotte sindacali e le questioni che riguardano i nuovi cittadini. Da Milano agli altri capoluoghi di provincia lombardi, senza dimenticare i comuni più piccoli, da dove possono arrivare storie esemplificative dei cambiamenti della nostra società.

    Metroregione - 22-12-2025

Ultimi Podcasts

  • PlayStop

    Jazz Anthology di lunedì 22/12/2025

    "Jazz Anthology", programma storico di Radio Popolare, esplora la lunga evoluzione del jazz, dalla tradizione di New Orleans al bebop fino alle espressioni moderne. Il programma, con serie monografiche, valorizza la pluralità e la continuità del jazz, offrendo una visione approfondita di questo genere musicale spesso trascurato dai media. La sigla del programma è "Straight Life" di Art Pepper, tratto da "Art Pepper Meets The Rhythm Section" (1957).

    Jazz Anthology - 22-12-2025

  • PlayStop

    News della notte di lunedì 22/12/2025

    L’ultimo approfondimento dei temi d’attualità in chiusura di giornata

    News della notte - 22-12-2025

  • PlayStop

    Il Suggeritore Night Live di lunedì 22/12/2025

    Il Suggeritore Night Live, ogni lunedì dalle 21:30 alle 22:30 dall’Auditorium Demetrio Stratos, è un night talk-show con ospiti dello spettacolo dal vivo che raccontano e mostrano estratti dei loro lavori. Gli ascoltatori possono partecipare come pubblico in studio a partire dalle 21.00. E spesso, il Suggeritore NL vi propone serate speciali di stand up, slam poetry, letture di drammaturgia contemporanea, imprò teatrale. Vi aspettiamo!

    Il Suggeritore Night Live - 22-12-2025

  • PlayStop

    Jailhouse Rock di lunedì 22/12/2025

    "Jailhouse Rock", trasmissione di Radio Popolare e Popolare Network, esplora il legame tra musica e carcere. Ogni lunedì dalle 20.30 alle 21.30, a cura di Patrizio Gonnella e Susanna Marietti, il programma include storie e suoni dal mondo delle prigioni, con la partecipazione di detenuti dei carceri di Rebibbia e Bollate che realizzano un Giornale Radio dal Carcere e cover di artisti. Scopri di più su http://www.jailhouserock.it/ e https://www.facebook.com/Jailhouse-Rock-451755678297925/

    Jailhouse Rock - 22-12-2025

  • PlayStop

    Popsera di lunedì 22/12/2025

    Popsera è lo spazio che dedicheremo all'informazione nella prima serata. Si comincia alle 18.30 con le notizie nazionali e internazionali, per poi dare la linea alle 19.30 al giornale radio. Popsera riprende con il Microfono aperto, per concludersi alle 20.30. Ogni settimana in onda un giornalista della nostra redazione.

    Popsera - 22-12-2025

  • PlayStop

    Poveri ma belli di lunedì 22/12/2025

    Un percorso attraverso la stratificazione sociale italiana, un viaggio nell’ascensore sociale del Belpaese, spesso rotto da anni e in attesa di manutenzione, che parte dal sottoscala con l’ambizione di arrivare al roof top con l’obiettivo dichiarato di trovare scorciatoie per entrare nelle stanze del lusso più sfrenato e dell’abbienza. Ma anche uno spazio per arricchirsi culturalmente e sfondare le porte dei salotti buoni, per sdraiarci sui loro divani e mettere i piedi sul tavolo. A cura di Alessandro Diegoli e Disma Pestalozza

    Poveri ma belli - 22-12-2025

  • PlayStop

    Vieni con me di lunedì 22/12/2025

    Vieni con me è una grande panchina sociale. Ci si siedono coloro che amano il rammendo creativo o chi si rilassa facendo giardinaggio. Quelli che ballano lo swing, i giocatori di burraco e chi va a funghi. Poi i concerti, i talk impegnati e quelli più garruli. Uno spazio radiofonico per incontrarsi nella vita. Vuoi segnalare un evento, un’iniziativa o raccontare una storia? Scrivi a vieniconme@radiopopolare.it o chiama in diretta allo 02 33 001 001 Dal lunedi al venerdì, dalle 16.00 alle 17.00 Conduzione, Giulia Strippoli Redazione, Giulia Strippoli e Claudio Agostoni La sigla di Vieni con Me è "Caosmosi" di Addict Ameba

    Vieni con me - 22-12-2025

  • PlayStop

    Gli speciali di lunedì 22/12/2025 - ore 15:35

    I reportage e le inchieste di Radio Popolare Il lavoro degli inviati, corrispondenti e redattori di Radio Popolare e Popolare Network sulla società, la politica, gli avvenimenti internazionali, la cultura, la musica.

    Gli speciali - 22-12-2025

  • PlayStop

    Musica leggerissima di lunedì 22/12/2025

    a cura di Davide Facchini. Per le playlist: https://www.facebook.com/groups/406723886036915

    Musica leggerissima - 22-12-2025

  • PlayStop

    È nato il comitato della società civile per il No al referendum sulla riforma della giustizia

    Società Civile per il No. È nato il comitato, promosso da vari esponenti della società civile, da sindacati, associazioni e realtà democratiche, che sostiene le ragioni del No al referendum costituzionale sulla riforma della Giustizia del Guardasigilli Carlo Nordio. Presieduto da Giovanni Bachelet, il comitato ha nel direttivo nomi importanti come il segretario della Cgil Maurizio Landini, la presidente di Libertà e Giustizia Daniela Padoan e l’ex ministra Rosy Bindi. I principali punti del comitato vertono sul fatto che una magistratura autonoma, indipendente, che non guarda in faccia a nessuno sia una cosa che conviene ai cittadini. Il prossimo 10 gennaio a Roma si terrà la prima assemblea generale, per la partenza della campagna referendaria, che vedrà la nascita di comitati territoriali in tutta Italia per lanciare una campagna informativa sulle ragioni del No. “Riteniamo che sia una battaglia per evitare che venga minato un principio fondamentale della nostra democrazia”, ha detto Rosy Bindi, che fa parte del direttivo del comitato, nella nostra trasmissione Radio Sveglia. L'intervista di Alessandro Braga.

    Clip - 22-12-2025

  • PlayStop

    Considera l’armadillo di lunedì 22/12/2025

    Noi e altri animali È la trasmissione che da settembre del 2014 si interroga su i mille intrecci di una coabitazione sul pianeta attraverso letteratura, musica, scienza, costume, linguaggio, arte e storia. Ogni giorno con l’ospite di turno si approfondisce un argomento e si amplia il Bestiario che stiamo compilando. In onda da lunedì a venerdì dalle 12.45 alle 13.15. A cura di Cecilia Di Lieto.

    Considera l’armadillo - 22-12-2025

Adesso in diretta