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La più grave crisi umanitaria in Europa dalla Seconda Guerra Mondiale

Profughi alla stazione di Kiev - rifugiati

Come ci sentiremmo se nel giro di un mese in Lombardia non abitasse più nessuno dei suoi 10 milioni di abitanti? Strade vuote, spettrali, nessuna macchina in giro, tutto chiuso: scuole, uffici. Un solo grande silenzio rotto solo dal rumore di qualche treno che la taglia da ovest verso est o viceversa. L’abbiamo visto con il lockdown, ma così sarebbe diverso. Come ci sentiremmo se sapessimo che più di quattro milioni di lombardi, il 90% dei quali donne e bambini, sono stati costretti a scappare in Svizzera, Francia, Austria e Germania, mentre altri 6 milioni sono andati a vivere forzatamente in altre regioni italiane per evitare bombe e violenza? Il paragone forse non calza del tutto, ma le proporzioni numeriche, si: i rifugiati scappati dall’Ucraina a causa dell’invasione russa sono ora poco più di 4 milioni mentre gli sfollati all’interno del paese sono circa 6 milioni.

La più grave crisi umanitaria in Europa dalla Seconda Guerra Mondiale. Allora furono circa 40 milioni le persone che dovettero abbandonare le loro case per rifugiarsi all’estero o all’interno del proprio paese. 46 anni dopo Fu il destino anche di 2 milioni e 400mila abitanti della Ex Jugoslavia. La Guerra in Casa. Anni di stragi e pulizia etnica. In questa tragica classifica hanno, malgrado loro, un posto d’onore i siriani. Dal 2011, negli 11 anni del conflitto, quasi 7 milioni sono stati costretti a fuggire dalla Siria mentre se si pensa anche agli sfollati, il totale delle persone che hanno perso la loro casa sono circa 12 milioni. In 11 anni la Guerra Sovietica in Afghanistan iniziata nel 1978 produsse sei milioni di rifugiati. I Palestinesi affidati all’ONU sono quasi 6 milioni, i venezuelani che hanno lasciato il loro paese dal 2014 a causa della situazione politica, economica e all’insicurezza sono attualmente 3 milioni e 800milano. Nel 2003 la guerra di Bush figlio in Iraq ha causato 2 milioni e 200milano profughi. Secondo l’altro commissariato per i rifugiati delle Nazioni Unite, nel mondo, i rifugiati sotto la protezione dell’ONU sono circa 20 milioni, il 68% dei quali proviene da cinque paesi: Siria, Venezuela, Afghanistan, come dicevamo e poi ci sono i 2 milioni e 200mila scappati dal Sud Sudan, sconvolto da anni di guerra civile e, infine dalla Birmania, dove i militari hanno perseguitato la popolazione Rohingya; più di un milione di persone è scappata.

Sempre secondo dati ONU nel mondo in questo momento ci sono 82 milioni di individui che sono stati costretti a lasciare le loro abitazioni. Gli sfollati sono 48 milioni, i richiedenti asilo poco più di 4 milioni. Una percentuale altissima di questi 80 milioni di persone è composta da minorenni. E dietro ogni numero c’è un volto, un trauma, una storia, una speranza, una disperazione. E con la guerra in Ucraina questo bilancio aumenterà. Dal 1939 non c’era una crisi umanitaria cosi’ grave in Europa.

  • Autore articolo
    Michele Migone
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    Sui luoghi del tulipano selvatico giallo. L’Università di Pavia, con il gruppo di studio del professor Graziano Rossi, sta ricostruendo da Calvigano la presenza storica di questo fiore tipico dell’Oltrepo pavese, ma anche delle zone limitrofe dell’Appennino Piemontese ed Emiliano, e non solo. L’agricoltura intensiva negli ultimi cinquant’anni ha ridotto gli esemplari di questa pianta spontanea della flora mediterranea. Nell’Abc dei Domini Collettivi la professoressa Marta Villa dell’Università di Trento racconta come le proprietà delle comunità difendano e migliorino gli ecosistemi. Un aspetto confermato dalla premiazione di Legambiente per quelle trentine del Monte Bondone alla vigilia dell’Overshoot Day, la giornata del consumo annuale delle risorse rinnovabili dei territori. In Valtrompia, a Villa Carcina, provincia di Brescia, da centoquindici anni c’è la Macelleria e salumeria equina Porta, ci siamo fatti raccontare come sono cambiati i consumi e la produzione, anche per la crescita delle temperature. Nelle Multinazionali del Cibo, queste sconosciute Andrea Di Stefano descrive il mercato del tonno e gli impatti ambientali dell’incremento dei consumi, quindi della pesca. Per Le Storie Agroalimentari Paolo Ambrosoni recensisce il libro Il ritorno della piante di Fabio Marzano, dedicato al verde urbano e al ruolo ambientale, sociale e alimentare delle coltivazioni in città e nelle aree peri urbane. Per gli autori fuori porta, geografie e storia dei paesaggi lombardi del Teatro Franco Parenti, in collaborazione con la Regione Lombardia, l’agricoltore filologo Niccolò Reverdini introduce gli arazzi disegnati dal Bramantino esposti nell’omonima sala al Castello Sforzesco di Milano.

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