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Elezioni in Austria, tutto da rifare

La Corte costituzionale austriaca ha deciso di far ripetere il ballottaggio delle elezioni presidenziali del 22 maggio, vinto da Alexander Van der Bellen, sostenuto dai Verdi, per circa 30mila voti su Norbert Hofer, candidato del partito di destra populista Fpoe. La decisione arriva a una settimana dal previsto insediamento presidenziale di Van Der Bellen. Che ora sarà invece congelato.

Era stata proprio la Fpoe a presentare il ricorso, lamentando numerose irregolarità nel conteggio dei voti postali. Voti che erano stati decisivi per la vittoria del candidato verde.

Secondo la Corte costituzionale non ci sono stati brogli. Ci sono state però delle irregolarità procedurali durante il conteggio dei voti postali in 14 distretti – come l’apertura anticipata delle schede o il conteggio in assenza del commissario. Si tratta di quasi 78 mila schede, un numero superiore ai voti che separano vincitore e sconfitto. Inoltre la Corte ha condannato l’invio da parte del ministero dell’Interno alla stampa di alcuni risultati parziali – coperti da embargo – ad urne ancora aperte.

Perché però far ripetere il voto e non procedere invece ad un riconteggio delle schede? Su questo risultato non devono esserci ombre, spiega Gerhard Mumelter, giornalista del quotidiano austriaco Der Standard e collaboratore di Internazionale.

Ascolta qui l’intervista a Gerhard Mumelter

mumelter per sito

Nelle prime dichiarazioni a caldo, Van der Bellen si è detto fiducioso di poter vincere anche questo ballottaggio. Hofer ha mostrato voglia di tornare in campagna elettorale. La data del nuovo voto ancora non è stata annunciata, dovrebbe essere a fine settembre oppure la prima settimana di ottobre.

Van Der Bellen 50,3%, Hofer 49,7%: qui eravamo rimasti neanche un mese e mezzo fa. Risultato che ora viene completamente rimesso in discussione. Un nuovo colpo di scena, in un’elezione che già aveva riservato parecchie sorprese. E aveva praticamente diviso in due l’Austria. Uno dei primi compiti del nuovo presidente, dicevano a caldo i sostenitori di Van der Bellen (ma non solo) sarebbe dovuto essere proprio quello di ri-unire il Paese, lasciando alle spalle gli scontri verbali della campagna elettorale. Che ora, probabilmente, sta per ricominciare.

  • Autore articolo
    Flavia Mosca Goretta
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    La notizia che pubblica il Wall Steet Journal è clamorosa. Il quotidiano finanziario di New York ha reso pubblica una lettera che Trump scrisse a Jeffrey Epstein, morto in carcere dove era rinchiuso con accuse di traffico sessuale tra minorenni, per il suo 50esimo compleanno in cui si faceva esplicita allusione all’intesa tra i due per via del rapporto con le ragazze di Epstein. La lettera è contenuta in un album con le lettere di altri amici di Epstein. Trump scrisse un immaginario dialogo tra i due in cui alludeva alle avventure sessuali come il piu forte legame della loro amicizia, corredato dalla foto di una ragazza nuda. Trump ha reagito alla solita maniera: è una fake news, ha detto, e ha annunciato una causa al giorrnale e all’editore Rupert Murdoch. Poi ha detto che il ministero della giustizia renderà noti i documenti su Epstein. In realtà il complotto degli Epstein Files fu alimentato proprio dagli ambienti della Alt Right statunitense che sostiene Trump. E lo stesso Trump ha accusato di nuovo i democratici. Mario Del Pero, professore alla univeristà Science Po.

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