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“Daria Nicolodi era più di un’icona horror”: Steve Della Casa ricorda l’attrice scomparsa a 70 anni

Daria Nicolodi

Il critico cinematografico Steve Della Casa riflette a Radio Popolare sulla figura di Daria Nicolodi, l’attrice scomparsa ieri all’età di 70 anni.

L’intervista di Barbara Sorrentini a Fino Alle Otto.

Come ricordare questa attrice molto particolare, che ha legato la sua carriera a Dario Argento, ma era tanto altro?

Daria Nicolodi era tante altre cose. Ha incominciato con Carmelo Bene, ha lavorato a teatro con lui e con Paolo Poli a inizio anni ‘70. Appare in un film di Elio Petri, “La proprietà non è più un furto”. Ha ottime credenziali quando conosce Dario, che vuole darle una parte da commedia per Profondo rosso, che commedia non è ma come tutti i film di Dario ogni tanto c’è qualche personaggio che alleggerisce la tensione con dei momenti divertenti. In Profondo Rosso sono dedicati a questa giornalista che accompagna David Hemmings per l’indagine che lo porterà a scoprire chi è l’assassino. Lei è una tutta scombinata, ha una 500 targata Firenze che l’accompagna per tutto il film, ma non l’aiuta tanto perché ogni tanto le portiere non funzionano e deve uscire dal tettuccio. È una che combina parecchi casini, ma è vicina a lui. Diventa famosa grazie a questo, sposa Dario Argento e nasce Asia subito dopo l’uscita di “Profondo Rosso”. Poi rimane legata ad Argento per tanti dei suoi film negli anni ‘70 e ‘80, però bisogna andare anche su altre diversioni: per esempio lavora con Scola e fa soprattutto un musical con Gigi Proietti, che però non ha un particolare successo perché fortemente criticato in quanto racconta la Roma papalina in termini molto negativi. Poi si separa da Dario, però continua ad essere coinvolta come icona horror. Lei un po’ lo fa, un po’ si scoccia, ma rimane comunque per sempre legata alla giornalista di Profondo Rosso che tanto abbiamo amato quando eravamo ragazzi.

I Goblin li aveva presentati lei a Dario Argento.

Daria Nicolodi è stata il tramite, perché l’idea venne a Carlo Bixio, noto editore musicale, di mettere insieme quel gruppo e di proporlo a Dario Argento. Tra l’altro Claudio Simonetti, fondatore del gruppo, era il figlio di quell’Enrico Simonetti che aveva spopolato in tv qualche anno prima. Forte anche di questa credenziale, la Nicolodi andò da Dario a proporglieli.

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    Violenza: riprendersi il potere sulla propria vita

    Nel giorno mondiale contro la violenza sulle donne, raccontiamo con Cristina Carelli, presidente di D.i.Re Donne in Rete contro la violenza, i centri antiviolenza, oltre 110 in Italia con differenze però tra Nord e Sud, con quasi 4mila operatrici in stragrande maggioranza volontarie e quasi 30mila donne “ascoltate” all’anno. “Siamo realtà aperte e sempre presenti, le donne arrivano da noi spesso senza appuntamento e si rivolgono a noi quasi sempre liberamente - spiega Carelli - perché il presupposto del nostro intervento è la libertà di scelta della donna, lo sottolineiamo perché è in corso un tentativo di trasformarci in realtà di servizio e per imporre alle donne dei percorsi standardizzati, più istituzionali e di sistema, e non costruiti per ciascuna partendo dal consenso e dalla libera scelta di ogni donna”. Sottofinanziamento, soluzioni solo punitive, negazione della dimensione politica e culturale della prevenzione, la frontiera è sempre la società. Se sono le famiglie a decidere cosa è giusto o meno per l’educazione sessuale, stiamo riproponendo il problema. “Chiediamo al governo di essere coerente: bisogna lavorare sul fronte della cultura e della prevenzione”. La violenza non è solo un atto individuale, ma è resa possibile da scelte politiche e culturali che limitano la libertà delle donne, scrive Di.Re nella campagna “Tutto nella norma” che potete trovare sul sito: direcontrolaviolenza.it

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