Approfondimenti

Diritti al voto. La partecipazione salva la democrazia

diritti al voto

Referendum sul lavoro e sulla cittadinanza, 8 e 9 giugno prossimi. “Diritti al voto”, dice la campagna informativa di Radio Popolare. Nella puntata di ieri di Pubblica il giuslavorista Franco Scarpelli, dell’università di Milano-Bicocca, ci ha sapientemente aiutato a decodificare i quattro quesiti sul lavoro. Ci ha spiegato come si amplierebbero i diritti (al reintegro) di lavoratrici e lavoratori in caso di licenziamenti illegittimi; come si conterrebbe il ricorso ai contratti a termine; come si aumenterebbero le responsabilità delle aziende appaltanti in tema di sicurezza sul lavoro.

Il primo quesito riguarda i licenziamenti illegittimi. Cosa succede oggi in caso di licenziamento illegittimo?

Diciamo che oggi abbiamo due regimi di fondo. Secondo il regime attuale, per tutti coloro che sono stati assunti a partire da marzo 2015, la regola prevalente è l’indennizzo e ci sono alcuni casi più gravi nei quali è prevista la reintegrazione. Con l’articolo 18, come modificato dalla legge Fornero – quindi per tutti quelli con rapporto di lavoro iniziato prima del 7 marzo 2015 – la regola prevalente è la reintegrazione e l’eccezione, diciamo così, è un indennizzo valutato dal giudice sul singolo caso con dei minimi e dei massimi.

Quindi quando si è detto 10 anni fa “non c’è più la possibilità di essere reintegrati sul posto di lavoro in caso di licenziamento illegittimo”, quello valeva soltanto per una categoria di persone, quelli che hanno cominciato a lavorare dopo la data di approvazione del decreto, il 7 marzo 2015?

Sì, è così. Anche nell’ambito del decreto 2015 rimanevano alcuni casi limitatissimi – poi ampliati dalla Corte Costituzionale – nei quali era prevista la reintegrazione, ma praticamente stiamo parlando del licenziamento nullo o discriminatorio o ritorsivo che dà sempre luogo alla reintegrazione, qualsiasi regime si vada ad applicare, e poi un caso specifico di licenziamento per motivi soggettivi, quando tu accusi una persona o un lavoratore di aver fatto qualcosa che non ha fatto o che non ha nessuna rilevanza. Nella disciplina precedente i casi nei quali è possibile ottenere la reintegrazione erano e sono tuttora più significativi, più ampi.

La disciplina in vigore in Italia da 10 anni ha spaccato il mondo in due, tra gli assunti prima del 7 marzo 2015 e gli assunti successivamente. Lei ci ha appena descritto quali sono le norme che sussistono. Cos’è il licenziamento illegittimo? Chi decide se un licenziamento è illegittimo o no?

Lo decide un giudice. Se il lavoratore impugna il licenziamento – e sempre che non succeda, come spesso avviene, che si raggiunga un accordo transattivo tra le parti – si va davanti a un giudice e il giudice deve decidere su due principali terreni. Se le ragioni che il datore di lavoro ha invocato per licenziare sono vere, effettive e reali. Questo è un primo terreno, la cosiddetta sussistenza del fatto. Poi c’è un problema di proporzionalità e di nesso di causalità che vale soprattutto per i licenziamenti per colpa, i licenziamenti soggettivi. È come per i reati e per le pene carcerarie. Non è che i reati sono tutti uguali e tutti meritano l’ergastolo. Diciamo che il licenziamento è un po’ l’ergastolo delle sanzioni disciplinari. Non è che qualsiasi cosa di sbagliato che faccia un lavoratore meriti la fine del rapporto. Ci sono dei casi in cui questo può avvenire, dei casi gravi, e dei casi in cui invece ci sono delle sanzioni disciplinari che l’ordinamento e i contratti collettivi prevedono, come la multa o la sospensione. Anche in questo caso il giudice può dichiarare illegittimo il licenziamento. Questo è quello che avviene dal 1966. Il problema sono le sanzioni, perché solo se c’è una sanzione effettiva quel diritto ha una tutela importante. Ricordiamoci sempre che le regole sui licenziamenti non servono solo a garantire la stabilità del rapporto, servono anche, durante il rapporto, a garantire un’accettabile situazione di libertà e dignità del lavoratore che non deve vivere sempre pensando che se dice qualcosa che non va corre il rischio di essere licenziato. Questo lo ha detto anche la Corte Costituzionale del 2018.

Cosa succederà col referendum se vinceranno i sì?

Se vincono i sì si torna all’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori che è scritto in quella legge. Non è l’articolo 18 scritto nel 1970, perché nel corso del tempo ha subito delle modifiche, ma quello riscritto nel 2012 con la legge Fornero, che prevede dei casi prevalenti in cui è prevista la reintegrazione e dei casi residuali in cui è previsto previsto l’indennizzo. Questo perché il referendum non è come fare una legge. Quando fai il referendum ci sono dei limiti tecnici, non puoi riscrivere le norme ma solo decidere di abrogare una norma o una legge o un pezzo di una norma. Il vecchio articolo 18 non esiste più nell’ordinamento, esiste l’articolo 18 modificato nel 2012 e quindi non si poteva che tornare a quello con l’effetto abrogativo del decreto 23.

Col secondo quesito il referendum vuole cancellare delle norme che facilitano i licenziamenti illegittimi nelle piccole imprese. Cosa vuol dire?

In realtà vuole semplicemente cancellare il tetto massimo di sei mensilità al risarcimento dovuto nel caso di licenziamento illegittimo in una piccola impresa. Se tu sei in un’impresa con fino a 15 dipendenti e vieni licenziato ingiustamente, come regola generale, come c’è sempre stato, nelle piccole imprese non hai diritto alla reintegrazione, salvo anche lì il caso del licenziamento nullo, e hai diritto a un indennizzo. Oggi, però, la legge prevede un indennizzo con un tetto di 6 mesi. Una volta, quando le piccole imprese erano l’impresina padronale economicamente molto debole, poteva avere un senso e la Corte Costituzionale riconobbe che aveva un senso. Oggi la stessa Corte Costituzionale ci dice che non ha più senso e spetta al giudice valutare in concreto qual è il danno. Questo non vuol dire che il piccolo imprenditore può essere condannato a un miliardo di euro di risarcimento, perché si applicano gli stessi criteri che si applicano a uno di noi che viene investito da una persona in monopattino e che chiede il risarcimento dei danni. Bisogna provare qual è il danno effettivo e nel fare questo si terrà conto di tutti i criteri civilistici sulla liquidazione del danno, che sono criteri ragionevoli.

Terzo quesito. In caso di vittoria dei sì verranno cancellate le norme che hanno liberalizzato l’utilizzo dei contratti a termine in Italia. Cosa significa?

Anche qui l’evoluzione è stata molto complessa, ma la questione è molto semplice. Oggi, quando assumi a termine una persona, nei primi 12 mesi non devi dire perché lo fai, non hai bisogno di un motivo. Puoi assumere del tutto liberamente senza alcun limite. Col referendum, invece, puoi assumere a termine o nel caso di sostituzione del lavoratore assente con diritto alla conservazione del posto o negli altri casi che la contrattazione collettiva prevede o andrà a prevedere perché collegate a un’esigenza oggettiva dell’impresa. Nel nostro ordinamento c’è scritto che la forma prevalente deve essere un rapporto a tempo indeterminato, perché è quello più stabile socialmente e giuridicamente.

Ultimo quesito sul lavoro, le norme sugli appalti. In che direzione si muove il referendum?

Già oggi il sistema giuridico prevede che le imprese committenti, quelle che sono a capo della filiera nella quale ci sono gli appalti e i subappalti, abbiano una regola di responsabilità solidale sotto diversi profili, cioè rispondono anche loro insieme al datore di lavoro dei lavoratori dell’appaltatore per tutta una serie di questioni, ma per quello che riguarda il danno alla salute, questa regola si ferma di fronte ai cosiddetti rischi specifici dell’appaltatore. Per fare un esempio molto concreto: se un’impresa appalta e fa fare un nuovo stabilimento e vengono montati i ponteggi, i rischi specifici su come si montano i ponteggi, degli eventuali infortuni collegati a quei rischi ne risponde il datore di lavoro, cioè l’impresa di ponteggi, e non il committente. Il referendum vuol far saltare questo limite e vuole che il committente risponda sempre per i danni alla salute non coperti dall’INAIL. Il principio che si vuole introdurre ha la funzione di obbligare i committenti, di spingere i committenti nel loro stesso interesse, a rivolgersi a imprese serie che garantiscano la sicurezza. Se tu punti solo sull’abbattere i costi, uno dei primi terreni su cui si abbatte il costo degli appalti è il costo per la sicurezza. Se anche tu committente dovrai rispondere insieme all’appaltatore degli eventuali danni alla salute, forse starai più attento nello scegliere a chi rivolgerti e non guarderai soltanto quanto ti costa l’appalto.

  • Autore articolo
    Raffaele Liguori
ARTICOLI CORRELATITutti gli articoli
POTREBBE PIACERTI ANCHETutte le trasmissioni

Adesso in diretta

  • Ascolta la diretta

Ultimo giornale Radio

  • PlayStop

    Giornale Radio martedì 21/10 19:30

    Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi. Tutto questo nelle tre edizioni principali del notiziario di Radio Popolare, al mattino, a metà giornata e alla sera.

    Giornale Radio - 21-10-2025

Ultimo giornale Radio in breve

  • PlayStop

    Gr in breve martedì 21/10 18:30

    Edizione breve del notiziario di Radio Popolare. Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi.

    Giornale Radio in breve - 21-10-2025

Ultima Rassegna stampa

  • PlayStop

    Rassegna stampa di martedì 21/10/2025

    La rassegna stampa di Popolare Network non si limita ad una carrellata sulle prime pagine dei principali quotidiani italiani: entra in profondità, scova notizie curiose, evidenzia punti di vista differenti e scopre strane analogie tra giornali che dovrebbero pensarla diversamente.

    Rassegna stampa - 21-10-2025

Ultimo Metroregione

  • PlayStop

    Metroregione di martedì 21/10/2025 delle 19:49

    Metroregione è il notiziario regionale di Radio Popolare. Racconta le notizie che arrivano dal territorio della Lombardia, con particolare attenzione ai fatti che riguardano la politica locale, le lotte sindacali e le questioni che riguardano i nuovi cittadini. Da Milano agli altri capoluoghi di provincia lombardi, senza dimenticare i comuni più piccoli, da dove possono arrivare storie esemplificative dei cambiamenti della nostra società.

    Metroregione - 21-10-2025

Ultimi Podcasts

  • PlayStop

    Soulshine di martedì 21/10/2025

    Soulshine è un mix eclettico di ultime uscite e classici immortali fra soul, world music, jazz, funk, hip hop, afro beat, latin, r&b, ma anche, perchè no?, un po’ di sano rock’n’roll. L’obiettivo di Soulshine è ispirarvi ad ascoltare nuova musica, di qualsiasi decennio: scrivetemi i vostri suggerimenti e le vostre scoperte all’indirizzo e-mail cecilia.paesante@gmail.com oppure su Instagram (cecilia_paesante) o Facebook (Cecilia Paesante).

    Soulshine - 21-10-2025

  • PlayStop

    Fuori registro di martedì 21/10/2025

    Voci tra i banchi di scuola. A cura di Lara Pipitone, Chiara Pappalardo e Sara Mignolli

    Fuori registro - 21-10-2025

  • PlayStop

    L'Orizzonte delle Venti di martedì 21/10/2025

    A fine giornata selezioniamo il fatto nazionale o internazionale che ci è sembrato più interessante e lo sviluppiamo con il contributo dei nostri ospiti e collaboratori. Un approfondimento che chiude la giornata dell'informazione di Radio Popolare e fa da ponte con il giorno successivo.

    L’Orizzonte delle Venti - 21-10-2025

  • PlayStop

    Per la libertà di stampa, per Sigfrido Ranucci, per Report: sit-in a Roma

    Verso la fine della manifestazione è arrivato Sigfrido Ranucci, quasi emozionato dalla solidarietà che ha trovato in questa piazza, dalla presenza di tante persone in piazza Santi Apostoli “per non farlo sentire solo” dicono i manifestanti con dei cartelli in mano “press” e la scritta “no bavaglio”. E “per proteggerlo” - dicono ancora. Una protezione anche democratica da parte delle persone per il suo lavoro di giornalista. Sul palco per più di un'ora si sono alternate tante voci, si sono sentite altre denunce. A presentare la manifestazione di oggi c'era un giornalista della Rai a cui qualche anno fa da questo Governo è stata tolta la sua trasmissione. Poi il caso delle denunce temerarie e poi l'impossibilità di approvare la Freedom Act. “Una libertà di stampa a rischio” aveva detto Elly Schlein qualche giorno fa, oggi anche lei era in piazza e ha ribadito le sue convinzioni. In piazza Santi Apostoli oltre a tanti giornalisti ci sono tutti i leader della sinistra e tante persone. Anna Bredice ha intervistato Sigfrido Ranucci.

    Clip - 21-10-2025

  • PlayStop

    Esteri di martedì 21/10/2025

    1) Il vicepresidente degli Stati Uniti arriva in Israele per vigilare sulla tenuta della tregua a Gaza. La casa bianca teme che Netanyahu possa far saltare tutto. (Martino Mazzonis) 2) Torture, abusi e violenze. I prigionieri palestinesi tornano a casa e raccontano la loro detenzione. (Valeria Schroter) 3) Sarkozy va in carcere acclamato dalla folla e accompagnato dalla marsigliese e la classe politica francese innalza l’ex presidente da colpevole a martire. (Francesco Giorgini) 4) Stati Uniti, la distruzione della casa bianca per far spazio ad una sala da ballo è la rappresentazione plastica del processo di smantellamento della politica e della società americana portato avanti da Trump. (Roberto Festa) 5) Il Giappone ha la prima premier donna della sua storia. Ma questa non è necessariamente una buona notizia per le donne di un paese profondamente maschilista. ( Marco Zappa - Ca' Foscari) 6) Spagna, la rotta migratoria verso le Baleari è l’unica in crescita e infiamma la retorica razzista dei governi locali di destra. (Giulio Maria Piantedosi) 7) Rubrica Sportiva. Una delle vittorie più sorprendenti nella storia del calcio europeo. La squadra di un paesino svedese di 1200 abitanti vince il campionato. (Luca Parena)

    Esteri - 21-10-2025

  • PlayStop

    L'Orizzonte di martedì 21/10 18:35

    L'Orizzonte è l’appuntamento serale con la redazione di Radio Popolare. Dalle 18 alle 19 i fatti dall’Italia e dal mondo, mentre accadono. Una cronaca in movimento, tra studio, corrispondenze e territorio. Senza copioni e in presa diretta. Un orizzonte che cambia, come le notizie e chi le racconta. Conducono Luigi Ambrosio e Mattia Guastafierro.

    L’Orizzonte - 21-10-2025

  • PlayStop

    'Some Like It Hot': romanticismo e caos nel nuovo disco dei Bar Italia

    Come nel film del 1959 da cui prende il titolo, il nuovo disco dei Bar Italia è un ritratto di musicisti ribelli che si muovono tra glamour e malinconia, ironia e caos. L’album arriva dopo un lunghissimo tour che ha visto la band londinese suonare oltre 160 date in meno di un anno. L’energia grezza di 'Some Like It Hot' è il risultato di due anni super eccitanti ma anche frenetici e molto duri: "cattura esattamente lo stato d’animo che avevamo durante le registrazioni, un flusso di emozioni positive e negative insieme” racconta la band ai microfoni di Volume. Ascolta l’intervista ai Bar Italia, a cura di Elisa Graci e Dario Grande.

    Clip - 21-10-2025

  • PlayStop

    Poveri ma belli di martedì 21/10/2025

    Un percorso attraverso la stratificazione sociale italiana, un viaggio nell’ascensore sociale del Belpaese, spesso rotto da anni e in attesa di manutenzione, che parte dal sottoscala con l’ambizione di arrivare al roof top con l’obiettivo dichiarato di trovare scorciatoie per entrare nelle stanze del lusso più sfrenato e dell’abbienza. Ma anche uno spazio per arricchirsi culturalmente e sfondare le porte dei salotti buoni, per sdraiarci sui loro divani e mettere i piedi sul tavolo. A cura di Alessandro Diegoli e Disma Pestalozza

    Poveri ma belli - 21-10-2025

  • PlayStop

    Vieni con me di martedì 21/10/2025

    Restauro vs Recupero, in entrambi i casi, gli abiti non metteteli in cantina! Domani, intitolazione del giardino di Piazzale Segrino alla partigiana Margherita Belotti (Rina). Fine settimana, trekking urbani e presentazioni letterarie cantate con I.T.A.C.A Festival del Turismo Sostenibile di Viaggi & Miraggi. Vuoi segnalare un evento, un’iniziativa o raccontare una storia? Scrivi a vieniconme@radiopopolare.it o chiama in diretta allo 02 33 001 001 Dal lunedi al venerdì, dalle 16.00 alle 17.00 Conduzione, Giulia Strippoli Redazione, Giulia Strippoli e Claudio Agostoni La sigla di Vieni con Me è "Caosmosi" di Addict Ameba

    Vieni con me - 21-10-2025

  • PlayStop

    Volume di martedì 21/10/2025

    Dal lunedì al venerdì dalle 14.00 alle 16.00, Elisa Graci e Dario Grande vi accompagnano alla scoperta del suono di oggi: notizie, tendenze e storie di musica accompagnate dalle uscite discografiche più imperdibili, interviste con artisti affermati e nuove voci, mini live in studio e approfondimenti su cinema, serie TV e sottoculture emergenti. Il tutto a ritmo di giochi, curiosità e tanta interazione con il pubblico. Non fartelo raccontare, alza il Volume!

    Volume - 21-10-2025

  • PlayStop

    Erano tutti miei figli: all'Elfo di Milano torna il teatro di Arthur Miller

    Angelo Di Genio, uno degli interpreti del capolavoro drammaturgico di Arthur Miller "Erano tutti miei figli", è la nostra guida per scoprire la nuova produzione del Teatro dell'Elfo, diretta da Elio De Capitani, che è anche in scena, con una compagnia che annovera interpreti storici dell'Elfo e nuovi talenti. A 12 anni dal successo di "Morte di un commesso viaggiatore", De Capitani torna al teatro di Miller, ambientato nell’America del dopoguerra. La famiglia Keller è il fulcro intorno al quale ruotano le vicende dei protagonisti, che nascondono segreti dolorosi e menzogne sul passato, che torna a presentare il conto e a sconvolgere gli equilibri apparenti della famiglia. L'intervista di Ira Rubini ad Angelo Di Genio a Cult.

    Clip - 21-10-2025

Adesso in diretta