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Elezioni presidenziali USA 2020: Biden è presidente

elezioni presidenziali usa 2020

Elezioni presidenziali Usa, guida alla lettura:

E’ molto semplice, l’ordine è cronologico dall’alto verso il basso 😉

martedì 3 novembre

Elezioni presidenziali USA, il sistema elettorale

Come funziona il sistema elettorale statunitense in un tweet:

Chiaramente 2106 voleva dire 2016. Per approfondire l’argomento “sistema elettorale” con i termini chiave come “grandi elettori” c’è la classica e chiarissima pagina di Wikipedia.

Questo sistema elettorale finisce per creare situazioni prevedibili nella stragrande maggioranza del Paese e pochi nodi incerti e decisivi che determinano il risultato finale.

Si può arrivare a situazioni statisticamente assurde come questa:

I vicepresidenti

Di Trump e Biden sappiamo tutto, nell’attesa dei primi exit-poll approfondiamo la conoscenza dei due candidati vicepresidenti nelle due schede di Luca Parena.

Kamala Harris, democratica:

Mike Pence, repubblicano:

Elezioni presidenziali USA, i primi risultati

In questa tornata elettorale molto difficilmente si conoscerà il nome del vincitore all’alba italiana, come succede di solito. Il massiccio voto postale, combinato con i sistemi di spoglio diversi da stato a stato, renderà il conteggio delle schede molto macchinoso. Tra i primi risultati, da considerarsi ormai sicuri, un’affermazione di Trump del tutto attesa:

Ecco uno spaccato della vita in Indiana, nel racconto della nostra ascoltatrice Giovanna, che vive a Fort Wayne da sette anni:

 

Arrivano altri risultati, nessuno definitivo, ma piuttosto chiaramente delineato. È molto serrata la sfida in Florida, stato tra i più importanti per assegnare la vittoria finale.

È notte fonda in Italia, la palpebra tende a calare, ma ci avviciniamo al momento clou per quanto concerne l’arrivo dei risultati. Sono in fase avanzata di scrutinio tutti gli stati della Costa Est e quelli del Midwest.

La Florida pare passata saldamente nelle mani del presidente uscente. È probabile che Biden non abbia convinto l’elettorato ispanico. Viceversa, sembra che i centri industriali dell’Ohio e della Pennsylvania stiano premiando il Partito Democratico. Sorprendente l’andamento in Texas, dove Biden è in vantaggio con quasi la metà dei voti conteggiati (lì sopra nel tweet abbiamo scritto erroneamente “campione”, ma si tratta di voti scrutinati).

La chiusura dei seggi negli stati dell’Ovest

La West Coast è interamente democratica: California, Oregon, Washington. Anche l’Arizona sembra orientarsi su una preferenza per Biden, fatto per niente scontato alla vigilia del voto.

Non ci sono state sorprese sostanziali, se non forse l’Arizona democratico, se confermato. Rimaniamo tutti “appesi” allo spoglio dei voti postali di Pennsylvania, Michigan e Wisconsin. Solo conquistando almeno due di questi tre stati Biden può vincere le elezioni. In Pennsylvania, al momento sono da scrutinare ancora circa due milioni di voti per corrispondenza, un numero davvero consistente.

Non sarà oggi la chiusura dello scrutinio

È certo che negli stati chiave dell’area dei Grandi Laghi il verdetto del voto slitterà ai prossimi giorni. Resta un punto di domanda sulle azioni dei due candidati, che hanno annunciato entrambi un discorso, ma che non saranno in grado di dire nulla di definitivo, in una situazione di autentico stallo. Potrebbe addirittura delinearsi un pareggio a 269 grandi elettori. Dal punto di vista dell’analisi politica emerge una tenuta del presidente uscente ben superiore a quanto lasciassero presagire i sondaggi e una brutta performance di Biden, come già detto più su, presso l’elettorato ispanico, specie in Florida.

Stallo alla chiusura dei seggi: il ruolo del voto postale

Si delinea una sospensione del giudizio a livello nazionale che potrebbe durare giorni, perché in molti stati il peso del voto postale è davvero massiccio. Lo scrutinio di questa quota sostanziale di voti non si esaurisce nella notte elettorale perché il controllo delle schede è più complicato rispetto a quello delle schede imbucate al seggio. Tutti gli analisti ritengono che il voto per posta sia sbilanciato a favore di Biden. Inoltre ci sono 24 milioni di elettori che alle scorse elezioni non hanno votato e sono 8 milioni gli statunitensi che votano per la prima volta. Per contro, ci sono svariati elettori repubblicani che hanno dichiarato di aver votato per posta e anche, irregolarmente, al seggio. Non è quindi automatico che il voto postale equivalga a un voto democratico. È probabile che per parlare di un risultato definitivo debbano passare diversi giorni, ma Trump difficilmente accetterà di aspettare a proclamarsi vincitore, se al termine della giornata elettorale sarà in vantaggio.

Nel frattempo dall’Inghilterra arrivano brutte notizie:

Elezioni presidenziali USA, New York a Biden e Florida a Trump

Si delinea la mappa degli Stati Uniti con le caratteristiche macchie rosse e blu. I repubblicani non aspettano la fine dello scrutinio per proclamarsi vincitori in Florida. Per contro lo stato di New York è assegnato a Biden  già pochi minuti dopo la chiusura dei seggi. Mentre continua il conteggio in Texas in una situazione di “to close to call” il New Mexico è conquistato da Biden.

È da cardiopalma lo spoglio dei voti in Texas. Il grande stato del sud è tradizionalmente repubblicano, per lo meno negli ultimi cinquant’anni, e l’equilibrio assoluto nel conteggio dei voti è una grande sorpresa.

Come se non bastasse la trepidazione nel conteggio delle schede, i due candidati hanno annunciato che parleranno a breve.

Sembra inesorabile il recupero di Trump negli stati in bilico man mano che prosegue la conta dei voti. La spiegazione potrebbe essere duplice: i primi voti scrutinati sono quelli postali e quelli provenienti dalle città più grandi, favorevoli ai democratici, successivamente l’arrivo del voto rurale e dei piccoli centri premia il partito repubblicano.

mercoledì 4 novembre

Biden conquista l’Arizona, Trump vince in Georgia e Michigan

Per la prima volta in oltre 20 anni, l’Arizona cambia colore. È il primo Stato che il candidato democratico alla Casa Bianca, Joe Biden, è riuscito a strappare al Presidente uscente Trump. Biden si porta a casa 11 grandi elettori. Trump, invece, conquista la Georgia (16 grandi elettori) e il Michigan (16 grandi elettori), mentre in Pennsylvania, dove Trump sembra in vantaggio, ci sono ancora oltre 1 milione di voti da conteggiare.

Trump è in vantaggio in tutti gli Stati chiave, dal Winsconsin alla Pennsylvania alla Georgia.

Trump: “Francamente abbiamo vinto queste elezioni”

Trump si dice convinto di aver trionfato, anche se i dati già arrivati sono ben lontani dal confermarlo, ma in un discorso ai suoi sostenitori il Presidente USA ha iniziato a festeggiare:

Voglio ringraziare i milioni di americani che hanno votato per noi oggi. Anche se un gruppo di persone molto tristi sta cercando di delegittimarci. I risultati sono stati fenomenali. Siamo pronti per uscire a festeggiare questo successo. Abbiamo vinto in Stati in cui non ci aspettavamo di farlo, come in Florida. Ormai è chiaro che abbiamo anche vinto in Georgia, non ci raggiungeranno mai. Lo stesso in Nord Carolina. E stiamo vincendo in Pennsylvania con un margine di tantissimi voti. Il governatore del Texas mi ha già chiamato per congratularsi.

Anche in questa occasione Trump ha portato avanti la strategia di screditare la validità del voto per posta e ha confermato l’intenzione di rivolgersi alla Corte Suprema:

Francamente abbiamo vinto queste elezioni. Per il bene della nazione dobbiamo far sì che la legge sia usata nel modo giusto. Andremo alla Corte suprema. Vinceremo queste elezioni, per quello che mi riguarda abbiamo già vinto, ma stanno portando avanti una frode ai danni del popolo americano.

La stessa affermazione fatta su Twitter ha portato al flag del tweet di Trump da parte del social network in quanto “il contenuto condiviso in questo Tweet, tutto o in parte, è controverso e potrebbe essere fuorviante in merito alla modalità di partecipazione alle elezioni o ad altri strumenti di coinvolgimento della cittadinanza“.

Il testa a testa alle 11.30 del 4 novembre 2020

La corsa alla Casa Bianca è tutt’altro che conclusa. Alle 11.30 del 4 novembre 2020 questa è la situazione:

Stati in cui Trump sta vincendo:

Florida (29 grandi elettori)
Iowa (6)
Ohio (18)
Texas (38)
Missouri (10)
West Virginia (5)
Indiana (11)
Kentucky (8)
Alabama (9)
Mississippi (6)
Tennessee (11)
Oklahoma (7)
Arkansas (6)
Louisiana (8)
Nebraska (5)
Wyoming (3)
South Dakota (3)
North Dakota (3)
Kansas (6)
Utah (6)
Idaho (4)
Montana (3)

Stati in cui Biden sta vincendo:

Arizona (11 grandi elettori)
Minnesota (10)
New Jersey (14)
Rhode Island (4)
Massachussets (11)
Maryland (10)
Delaware (3)
District of Columbia (3)
New Hampshire (4)
Vermont (3)
Virginia (13)
Illinois (20)
Connecticut (7)
Maine (4)
New Jersey (14)
New York (29)
New Mexico (5)
Colorado (9)
California (55)
Oregon (7)
Washington (12)

La ripresa dello spoglio: Biden recupera in Michigan

Dopo una notte in cui non saranno stati in tanti a regalarsi un bel sonno ristoratore, sono ricominciate le operazioni di conteggio. Il Michigan, uno degli stati chiave, è diventato blu e quando manca il 4% delle schede da scrutinare, Biden ha un vantaggio di 34mila voti, con una forbice cha va divaricandosi. Conquistato lo stato che fu culla dell’automotive, per il raggiungimento dei 270 grandi elettori necessari per diventare presidente, sarebbero sufficienti al candidato democratico ancora solo il Nevada e il Wisconsin.

Lo scrutinio consegna Wisconsin e Michigan ai democratici

Mancano solo 6 grandi elettori a Joe Biden per diventare il nuovo presidente degli Stati Uniti. I voti mancanti potrebbero arrivare dal Nevada, che renderebbe addirittura ininfluente il risultato nello swing state per eccellenza del 2020, la Pennsylvania, dove comunque lo spoglio dei voti per lettera vede il progressivo recupero di Biden, ieri in netto svantaggio.

Donald Trump grida ai brogli e pretende il riconteggio dei voti nei due stati affacciati sui Grandi Laghi.

giovedì 5 novembre

Prosegue lento lo spoglio in Nevada

In Nevada non vogliono che si metta loro fretta. I voti postali saranno ritenuti validi anche se, spediti fino a martedì, arriveranno entro martedì prossimo. Gli aggiornamenti sullo scrutinio saranno dati “almeno una volta al giorno”. L’aggiornamento di oggi ha riguardato un 1% delle schede e ha prodotto un allungo di Biden che ora (76% delle schede scrutinate) ha un vantaggio di 12mila preferenze.

venerdì 6 novembre
Il sorpasso di Biden e le minacce di Trmp

Il sorpasso negli stati-chiave è avvenuto: durante lo spoglio Georgia e Pennsylvania sono “diventati blu”. Lo scrutinio del voto per corrispondenza ha premiato, come previsto Biden. Trump ha affermato che non accetterà la sconfitta e ha gridato ai brogli nel suo discorso durante la notte italiana. Purtroppo per i suoi sostenitori, non ha fornito alcuna prova.

sabato 7 novembre

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    Redazione
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    1) Qualcosa si muove. Il Regno Unito sospende i negoziati commerciali con Israele per le sue azioni a Gaza, mentre l’Unione Europea ne discute. Intanto nella striscia il massacro continua e secondo l’ONU 14.000 bambini potrebbero morire entro 48 ore se gli aiuti non arriveranno in tempo. (Francesco Giorgini, Andrea Iacomini - Unicef) 2) In Germania i reati politici crescono quasi del 50%. A guidare l’aumento sono quelli legati all’estrema destra, ma il governo inasprisce la repressione nei confronti dei manifestanti pro Palestina. (Alessandro Ricci) 3) “Sono a rischio le basi della nostra democrazia”. Una delegazione delle Abuelas de Plaza de Mayo a Bruxelles per chiedere supporto nella ricerca dei desaparecidos, mentre Milei cerca di smantellare la rete della memoria. (Jorge Ithurburu - 24marzo Onlus) 4) I 7mila Saharawi dimenticati dalla Spagna. Apolidi per le autorità di Madrid, sono ostaggi del gioco diplomatico con il Marocco. (Giulio Maria Piantadosi) 5) Rubrica Sportiva. “Goodbye Goodison”. Dopo 133 anni si è giocata l’ultima partita nello storico stadio di Liverpool. (Luca Parena)

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