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La prima squadra di rifugiati iscritta alla Figc

Si chiama St. Ambroeus Football Club e nonostante non abbia ancora giocato la sua prima partita ufficiale ha già messo a segno due primati: è la prima squadra di calcio a iscriversi alla Figc con un presidente africano e i giocatori richiedenti asilo e rifugiati.

Il presidente si chiama Kalilou Koteh, ha 24 anni, arriva dal Gambia, lavora in un ristorante in provincia di Milano e le indiscrezioni lo danno anche come capitano di questa milanesissima squadra che vi porterà in giro per l’Africa: Camerun, Guinea, Senegal, Gambia, Togo, Costa d’Avorio, Guinea Biseeau, Nigeria, Benin, Sierra Leone, Somalia, Libia sono alcuni dei paesi d’origine dei componenti della St. Ambroeus FC.

Un nome che strizza l’occhio al St. Pauli e al patrono di Milano, una compagine che nasce dalla fusione di alcune delle squadre nate negli ultimi cinque anni all’interno dei centri di accoglienza milanesi e dell’hinterland. Ci sono la ASD Black Panthers FC, iscritta da due anni al campionato Uisp e premiata nel 2016 dalla fondazione della Regione Lombardia ISMU come miglior progetto di integrazione nella città di Milano, la ASD Corelli Boys FC, la squadra del Cas di Via Corelli, i Corelli Lions del Cas Mancini, la Thomas Sankarà FC di Trezzano Sul Naviglio, i Blue Boys di Cascina Gobba, la Hope Ball, la Aquila FC, e altre.

Conterà su un vivaio di oltre 60 calciatori con un’età media di 23-24 anni. Molti di loro sono rifugiati, altri stanno aspettando la risposta della Commissione territoriale che esaminerà le loro richieste di asilo o protezione. La grande maggioranza di loro arriva dall’Africa, ma ci sarà anche qualche calciatore italiano da diverse generazioni. Da sempre lo sport è strumento di convivenza, integrazione e riscatto, coincidenza vuole che questa squadra esordirà in campo con Matteo Salvini al governo.

Vogliamo ridicolizzare il razzismo” ci racconta Davide Salvadori, già animatore della squadra Black Panthers e tuttofare della St. Ambroeus. “Sul campo da calcio le uniche regole che contano sono quelle dello sport e ci piace usare il calcio come strumento di lotta contro forme di discriminazione e razzismo”. L’ambizione è quella di diventare una sorta di scuola di calcio, ci dice Davide.

“Siamo l’unione di tante squadre, non saremo solo la prima squadra di africani in Figc che esordirà a settembre nel campionato ufficiale, ma vogliamo seguire anche tutti gli altri campionati, come quelli del calcio popolare, delle periferie, da cui anche noi arriviamo. Vorremmo diventare qualcosa di simile a una scuola calcio”.

Tante squadre, tanti giocatori. L’allenatore, Luis, dei Corelli Boys, avrà il suo bel da fare a scegliere gli 11 da mettere in campo. “Ci siamo dati una regola” dice Davide “non prenderemo i più forti ma quelli che ci metteranno più passione nel progetto. Partiremo dalla terza categoria della Figc, il gradino più basso. Altri decidono di comprare titoli e partire più in alto, noi ci teniamo a fare tutti i passi per far crescere questo progetto”.

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Il nome è stata l’ultima cosa scelta, “ci piace molto St. Ambroeus” dice il presidente Kalilou Koteh “siamo milanesi anche noi”. Sarà una squadra multi-lingue e multi-dialetti, un bello spaccato di chi vive oggi a Milano. “Agli italiani e a chi ci governa voglio dire che siamo tutti umani” dice Kalilou.

Il calendario ufficiale della Figc non è ancora disponibile, la St.Ambroeus esordirà ufficialmente a settembre e si appresta a un caldo ritiro estivo tutto milanese. “Non ci sposteremo dalla città, i ragazzi lavorano, frequentano i corsi e non possono lasciare Milano. Ne approfitteremo per fare qualche amichevole di preparazione all’esordio ufficiale. La prima sarà contro una squadra milanese, l’Orione, il 27 giugno” racconta Davide.

La prima grande sfida da superare è quella economica. L’iscrizione alla Figc, le visite mediche dei giocatori, i campi da calcio su cui allenarsi hanno un costo. Per questo hanno aperto una raccolta fondi su Produzioni dal Basso sostenuta anche da Banca Etica. Potete sostenerli qui.

Il primo grande aiuto che chiediamo a tutti è tifare la squadra per incoraggiare questa nuova esperienza, ai ragazzi fa un grande piacere sentirsi sostenuti. E poi se qualcuno volesse farci da sponsor o sostenerci in altri modi non esiti a contattarci“. Il modo più veloce è contattarli tramite la pagina Facebook https://www.facebook.com/stambroeus/.

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  • Autore articolo
    Roberto Maggioni
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    La retta della Rsa per le persone affette da Alzheimer deve essere a carico dell’Azienda Sanitaria: lo ha deciso la Corte d’Appello di Milano che ha ribaltato la sentenza di primo grado del Tribunale di Milano. Sentenza che obbligava un cittadino lombardo a pagare il ricovero in una struttura sociosanitaria per la madre malata di demenza senile. Si tratta di rette insostenibili: secondo i sindacati, nonostante la Lombardia impegni 200 milioni di euro in più all’anno rispetto a quattro anni fa proprio per le RSA, queste alzano le rette e le famiglie continuano a pagare prezzi spropositati. Abbiamo sentito prima Laura Valsecchi di Medicina Democratica e successivamente Federica Trapletti, segretaria SPI CGIL che sta seguendo la vicenda.

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