
L’arresto di più di 50 dissidenti cubani prima dell’inizio della visita di Barack Obama mostra come il tema dei diritti umani, politici e civili resti un problema aperto nell’isola – e uno tra quelli di più difficile discussione nel momento del disgelo tra Stati Uniti e Cuba.
Le Damas de Blanco e altri gruppi dell’opposizione si sono ritrovati come ogni domenica davanti alla chiesa di Santa Rita, in un sobborgo dell’Avana, Miramar. Gli oppositori pensavano che questa domenica, in omaggio alla visita di Obama, la polizia non avrebbe compiuto arresti. Le “donne in bianco” – mogli, madri, compagne dei dissidenti incarcerati – portavano anche un lenzuolo bianco con una scritta: “Obama, Cuba ha un sogno: Cuba senza i Castro”.
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Alcuni tra i manifestanti hanno potuto parlare con i giornalisti, prima che la polizia arrivasse, disperdesse la manifestazione e arrestasse parte dei presenti. “”Sono stato arrestato più di 50 volte nell’anno appena passato – ha detto uno dei leader dell’opposizione, Antonio Rodiles -. La polizia mi ha rotto il naso e il timpano. Ma vogliamo mandare un chiaro messaggio a Obama. Dobbiamo mostrare la realtà di repressione in cui viviamo”.
Berta Soler, una delle fondatrici delle Damas de Blanco, prima di essere arrestata, ha spiegato che “per noi, è molto importante essere qui per le strade, per mostrare al presidente Obama che ci sono delle donne che si battono per la libertà dei prigionieri politici. La repressione resta forte. Obama deve sapere che noi veniamo repressi semplicemente per aver esercitato il nostro diritto alla libera espressione e per aver manifestato in modo non violento”.
Poco dopo l’inizio della manifestazione, la polizia cubana è appunto arrivata e ha arrestato decine di persone. Almeno 50. Presenti davanti alla chiesa di Santa Rita erano comunque anche dei sostenitori del governo cubano, che considerano i dissidenti come degli agitatori al soldo del governo statunitense e degli esuli di Miami. “Questa gente è una disgrazia per la rivoluzione”, ha spiegato un’insegnante in pensione, Teonila Reve, secondo cui i dissidenti ricevano un salario mensile per “indebolire il governo cubano”.
Le denunce da parte dei gruppi per la difesa dei diritti umani si sono comunque in questi mesi moltiplicate. La Commissione cubana per i diritti umani e la riconciliazione nazionale spiega che ci sono stati più 8616 casi di detenzione arbitraria nel 2015, e 2500 nei primi due mesi del 2016. Human Rights Watch afferma che gli arresti di dissidenti cubani, a partire dal riavvicinamento diplomatico con gli Stati Uniti, sono aumentati, non diminuiti. Durante la visita di papa Francesco nell’isola, nel settembre dello scorso anno, ci sono stati tra i 100 e i 150 arresti di carattere politico.
Guillermo Farinas, che come molti altri dissidenti è obbligato agli arresti domiciliari durante la visita di Obama, ha spiegato che il presidente USA ha la “responsabilità morale” di criticare con forza Cuba e spingere il governo dell’Avana a migliorare la situazione dei diritti umani nell’isola, prima di qualsiasi riavvicinamento.